Aka: è il punto di vista di una bambina di cinque anni, quindi abbiate clemenza, mica posso farle fare voli iperbolici. È il sequel dell'ultimo comunque 🌝
«N-Non ti abbandonerò mai Giulia. Mai.»
Giulia crede a quanto proferito dal papà. È il suo papà per Giove! Oltre a essere una persona molto importante è anche lontanissimo - ma issimo issimo - dal dire bugie. Le bugie non si dicono, la rimprovera sempre aspramente Livia quando tenta di abbindolarla, ne derivano solo infauste conseguenze.
Finora dalle bugie di Giulia non è uscito nulla di infausto, ma si ravvede comunque dal dirle. Soprattutto in questi giorni.
Del fratellino non si sa più niente, i servi evadono le sue domande. I grandi sembrano abbattuti e non vede Livia per un po'. Papà le dice che sta riposando.
La preoccupa l'atteggiamento del papà. Sembra così stanco e triste. Perché triste? È forse capitato qualcosa di male? La goccia di timore provata quella notte le inonda l'anima e Giulia sente che c'è di mezzo il fratellino Lucio. Non l'ha mai confessato al papà il suo nome sperato e Tiberio le consiglia, burbero come nel suo stile, di stargli alla larga.
«Sono affari che non riguardano voi pulci.» brontola una mattina a lei e a Druso, scattanti di curiosità.
«Perché?» chiosa aspra Giulia. Tiberio è proprio detestabile come sua madre. Vorrebbe coprire le orecchie a Druso, zia Ottavia ripete sempre che i piccolini non devono sentire litigate brutte. «Riguardano te invece?»
Tiberio fa una smorfia odiosa, soffiando come un gatto irato. «Magari il bimbo se n'è andato perché ha capito quanto sei rompiscatole.»
No, lui lo è. E anche tanto. Giulia trascina Druso via e prosegue a investigare. Com'è scorretto mentire lo è anche origliare, ma lo zio Agrippa e lo zio Mecenate sono arrivati e, cosa insolita, li hanno degnati di veloci sorrisi, correndo subito allo studio del papà e serrandosi dentro.
Grida, mobili spostati. Il trillo stridulo della voce di Mecenate accompagna il tono profondo di Agrippa.
Più il papà.
«Cos'ho fatto per meritarmelo eh? Ditemi cosa!» Sta inveendo contro chi? «Antonio si rammollisce in Egitto nelle spire di quella sgualdrina coronata e sforna figli su figli! Gemelli! E un altro maschio! Una sfilza di maschi! Eredi.» sottolinea, una vena di disperazione spaventante Giulia.
«Anche tuo zio incontrò problemi con la successione.» Mecenate è calmo, contrapposto all'agitato amico. «Aveva solo Giulia Minore, ricordi?» Giulia non l'ha mai incontrata, ma se la ricorda. Anche lei era la figlia d'un Cesare. «Risolse adottandoti.»
Adozione, l'altra strada dell'eredità romana.
«Posso considerare solo Marcello e lo sai. È sangue del mio sangue.»
Marcello? Suo cugino Marcello? Ma è appena un bambino!
«Ottaviano.» Prende parola Agrippa. «Tu e Livia avete tutto il tempo del mondo, questo bambino... lo ricorderete solo come uno spiacevole evento. Ma i figli verranno, credimi. Intanto hai Giulia, non ti basta?»
Esatto. Che cos'ha lei che non va?
Il papà dietro la porta pare addolcirsi. «La mia Piccola Roma... sapete quanto la ami, entrambi sapete che devasterei il mondo per lei. Ma al contempo siete consapevoli di cosa c'è in ballo.»
Roma, si sussurra nella mente Giulia e decide che ha sentito abbastanza. Aspetta quella sera, passata la cena, per scorrazzare nella cubicula del papà. Ondeggiante nelle sue mani vi è una pupa a cui ha tagliuzzato via i capelli e l'ha denominata Lucio.
Non avrà il fratellino, ma avrà lui.
«Papà?»
Suo padre scribacchia e firma pure a letto, nonostante sappia i limiti della sua salute. Giulia avanza solenne, sollevando il suo Lucio come un trofeo.
«Ti presento Lucio.» Glielo depone sulle coperte. «Vuole essere il tuo bimbo.»
Ottaviano sorride complice, esaminando il bambolotto. «Mio Piccola Roma? Non tuo?»
«Ti farà compagnia quando io non potrò.»
«Oh.» La prende in braccio e la tira sul letto e, nelle braccia del papà, Giulia si sente più al sicuro che mai. «Capisco.»
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Meme dall'antica Roma con furore
DiversosIl titolo parla da solo. Preparatevi al delirio.