ANIMI SPEZZATI

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Dieci giorni erano passati dalla battaglia dell'Arno, e il principe degli abissi aveva mantenuto la propria parola, i romani avevano lasciato l'Italia senza disturbi, navigando affranti verso l'America. I seguaci di Mare e Inferi erano entrati nella città eterna senza colpo ferire, la parata di ingresso fu spettacolare... i due Principi entrarono per primi seguiti dai generali e dall'esercito al completo, mentre una legione di scheletri applaudiva. Un enorme drago superava il corteo ruggendo vittorioso. E il miglior difensore di Roma, il grande Console Reyna, doveva assistere a ciò, vestita di stracci in ginocchio accanto ai principi, con una catena al collo, come fosse una bestia selvaggia.

Otto giorni in una cella, priva di luce, sottoterra lontana da tutti. Solo i principi le facevano visita, e questo non era un aspetto positivo. Erano veramente cambiati, i ragazzi di un tempo mai avrebbero cercato di spezzare un'anima, loro invece sembravano non volere altro. Non torturavano Reyna fisicamente, non erano così materialisti, giocavano con la sua mente, riaprendo ferite ormai cicatrizzate, riportando a galla vecchie paure. Nico era il peggiore dei due, le appariva anche in sogno << Guardati, impotente, come quando eri con i pirati, avevi giurato a te stessa di non trovarti mai più in una situazione così >> le stava dicendo in questo momento << guardati, senza onore e senza gloria, hai accettato la resa, quale vero Console romano lo avrebbe mai fatto, nessuno, solo tu >> continuò tranquillo << Chissà cosa direbbe tua sorella se ti vedesse cosi>> commentò << Basta basta, ti prego lasciami stare, va via ti supplico!>> urlò lei ormai sul punto di crollare << E perché mai? Mi diverto così tanto a torturarti, soprattutto perché cerchi di resistere!>> rispose lui ridendo << Siete dei mostri, dovreste marcire nel Tartaro >> sbraitò lei piangendo, ormai distrutta sia nel corpo che nella mente << Oh povera Reyna, noi siamo il Tartaro, lo vedrai presto, a domani mia cara >> rispose calmo prima di dissolversi nell'ombra.

Reyna il giorno dopo avrebbe voluto cavarsi gli occhi. Di buon mattino venne il Primo Generale Zhang in persona a prelevarla dalla sua cella, per portarla al maestoso Colosseo, il solo e unico. Lo spettacolo fu raccapricciante: decine di amazzoni agonizzanti crocifisse, lasciate morire senza pietà, creavano un corridoio dove era steso un lunghissimo tappeto rosso, che raggiungeva una struttura allestita apposta per l'occasione, un grande palco con due enormi troni, sui quali sedevano i due principi, vestiti per l'occasione in armatura nera, mantello color porpora e corona d'alloro. Reyna fu lasciata accanto al trono di Percy, sempre incatenata e costretta a guardare avanti << Cari amici, le amazzoni guidate dalla regina Hylla in persona sono accorse per salvare la Console Reyna, sorella minore della regina stessa. Grazie ai nostri prodi generali e ai vostri sforzi sono state sconfitte, congratulazioni!>> esclamò << Hylla, dov'è mia sorella, cosa le avete fatto>> domandò piangendo Reyna << Tranquilla piccola, la vedrai presto>> rispose il figlio di Poseidone << Ecco a voi, la loro grande regina, incatenata ai vostri piedi>> l'attenzione si sposto su un cancello d'ingresso dal quale uscì una spavalda Clarisse, coperta da una bianca corazza imbrattata di sangue, con al guinzaglio la regina delle Amazzoni, ferita e agonizzante, completamente nuda. Fu portata e lasciata accanto la sorella, incapaci però di guardarsi in volto l'un l'altra << Visto il vostro grande valore, meritate un premio, assisterete allo stupro di tutte le amazzoni prigioniere: fate entrare i nostri vincitori>> disse euforico Nico, e in quel momento cento uomini mascherati entrarono e liberarono le amazzoni morenti, poi si disposero in fila indiana, e uno per uno, dinanzi ai principi e alle due sorelle, violentarono le fiere amazzoni, prima di lasciarle cadere morenti o già prive di vita. Le urla strazianti di Hylla riecheggiarono per tutto il Colosseo per ore, fino alla fine dell'ultimo stupro. Quando tutto cessò, Percy si alzò dal proprio trono << Bene amici, ho un ultimo dono per voi, avete assistito al primo spettacolo, ora il finale, lo stupro della regina dinnanzi alla sorella minore!>> continuò felice << E sarò proprio io il fortunato>> concluse ridendo e una marea di applausi si levò dagli spalti. Reyna non poteva credere alle proprie orecchie, le sembrò di sentire la sua anima spezzarsi in mille piccoli pezzi. Si dimenava cercando di rompere le sue catene, urlando fuori di sé << Madre ti prego salvala, se mai siamo state delle buone figlie per te, non permettere che ci usino così, che ci umilino così. Ti prego, madre ascoltami!>> pregava piangendo mentre Hylla veniva bloccata piegata su una sedia, obbligata a guardare negli occhi la sorella minore, con gli occhi ricolmi di lacrime. Le sentì la divina madre Bellona, e provò immenso dolore nel vedere le figlie predilette alla mercè del figlio di Poseidone, ma non intervenne sebbene ne avesse il potere: ormai anche gli dèi temevano i Principi. Percy entrò in Hylla violentemente, lei gridò per il dolore, per la paura, per la rabbia, per la frustrazione, per tutto il tempo, che sembrò essere infinito, mentre guardava la sorella piangere e gridare disperata << Questo spettacolo lo vedrai ogni notte piccola >> le disse Nico all'orecchio prima che Percy umiliasse definitivamente la sorella. Una volta finito, la lasciò cadere per terra come un rifiuto, e lei non aveva la forza di alzarsi, stavolta, la fiera regina delle Amazzoni era stata spezzata << Miei compagni, dato l'enorme rispetto che nutro verso le due sorelle Arellano, io e Nico abbiamo deciso di concedergli il ritorno a casa, senza nessuna condizione >> iniziò con sguardo furbo Percy, guardando negli occhi Reyna mentre parlava. Ecco il suo piano, lo aveva rivelato: spezzare le due sorelle, umiliarle a tal punto da renderle inermi, sebbene libere. Sarebbero stato un esempio per i suoi nemici, anche i più grandi venivano piegati dal potere dei Principi, nel vederle incapaci di reagire, comandare o combattere, nel vedere solo un'ombra delle semidee che erano state, anche il più forte dei loro nemici si sarebbe impaurito, e loro si sarebbero nutriti di questo, della paura degli altri.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora