VITTORIA O MORTE

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Eccoli lì, i due grandi principi in attesa. Immobili poco oltre l'impetuoso Arno, attendevano la carica del nemico da soli, noncuranti del pericolo, ma per loro che avevano affrontato mostri e giganti, titani e antichi dei, un esercito di semidei poteva non essere una grande minaccia.

Giunta con la sua avanguardia Reyna vide i due grandi eroi, che un tempo riteneva amici, fermi in attesa. Per un momento la sua mente vagò lontana, ricordando i momenti trascorsi insieme, ma quel mondo non esisteva più, erano in guerra ora, e in guerra non ci sono amici, lei, figlia di Bellona, lo sapeva bene. Travis la riscosse dai propri pensieri << Console, sono loro?>> chiese con una sfumatura di paura nella voce << Si Travis, i due principi non si sono fatti attendere, come immaginavo>> rispose calma la ragazza << Va da Connor e fate disporre la legione, prepara le baliste, cercheremo di colpirli la lontano>> ordinò. Il fedele pretore obbedì, e in un baleno la legione era disposta in formazione da battaglia, in prima linea, divisa in tre ordini, la fanteria pesante, in seconda, arcieri e baliste. La cavalleria non era molto utilizzata dai Romani, e i pochi cavalieri erano rimasti a Roma a difesa della città insieme al resto della Legione.

Reyna tornò a osservare i due avversari, ancora immobili, in nessun modo turbati dal suo esercito o dalla vista delle baliste. Poveri illusi, Reyna sapeva bene quanto fossero potenti i principi, ma era sicura che da soli sarebbero stati sconfitti, e ciò avrebbe messo fine alla guerra. << Arcieri, incoccare>> tuonò << tendere, scoccare!>> urlò infine ed immediatamente una pioggia di frecce si abbatté sui due eroi. Ma con grande disappunto generale, rimasero completamente illesi. Travis e Connor ordinarono di scoccare nuovamente, e per tre volte piovvero dardi acuminati sui principi, e per tre volte questi rimasero illesi. A quel punto Reyna era seriamente preoccupata, aveva sottovalutato i due semidei << Baliste, fuoco a volontà>> ordinò << Legione, avanzare in formazione, carica!>> tuonò. I proiettili romani saettarono verso Percy e Nico, e i due decisero di dar sfogo ai loro poteri. La terra si squarciò ed enormi scheletri emersero dalle crepe, facendo da scudo con i loro corpi, mentre dal fiume eruttavano geyser talmente caldi da sciogliere i dardi. L'intera legione si fermò un momento dopo questa reazione, la paura stava fiaccando il loro morale... A quel punto la figlia di Bellona usò il proprio potere, e infuse coraggio ai suoi soldati, spronandoli ad andare avanti, vittoria o morte! Superarono il fiume impetuoso e circondarono i due semidei, che tranquilli osservavano la scena con un sorriso furbo sulle labbra. << Percy, Nico, in nome della nostra vecchia amicizia vi do la possibilità di arrendervi, verrete imprigionati a Roma fino alla fine della guerra, ma giuro sullo Stige che a nessuno dei vostri compagni sarà fatto del male, potranno restare al vostro campo fino al vostro ritorno senza che nessuno possa disturbarli>> si avvicinò a loro Reyna, che voleva evitare il massacro delle sue truppe: infatti anche se avessero vinto, gran parte dei suoi avrebbero trovato la morte combattendo i due leggendari eroi.

<< Ti ringraziamo Reyna, come al solito gentilissima>> la schernì Percy << Vedi la tua proposta ci lusinga, ma abbiamo un offerta migliore >> continuò ironico Nico << Esatto, arrendetevi, consegnateci le armi e vi concederemo una morta rapida e indolore, o una prigionia confortevole...>> propose Percy << Anzi, ho un idea migliore, arrendetevi e lasciate l'Italia, tornate in America sani e salvi, tutti eccetto te Reyna >> lo sguardo di Nico si fece d'un tratto feroce e aggressivo, tanto che la Console indietreggiò leggermente << Tu dovrai portare un messaggio per noi ai tuoi amici Jason e Annabeth>> esclamò con nonchalance Percy << E loro lo porteranno a Will e Leo >> concluse Nico rabbioso, il tradimento subito aveva causato ferite difficili da rimarginare.

