Meritano di più anche loro, va bene?🌝
Antinoo è un dio.
Adriano non lo pensa perché ebbro d'amore, non lo pensa perché la schiena d'avorio del giovane s'inarca sinuosa con un'eleganza innaturale sul letto. E nemmeno lo pensa perché dalle labbra morbide e turgide gocciola un sapore - uno splendido, frastornante sapore - di nettare celestiale.
Antinoo è la sua ambrosia, tra le sue braccia respira l'immortalità degli Dei.
Riposa il capo libero dall'opprimente alloro sul suo diaframma, sulla pelle del ragazzo una battaglia di luci e ombre. Giovinezza subliminante d'immature, efebiche, perfette e appaganti voluttà.
Antinoo è la vetta delle proporzioni, in lui calcoli e simmetrie fioriscono in un compimento trionfale. Anche prementi, torace incalzante, riccioli che s'avviluppano come alghe.
Poesia di carne.
Adriano ricambia il bacio, ammollo nell'oceano di lenzuola.
«Tua moglie...» smozzica incerto, pauroso, il giovinetto, ritraendosi. Il nocciola vellutato incupito da un'ombra. Si ammassa un lenzuolo in grembo.
Sabina. Il terzo incomodo. Un possibile coltello piantato tra le costole.
La sua algida dignità non le farebbe alzare un muscolo per impicciarsi in intrighi così loschi e infamanti.
«Ignorala. Soffia, ma è priva di artigli.»
Davvero fu Ganimede a venire rapito da divinità smaniose di godere della sua bellezza? Adriano si interroga se non sia avvenuto l'incontrario: il pastorello benedetto da un fascino singolare ha fatto breccia nei cuori divini, annichilendoli, assoggettandoli. Sottomessi.
Chi è Ganimede e chi il dio fra loro?
Adriano non lo sa, gli importa poco. Riflessioni represse dalla pioggia di baci dell'amante.
Antinoo è un dio perché il suo volto riluce dell'anormale sfolgorio delle divinità. È un dio perché dovunque vada ammutilisce esseri e cose con la sua presenza.
È un dio perché ripescato livido e bluastro, rigurgitante il Nilo, alghe appiccicate come serpi egiziane assetate della sua anima. Adriano geme, si china e lo culla. Penzolante e inerme e consacrato all'eternità.
Lo esalterà nei marmi, nelle sculture, nelle città. Antinoo non morirà mai, rivivrà mille vite, mille facce di diamante. Creatura in trappola in una gabbia di compianta, ossessiva, memoria.
Antinoo è un dio perché ha ritenuto la vita mortale così poca, polverosa e vile cosa, preferendo raggiungere subito quell'Olimpo che l'aveva spedito sulla terra.
Deve averlo rapito un'aquila. Ma non Giove.
Roma.
E il suo imperatore.
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Meme dall'antica Roma con furore
CasualeIl titolo parla da solo. Preparatevi al delirio.