𝗝 𝗔 𝗡 𝗘Sono in un tunnel e corro. Corro veloce.
Il buio si sta allontanando da me. Me lo lascio alle spalle a poco a poco. Il mio corpo ha uno spasmo. Sono viva, ma troppo stanca anche solo per muovermi.
Il respiro mi pesa nel petto, mi torna di colpo come se fossi stata in apnea fino ad ora. Tossisco. Il petto brucia, la gola brucia. Mi formicola la lingua.
Che cosa mi è successo?
Le mie mani cominciano a tremare. I polpastrelli sfiorano il tessuto leggero. Sono distesa su qualcosa di morbido e il mio ultimo ricordo mi investe come una doccia fredda.
Il vetro che schizza, Leon per terra, Yuri che mi tappa la bocca.
Cloroformio. Riconosco perfettamente l'odore che sento ancora sotto il naso. Dietro le mie palpebre è tutto buio, mi fa male la fronte al solo pensiero di aprire gli occhi, ma io sono sveglia. Sono troppo sveglia. Sono così sveglia che affanno.
«Lo so che sei sveglia».
Una voce.
La sua voce. Mi fa stringere i denti, graffiare il tessuto che ho sotto le mani. Mi fa venire voglia di vomitare.
Non so dove io trovi la forza né il coraggio per sollevare le palpebre. La prima cosa che mi salta all'occhio è il colore di quelle che devono essere lenzuola: rosso fuoco. Dischiudo le labbra, mi rendo conto che sono su un materasso abbandonato per terra in un angolo della stanza.
Percepisco una presenza alle mie spalle.
Pianto il palmo sul materasso, faccio leva sul braccio per mettermi a sedere. Gemo. Guardo il muro. Respiro.
Sono uno straccio.
È come se mi avessero picchiata, ma so che sono solo i postumi del cloroformio. Le pareti bianche ondeggiano per qualche secondo quando mi giro con cautela. Non ci sono mobili né finestre. L'unica cosa che c'è è quella sedia sopra la quale è seduto lui.
Ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia, le mani che penzolano oltre le cosce, i capelli rossicci tutti scompigliati.
Quando Yuri solleva lo sguardo e lo posa nel mio, nelle sue iridi non riconosco il ragazzo che è stato gentile con me. Non riconosco il musicista che ho conosciuto alla villa. Quello che mi ha offerto un hot dog, quello che voleva fare un giro sulla ruota panoramica con me.
Serro la mascella.
Le mie ossa quasi scricchiolano.
Indurisco lo sguardo. «Dove sono?» gli chiedo.
E lui si inumidisce le labbra prima di rispondere. «A York».
Non siamo andati via quindi.
«Che ore sono?»
«Le otto».
«Del mattino?»
Yuri scuote la testa, «Di sera» e io mi lascio scappare un sorriso angosciato. Mi volto per guardare altrove. Cerco una via di fuga, ma so benissimo che non c'è. Fisso la porta ai piedi del materasso e mi chiedo dove porti.
«Cos'è questo posto?»
«Te lo diranno loro».
'Loro?', il mio sguardo scatta verso di lui e capisco. Certo. Loro. Quelli che ci hanno tirati fuori dalla macchina. Quelli da cui io e Leon scappavamo.
'Leon'.
Dov'è? Ho paura di chiederglielo. Ho paura di sapere. Mi si stringe lo stomaco, non riesco a trattenere la rabbia.
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JANE'S MEMORIES 1
Romance𝘾𝙊𝙈𝙋𝙇𝙀𝙏𝘼 | Se c'è una cosa che Jane detesta di più al mondo è la violenza, e Leon è proprio tutto ciò da cui stare alla larga. «Non avevo punti deboli prima di te, ero indistruttibile». - Hate to love - Slow Burn - He falls first - Doppio...