<< S-siete pazzi forse?>> domandò incredula Reyna << Ah non accetti?>> chiese con tono fintamente dispiaciuto Percy << Peccato, faremo a modo nostro allora >> concluse Nico. A quel punto si scatenò l'Inferno.

Accadde tutto così in fretta che i Romani non si accorsero nemmeno di cosa gli avesse colpiti. Dalla terra emerse un esercito di semidei, guidati dai generali dei principi: Hazel, Frank e Clarisse. Circondarono la Legione e attaccarono con violenza. I romani cadevano uno dopo l'altro presi alla sprovvista e incapaci di reagire. Mentre ancora osservava esterrefatta la scena Reyna sentì una lama fredda sfiorarle il collo << Vediamo Console, quanto riesci a resistere prima di cadere>> sussurrò al suo orecchio Percy, mentre Nico si mischiava alle truppe sul campo di battaglia. In un attimo si ritrovarono spada contro spada: entrambi erano grandi guerrieri, ma sembrava che Percy non sudasse nemmeno. Menava fendenti rapidi e potenti, che Reyna parava a malapena, avrebbe potuto finirla diverse volte, ma le lasciava sempre il tempo di riprendersi per tornare ad attaccarlo: lei provò una finta, ma il figlio di Poseidone schivò e con un calcio violento la fece cadere a terra. La risoluta figlia di Bellona inspirò profondamente e si rialzò, mettendosi nuovamente in posizione di combattimento << Ancora in piedi eh? >> la sbeffeggiò Percy << Ah già vero, com'è che dite voi Romani, vittoria o morte giusto? >> continuò sorridendo << Beh peccato, non avrai nessuna di queste >> concluse ridendo, una risata antipatica, irriconoscibile rispetto a quella di un tempo.

Reyna furiosa si lanciò in avanti, ma Percy era troppo bravo persino per lei, e nel mentre la battaglia infuriava intorno a loro. Nico era un'ombra che privava della vita semidei che un tempo aveva protetto, alle spalle, senza pietà; Hazel in groppa ad Arion falciava quelli che furono i suoi commilitoni anni prima, senza provare un briciolo di rimorso nel farlo. E Frank... aveva liberato il suo potere, un enorme drago blu e rosso, differente dai mostri conosciuti dai greci e romani, più simile ai dragoni cinesi e orientali, con un corpo serpentino e piccole ali. Attaccò le baliste e gli arcieri rimasti nelle retrovie, bruciando corpi su corpi e incenerendo carri su carri.

Dopo un'ultima serie di affondi e parate Reyna era disarmata, con la corazza lacerata e il mantello consolare ridotto a brandelli, in ginocchio, con la lama di Vortice puntata alla gola<< Arrenditi insieme ai tuoi, e anche a loro sarà concesso di vivere, senza onore certo, ma pur sempre di vivere>> offrì Percy: ecco qual era il suo piano fin dall'inizio, mandare un messaggio, lui poteva piegare chiunque, compresa Reyna. Il console avrebbe preferito morire, ma ancora un migliaio di Romani poteva salvarsi, e non poteva condannarli a morte certa << Va bene, hai vinto, mi arrendo, LEGIONE DEPONETE LE ARMI, ARRENDETEVI>> esclamò ad alta voce così che tutti sentissero <<Brava piccola>> disse Percy prendendo il mento della ragazza tra le dita, in modo delicato. <<Bene, Pretori Stoll, riportate al Campo Giove tutti i semidei rimasti in Italia, nessuno dei nostri vi attaccherà, lo giuro sullo Stige!>> ordinò Percy rivolgendosi ai due pretori << Non andiamo senza il nostro console, non abbiamo paura di te >> dissero all'unisono i due fratelli sguainando le spade << Oh certo, non dovete averne di me...>> rispose sorridente Percy << ma di lui si>>. Un secondo dopo entrambi i fratelli Stoll avevano un enorme squarcio al basso ventre << Non è mortale, solo un avvertimento>> sussurrò al loro orecchio Nico divertito. << Bene, come stavo dicendo, vi diamo due giorni prima di marciare su Roma. Spero per voi che troveremo le porte aperte>> concluse con tono minaccioso. E senza aggiungere altro si congedò.

Si ritirarono i romani, i figli prediletti di Marte, sconfitti e umiliati, privati dell'onore di una morte gloriosa in battaglia, cadeva anche la grande Console e protettrice di Roma, sorgevano i principi di inferi e abissi, cominciava la loro ascesa al potere.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora