15. Mezzanotte

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𝗝 𝗔 𝗡 𝗘

Sono le due del pomeriggio.

La città è in festa.

Cammino per il centro di Londra, non guardo le vetrine piene di decorazioni, gli addobbi sparsi sui marciapiedi, le luminarie che si accenderanno al tramonto.

Cammino con la mia cioccolata calda in mano e il sacchetto con il cibo d'asporto che ho preso al ristorante dove ho pranzato. È per la cena che consumerò in ospedale questa sera prima di cominciare il mio turno.

Cammino diritta, con lo sguardo fisso davanti a me. Non mi volto, non mi lascio distrarre dalle famiglie felici, dalle persone vestite da Babbo Natale che sventolano le loro campane e ti invitano a lasciare una mancia. Non ascolto nemmeno i canti natalizi che di tanto in tanto sento intonare da qualche suonatore di strada.

Per me questa festa non esiste e non sarei mai uscita se il mio palazzo oggi non fosse stato invaso da parenti e bambini, corsi a trascorrere la vigilia con i signori che abitano al piano superiore. E quando anche Romeo mi ha abbandonata per la sua passeggiata giornaliera, ho capito che sarebbe stata meglio una boccata d'aria anziché soffocare.

Forse mi sbagliavo.

Adesso, tra tutta questa gente, mi sento soffocare più che a casa.

Faccio slalom tra le persone. Le loro voci mi investono.

Sbatto contro qualcuno e la mia cioccolata cade per terra.

«Cazzo!» impreco. Scrollo le mani zuppe.

«Scusa. Tutto okay?» la mia testa scatta verso l'alto quando riconosco quella voce.

'Yuri?'

Il suo volto si apre in un sorriso e l'espressione che aveva prima sparisce.

«Guarda chi c'è» dice.

«Ciao» piego gli angoli della bocca.

«Ho fatto un casino, scusa» tira fuori dalla tasca un pacchetto di fazzoletti e me lo porge.

«Non fa niente» ne estraggo uno, mi pulisco le mani, poi la giacca.

«Scusa, accidenti!» Lo vedo mordersi le labbra e passare una mano tra i capelli rossicci.

«Va tutto bene, sul serio» accartoccio il fazzoletto sporco, recupero il bicchiere vuoto da terra e getto tutto nella pattumiera un passo più in là.

«Sei in giro per il secret Santa?» sento che Yuri parla alle mie spalle e mi volto a guardarlo.

«Il cosa?» chiedo, non capendo la sua domanda.

«Il secret Santa che facciamo stasera dopo cena».

Le mie labbra si curvano in una 'O' e scuoto la testa.

«No, io non vengo questa sera».

«Davvero?» sembra dispiaciuto. «Ero convinto di sì. Scusa, oggi sembra io non ne faccia una giusta».

Rido del suo imbarazzo.

«Tu dovevi comprare qualche regalo?» non so perché glielo stia domandando.

«No, sono appena stato al concerto di Natale del conservatorio. I ragazzini a cui do lezioni ci tenevano che andassi».

Annuisco.

«Ma comunque devo davvero prendere un regalo, mi riduco sempre all'ultimo» sbuffa. «Quest'anno avrei voluto non partecipare allo scambio dei regali».

Le sue parole mi spiazzano.

Credevo avesse un bel rapporto con gli altri ragazzi, anche se lui sembra sempre essere su un altro pianeta.

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora