Sette notti, sette notti in una nave da sola, nel mezzo dell'oceano, sola e indifesa, navigava così la figlia di Bellona verso il Campo Mezzosangue, per portare il messaggio dei Principi a tutti i fedeli. Nico di Angelo aveva ragione, ogni notte Reyna riviveva lo stupro di sua sorella, sentiva le sue urla in ogni momento, era oppressa da quel senso di impotenza. Non riusciva a non pensare a cosa sarebbe successo se avesse accettato le condizioni di Percy fin dall'inizio, o se meglio ancora non lo avesse mai sfidato. Non era un pensiero da Console, da eroina, semidea, legionaria, romana, ma lei non era più niente di tutto ciò, solo un'anima in attesa della sua morte.
Era un pomeriggio caldo e afoso al Campo Mezzosangue, dove regnava una tranquillità innaturale. I ragazzi riordinavano le armi, si addestravano, facevano un bagno... come non fossero in guerra. All'interno della Casa Grande i potenti leader dei Fedeli discutevano su come poter vincere la guerra contro i Rinnegati in modo definitivo, erano molti meno sì, ma più potenti e nettamente meglio organizzati e ormai il loro controllo dell'America era quasi assoluto. Chirone, nella sua forma equina, era invecchiato molto negli ultimi anni, il manto un tempo candido era grigiastro e privo di luce, e anche i capelli e barba sembravano essere spenti e poco curati, la guerra lo aveva provato molto; accanto a lui sedeva Annabeth Chase, prediletta figlia di Athena, polemarco dei semidei Greci, e fidanzata con l'uomo alla sua destra... Jason Grace, figlio di Giove, pretore della XII legione Fulminata, uccisore del Titano Crio, Console dei Semidei, tornato dall'Ade all'inizio della guerra. Grazie alle loro strategie avevano battuto gli eserciti dei Rinnegati innumerevoli volte, ma non erano preparati a ciò a cui avrebbero presto assistito. Mentre discutevano riguardo il possibile assalto all'ultimo forte Rinnegato rimasto sul continente, un osservatore entrò di corsa nella Casa << Generali, c-c'è una nave a largo della baia...>> disse trafelato e spaventato << Che stemmi porta?>> domandò Jason senza distogliere lo sguardo dalle cartine e dai fogli sui quali stava lavorando << L-lo stemma dei principi signore >> rispose a bassa voce il soldato, quasi temendo che solo pronunciare il loro nome fosse un pericolo. Lo stemma dei due semidei era un tridente rosso su uno sfondo nero, con alla base teschi sanguinanti. Subito i generali ordinarono di prepararsi a combattere e in poco tempo due intere falangi oplitiche affiancate due coorti si disposero sulla spiaggia. Erano circa cinquecento semidei, la metà dei residenti al Campo, ma gli altri erano partiti per mare quella mattina. << Jason, quella nave non si avvicinerà mai, dobbiamo andare noi da loro>> disse calma Annabeth, cercando di ostentare sicurezza, ma in realtà era terrorizzata di rivedere Nico... e Percy. Ormai tutti sapevano della disfatta in Italia, e giravano voci sui loro poteri decisamente poco rassicuranti. << Vado in volo, se non dovessi tornare entro dieci minuti bombardate la nave, sono stato chiaro?>> ordinò Jason risoluto prima di spiccare il volo. Ciò che trovò fu se possibile peggiore dei due Principi: Reyna, vestita di stracci, rannicchiata disperata in un angolo, incapace di muoversi. Jason le si avvicinò piano, dopo aver fatto un cenno ai suoi dicendo che non c'era pericolo. << Ehi Reyna, che è successo, vieni qui, tranquilla sei a casa ora>> disse dolce, poi provò a toccarla ma al semplice contatto lei svenne. Lui la prese prima che potesse cadere e la riportò sulla spiaggia, dove tutti si fecero da parte per farlo passare. Annabeth si mise al suo fianco guardando Reyna svenuta tra le sue braccia, sembrava un'altra persona ora. Ordinò di chiamare i medici e di allestire una camera nella Casa Grande, poi si diresse nei suoi alloggi per schiarirsi le idee. Una cosa era certa però, la guerra non era ancora minimamente vicina alla fine.
Per cena raggiunse gli altri nella casa grande, c'erano molte cose di cui parlare, e dovevano ancora capire cosa fosse successo a Reyna. Entrò e vide Chirone e Jason seduti accanto a Reyna che piangeva disperata. Cercavano di aiutarla a parlare e a sfogarsi, ma era impossibile, si avvicinò e abbracciò forte la sua amica, senza dirle nulla, lasciando che trovasse conforto nelle sue braccia. Dopo qualche minuto, Reyna si era calmata e Annabeth si staccò dall'abbraccio << Cosa ti è successo?>> chiese << Possiamo aiutarti a superarlo, qualsiasi cosa sia, ti prego diccelo Reyna, siamo tuoi amici>>
Avrebbe preferito non ricevere nessuna risposta: con uno sforzo sovrumano Reyna iniziò a raccontare: la notizia dell'entrata in guerra dei Principi, il suo arrivo alla testa della Legione sull'Arno, raccontò di come Percy e Nico la avessero presa in giro prima di sconfiggerla sul campo, e di come la avessero obbligata a arrendersi umiliandosi davanti ai suoi stessi soldati... poi la parte peggiore, le notti di tortura nella cella a Roma, dove anche nel sonno le faceva visita il figlio di Ade, riportando alla luce vecchi traumi della sua vita, fiaccando la sua anima sempre di più. Raccontò anche ogni particolare dello spettacolo al Colosseo, senza versare una lacrima, lo stupro delle Amazzoni e le loro torture. Poi collassò: raccontò piangendo la sorte di sua sorella, del suo stupro a opera di Percy, di averla guardata negli occhi per tutto il tempo incapace di muoversi. Delle grida disperate verso la divina madre che le aveva abbandonate. E infine, dopo aver detto come Percy le avesse spezzate ed umiliate, lasciandole vivere senza onore, riportò il messaggio dei Principi verso i due grandi generali dei Fedeli < Cari Annabeth e Jason, i Vendicatori stanno venendo a prendervi.>> disse e consegnò loro una pergamena sigillata. La aprirono rimanendo scioccati da ciò che vi era scritto, una semplice frase: "Lettera dall'Inferno". <<Che cazzo vuol dire?>> chiese preoccupato Jason. Annabeth deglutì, alzò gli occhi dalla lettera e guardò a lungo Reyna prima di rispondere <<Vuol dire che dobbiamo avere paura>>.
La notte cadde sul Campo Mezzosangue, avvolgendo il luogo in un'atmosfera di incertezza. E così, nella quiete della notte, i semidei si prepararono per la tempesta imminente. La guerra non era finita, e una nuova minaccia incombeva sul loro mondo.

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𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
Hayran KurguUn nuovo inizio, una nuova era. Dieci anni dopo l'ultima Grande Profezia l'umanità ha inspiegabilmente abbandonato la Terra. Dalle ceneri di un conflitto fratricida un nuovo nemico è sorto, un nemico malvagio, subdolo e senza scrupoli, un nemico tra...