12. Non mi puoi spezzare

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𝗝 𝗔 𝗡 𝗘

Leon vuole rompermi. Vuole frantumarmi, mandarmi in mille pezzi, ridurmi a brandelli. Leon vuole che io mi perda nel buio insieme a lui e lo lasci giocare con me. La cosa peggiore è che lo ha ammesso.

"Sei il mio nuovo passatempo".

Il suo passatempo. Rido al solo pensiero. 'Io un maledetto passatempo'.

Posso credere alle sue parole. Posso davvero crederci, eppure, non ci riesco e sono i suoi occhi. Sono i suoi occhi a impedirmelo. Ho come l'impressione che ci sia di più di quanto in realtà dice, dietro le sue azioni.

Ho paura che possa essere peggio di così.

Mentre mi accomodo sull'autobus e lascio l'ospedale dopo il mio turno di notte, ho gli occhi fissi sul cellulare. I messaggi che ci siamo scambiati.

Sconosciuto: A che ora stacchi?

Jane: Chi sei?

Sconosciuto: Sono Leon

Jane: Perché vuoi saperlo?

Sconosciuto: Perché passo a prenderti

Jane: Perché?

Sconosciuto: Perché voglio parlarti

L'ultimo messaggio è il mio.

Sono io che gli dico che stacco alle 6:00 e un'ora dopo lui si presenta in ospedale da me sporco di sangue.

Come posso anche solo pensare di capirlo? Come posso crearmi un'immagine concreta di lui se ogni giorno diventa sempre più enigmatico? E più io provo ad allontanarmi più lui si avvicina.

Non ce la faccio. Io così non ce la faccio.

Mi abbandono con la tempia contro il finestrino dell'autobus e serro le palpebre sospirando. Sono sopraffatta da tutto quanto e non so proprio come uscirne.

Arrivo a casa che ho un mal di testa allucinante. Mi accorgo che Romeo è tornato ma non riesco nemmeno a guardarlo, mi getto sul materasso e dormo per ore, ore e ore.

Mi sveglio solo perché il mio cellulare suona in modo incessante nonostante io lo abbia lanciato giù dal letto.

Rotolo tra le lenzuola per recuperarlo.

La luce del display mi acceca quando lo accendo. Rispondo senza nemmeno leggere il nome.

«Pronto?»

Ho la voce impastata dal sonno.

«Jane?» riconosco la voce di Jude. «Ti ho disturbata? Dormivi?»

Inspiro uno sbadiglio e mi sdraio di schiena.

«No, tranquillo. Cosa c'è, va tutto bene?»

«Sì, va tutto bene. Ti ho chiamata perché non ci siamo più visti dopo l'altra sera».

'Mh, mh' annuisco mezza addormentata.

«Mi chiedevo se ti andasse di vederci per pranzo. Ho davvero bisogno di parlarti».

Mi strofino gli occhi.

Sono stanca ma ho atteso così tanto un confronto con lui che adesso mi sembra stupido ignorarlo.

«Certo, mi va».

«Okay» sento il rumore del suo sorriso. «Allora passo da te tra venti minuti, va bene?»

'Venti minuti? Ma che ore sono?'.

Sposto il cellulare per guardare l'orario e merda, è tardissimo.

Mi metto subito a sedere e rispondo a Jude che va bene. La telefonata si conclude così ma io non so da che parte cominciare per rimettermi in sesto.

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora