𝗝 𝗔 𝗡 𝗘Come la affronto questa?
Io sono brava a ricucire ferite. Sono brava a scrivere referti medici, a riconoscere patologie, ma nessuno mi ha insegnato ad aggiustare un cuore spezzato.
In nessun libro di medicina c'è scritto come guarire da una sindrome del genere, che è peggio della peste. Peggio di qualsiasi cosa, perché al cuore rotto non c'è rimedio.
E il mio ha cocci troppo piccoli anche solo per poterli contare.
Ho pianto per tutto il tragitto in macchina e Danielle non mi ha fatto domande. Non si è arrabbiata quando le ho chiesto del tempo per stare da sola e mi ha lasciata a casa dopo avermi abbracciata forte.
Come si supera una cosa del genere?
Io proprio non lo so.
Ho la testa vuota adesso, e sono ore che me ne sto distesa sul divano senza fare niente, a fissare il nulla. Romeo appollaiato contro la mia pancia, fa le fusa tutte le volte che lo accarezzo.
Vedo il tempo scorrere davanti a me.
La stanza colorarsi di chiaro giorno al mattino e buia notte a sera.
Non mangio, non bevo e nemmeno piango.
Ascolto i rumori del mondo che si muove fuori casa mia mentre io resto immobile nel mio casino.
A un certo punto sento delle campane suonare a festa.
È mezzanotte.
«Buon anno, mostriciattolo».
I botti esplodono in lontananza.
E io non mi sentivo così sola da anni, anche se sono sola da anni.
Sento una lacrima scivolare lungo la curva del mio naso e finire tra i cuscini. È solo una. Me ne concedo solo una.
Chiudo gli occhi e decido che domani sarà un giorno diverso, perché di stare così di merda non ne posso proprio più.
Solo che i sogni non li possiamo comandare noi e il mio sonno non è mai tranquillo. Vedo fotografie sporche di sangue. Rivivo l'incidente di sei anni fa. Io che volo fuori dall'auto, David che muore e il flash di una macchina fotografica che mi acceca.
Mi sveglio col cuore in gola perché qualcuno urla il mio nome.
Confondo i sogni con la realtà e mi riscuoto solo quando riconosco la voce di Danielle che mi chiama oltre la porta.
«JANE».
Bussa con le nocche contro la porta, Romeo balza giù dal divano quando mi alzo a fatica. Mi trascino verso la serratura, la faccio scattare e spalanco la porta tutta frastornata.
«Ciao» la mia voce è un disastro.
Mi fanno male gli occhi, non riesco a sopportare tutta questa luce che invade la stanza.
«Mi sono spaventata a morte» Danielle varca la soglia quando mi sposto per lasciare che entri. «Qui dentro si gela e tu hai addosso ancora l'accappatoio».
Mi guardo il petto e ricordo solo adesso di non essermi cambiata dopo la doccia di ieri. È passato un giorno. Un solo giorno e io mi sento come se fosse trascorsa una vita.
Mi volto verso lo specchio. Ciò che vedo è terribile. Ho paura che il mio volto resti sempre così: spento e deturpato dal dolore.
Sposto lo sguardo verso il basso, fisso i miei piedi nudi e non percepisco il freddo. È così che ci si sente quando dentro si ha il gelo?
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JANE'S MEMORIES 1
Romance𝘾𝙊𝙈𝙋𝙇𝙀𝙏𝘼 | Se c'è una cosa che Jane detesta di più al mondo è la violenza, e Leon è proprio tutto ciò da cui stare alla larga. «Non avevo punti deboli prima di te, ero indistruttibile». - Hate to love - Slow Burn - He falls first - Doppio...