28. Viva o morta

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𝗟 𝗘 𝗢 𝗡

'Stella stellina...'

'Non l'hai salvata'

Ho il naso tappato.

Non riesco a respirare.

'Lei morirà'

Affanno.

Provo a sollevare il collo ma una fitta mi toglie il fiato.

Le palpebre si muovono lentamente. Riesco ad aprirle e vedo le mie ginocchia.

Sono seduto.

Sono legato.

Sento i polsi che sanguinano.

Gemo.

«Finalmente».

Mi si ferma il cuore al suono di quella voce.

Non sono solo.

«Ce ne hai messo di tempo per svegliarti, eppure, Gale non ti ha colpito nemmeno così forte» batto ripetutamente le palpebre. Mi irrigidisco. «Avanti, guardami ragazzino».

I passi di Connor si fanno vicini.

Le sue scarpe si fermano davanti a me e lentamente, molto lentamente, sollevo la testa.

La luce che pende dal soffitto mi acceca quando lo guardo. Lui sorride.

«Du Hurensohn» 'figlio di puttana', sputo fuori e lui ride ancora.

«Mi erano mancate le tue stronzate in tedesco».

Digrigno i denti.

«Dov'è Jane?»

«Hai fretta?»

«Dimmi dov'è lei».

«Tranquillo, me ne prenderò cura» il suo sorriso sinistro mi fa accapponare la pelle.

Mi dimeno sulla sedia.

«Non osare toccarla».

«Sennò che fai?» inarca un sopracciglio compiaciuto. Fa un passo indietro e apre le braccia. «Io vedo solo un ragazzino stupido che si è fatto catturare. Sei legato. Non puoi aiutarla».

Ringhio e strattono le corde che tengono fermi polsi e caviglie.

Connor si inumidisce le labbra e il ghigno divertito sparisce dal suo volto.

«Mi hai lasciato nella merda dopo la morte di David. Mi hai lasciato per lei».

«Lei non c'entra in tutto questo» sibilo.

«È la sorellina di mio fratello, fa parte della famiglia, quindi c'entra eccome» prende una sedia e si accomoda di fronte a me. «Quello che mi chiedo è: che cos'ha di così tanto speciale, mh?» assottiglia lo sguardo. «Perché tu e David avete scelto di morire per lei?»

«David lo hai ucciso tu».

«Perché lui mi aveva voltato le spalle, capisci? A me» sbarra gli occhi. «A me che ero davvero suo fratello, sangue del suo sangue e non a quella puttanella che, insieme a sua madre, gli mettevano in testa idee assurde come laurearsi e avere una vita facile. Noi non ce l'abbiamo una vita facile Leon. Noi siamo disgraziati e nessuno ci salverà».

«Ti sbagli» deglutisco a fatica. «Io non sono come te».

Fa scivolare le mani sulle cosce. «Tu sei esattamente come me Leon» le sue iridi saettano nelle mie, ma nelle sue non c'è pace, non c'è cedimento. Nelle sue c'è solo vendetta.

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora