34. Tra le stelle

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𝗝 𝗔 𝗡 𝗘

Ho capito che il dolore non passa. Non così in fretta almeno.

I bordi della mia anima si sono strappati tempo fa, eppure, ho come la sensazione che ci sia ancora posto per nuovi squarci.

«La tua casa Jane, dove c'è la tua famiglia» guardo Hunter e anche se mi parla io sento la sua voce così distante da me. «È andata a fuoco».

'È stato Connor'.

Il suo piano di distruggermi è appena cominciato e io non so quanto resisterò. Me lo aveva detto. Mi aveva avvertita che voleva farla pagare a mia madre, voleva punire lei non me... eppure, io sto soffrendo lo stesso.

"Io e te siamo uguali Jane" la sua voce mi tuona nella testa e sento la nausea soffocarmi. Un conato di vomito mi sale alla gola, non so come io faccia a trattenermi.

Fisso il vuoto.

«Andiamo» il mio tono è incolore.

«Dove?» quello di Hunter carico di compassione.

«A casa mia». Sollevo di scatto le palpebre e punto gli occhi nei suoi. Non vuole. Leggo sul suo volto il bisogno di dirmi: "No. Non andremo a casa tua".

«Jane, non...» ma è Jude a parlare. Mi posa una mano sulla spalla e mi osserva. «Sei sconvolta» sospira. «Hai appena visto Yuri...» 'morire', continua la mia mente per lui.

Per colpa mia. Yuri è morto per colpa mia e io non posso permettere a Connor di fare del male a qualcun altro. Magari lo ha già fatto alla mia famiglia.

«Io devo andare».

Non posso lasciare che la mia vita vada in fumo. Non posso permettergli di fare terra bruciata attorno a me solo per il suo stupido desiderio di vendetta.

«Va bene» Theo mi sfiora i capelli. Il suo piccolo sorriso mi fa tremare il cuore. «Io mi occupo di Yuri, di contattare la sua famiglia. Voi fermate quel pazzo, okay?»

La sua carezza mi scivola sulla guancia. Il suo pollice pulisce via una lacrima che non so quando sia sfuggita ai miei occhi.

«Ma forse è meglio che tu vada al bagno prima, per... ripulirti» mi sussurra, accennando alle mie mani sporche di sangue, ai miei vestiti che sanno ancora della morte di Yuri.

Non rispondo. Faccio esattamente come mi è stato detto.

Non mi guardo allo specchio quando mi chiudo nel bagno. Apro il getto d'acqua e sfrego così forte i palmi da graffiarli. Le lacrime mi si ammassano sotto le palpebre. Dalla bocca mi escono gemiti incontrollati, eppure, non sento niente.

Non una sola singola emozione.

Apatica. Svuotata del tutto. Ecco come mi sento.

Quando raggiungo di nuovo la sala d'aspetto, Hunter è gia uscito a recuperare l'auto. Jude è fermo sotto l'arco della porta, si scansa dallo stipite per accompagnarmi alla macchina.

«Theo e io faremo il possibile per sistemare le cose qui» mi dice, mentre mi accomodo accanto ad Hunter. «Sono sicuro che a momenti arriverà la polizia e dovremmo rispondere a qualche domanda. È meglio che tu non ci sia».

'Perché ho già fatto abbastanza'.

'Okay, va bene'.

«Jude» lo chiamo prima che chiuda lo sportello. Mi guarda turbato. «Se i genitori di Yuri dovessero arrivare prima di me, devi dire a sua madre che lui l'ha pensata fino agli ultimi istanti. Devi dirle che l'ha amata con tutto il suo cuore e la devi abbracciare, la devi confortare».

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora