Roma - Colle Palatino 720 AVC (34 a.C)
I suoni giungono ovattati, sigillati nel bozzolo della sonnolenza
Giulia se la stropiccia via dagli occhietti, ponendosi a sedere. Un tramestio confuso rimbomba oltre la porta. Aspetta di abituarsi all'oscurità, la fessura tra battente e pavimento un sottile spiraglio sul mondo.
I rumori cozzano, urtano le sue delicate orecchie. Strilli, rantoli, gemiti, un affrettarsi di passi.
Cosa sta succedendo?
Sa che non dovrebbe farlo. Livia è intransigente sugli orari. La sera a letto e niente opposizioni. Non da lei, da Tiberio o dal piccolo Druso. Ma questo baccano è inconsueto. Strano, davvero strano.
Prende la sua pupa - fidata compagna di viaggio - e scende dal letto, il contatto delle piante nude sulle piastrelle fredde scioccante. Una lama luminosa squarcia l'oscurità, le fiaccole nei loro sostegni trasmettono vita agli affreschi brulicanti sulle pareti.
Non c'è nessuno. Ancora più strano. Giulia storce il naso. Voci in fondo al corridoio, provengono dalla... dalla stanza di Livia?
Un timore le penetra nelle ossa. Il fratellino! Oh, non sarà accaduto un fatto spiacevole al fratellino!
Non ha ancora un nome, sebbene Giulia nelle sue fantasie l'abbia denominato Lucio. Nascerà a breve, dicono i grandi, e al papà brillano gli occhi quando ne parla, lo stesso scintillio del sole su un ghiacciaio che scova nei momenti in cui stanno insieme e lui la guarda. È eccitata, lo ammette. Avere un fratellino, anche se partorito da quell'arpia di Livia, dev'essere emozionante.
Finalmente Druso non sarà più il piccolo di casa e poi... e poi potrebbe divertire il fratellino con le sue boccacce buffe e insieme potrebbero giocare a fingere di essere una mamma e un papà e il loro piccolino! E la famiglia allargata, piena di tanti, tanti bambini quando scendono a trovare i cugini e zia Ottavia!
Sta tessendo completini per il fratellino che verrà. Giulia lo aspetta trepidante. Sta scrivendo pure una ninnananna, esatto, come quelle che le canticchia il papà.
Perché il fratellino Lucio ci impiega così tanto ad arrivare? Muore dalla voglia di conoscerlo e diventare sua amica!
«Giulia?»
Il papà! Ottaviano le corre incontro, pallido, scapigliato, il fiato pesante. Non è felice, il contrario: gronda preoccupazione allarmante.
«Cosa ci fai sveglia a quest'ora?»
Se la carica in braccio, Giulia nota il suo completo notturno. Anche il papà gettato giù dal letto? Come mai? Si aggrappa al suo collo, sbirciando oltre la spalla. Un gruppo di donne raggruppato in fondo, davanti alla cubicula di Livia. Si affaccendano, entrano ed escono di continuo, recando canestri intrecciati, lenzuola pulite.
E lenzuola sporche.
Di sangue.
«Torna a nanna.» l'ammonisce teso il papà. «Qui non c'è niente da guardare.»
Giulia sgrana gli occhi. Sangue e... e Livia? «Papà... il fratellino sta bene?»
Ottaviano si blocca, il pomo sussulta. Sbianca, prosciugato di colore al punto da competere con la farina. La fissa e, per la prima volta nella sua vita, Giulia scorge un velo lucido drappeggiato sulle lastre di ghiaccio delle sue iridi.
«L-Lui...» Tentenna, un filo di sudore gli appiccica ciocche d'oro alle tempie. Riprende a ricondurla alle coltri dalle quali è evasa, le rimbocca le coperte. Indugiando, distraendo lo sguardo altrove. «Giulia, lascia che ti metta in chiaro una cosa.»
«Che cosa papà?»
S'inginocchia, le stringe le mani e una lacrima erode la titubanza. «Ti vorrò sempre un bene infinito, qualsiasi cosa accada, qualsiasi tragedia ci colpisca. Lo capisci, mia Piccola Roma?»
Piccola Roma. Annuisce seria. Le ha appena detto un fatto molto importante. Un fatto da grandi. «Sì papà.»
Ottaviano si fionda su di lei, l'abbraccia. Un abbraccio intenso, forte, quasi avesse paura di perderla se la mollasse.
La sua voce scorre incerta, tremolante.
«N-Non ti abbandonerò mai Giulia. Mai.»
Nota Autrice
Confesso di non avere idea di quanto Livia e Ottaviano possano avere perso il bambino e non ho trovato fonti specifiche a riguardo. Ho immaginato pochi anni dopo il matrimonio comunque.
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Meme dall'antica Roma con furore
De TodoIl titolo parla da solo. Preparatevi al delirio.