IL TERRORE NERO

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Anax calò in picchiata verso il centro di Tebe, lasciando Will tra le nuvole: Nico non aveva nessun motivo per risparmiare Will, ma avrebbe voluto ucciderlo a modo suo, lentamente, spezzando prima il suo animo, solo per questo lo aveva lasciato vivere. Ora iniziava la vendetta di Anax <<Forza bello!>> spronò il proprio drago che in risposta ruggì rabbioso. Appena furono a tiro le numerosissime baliste gli scagliarono contro un'infinità di dardi, ma nulla potevano il bronzo celeste o l'oro imperiale contro Anax. I dardi che riuscivano a raggiungerlo non scalfivano minimamente le nere squame del drago, rimbalzavano prive di efficacia. Anax si diresse verso la porta centrale delle sette, la più grande e resistente, circondata da una corona di bastioni difensivi, dove erano cariche una grande quantità di baliste e catapulte. Una porta inviolabile per qualsiasi esercito, ma a nulla servivano queste difese contro il fuoco del Terrore Nero. Veloce come la morte sorvolò i primi bastioni e con un'imponente fiammata li rase al suolo. Le grandi torri caddero, portando con sé i corpi dei difensori. Atterrò su ciò che rimaneva dei bastioni, e ruggì minaccioso verso la città in allarme. Senza problemi rase al suolo la grande porta e le possenti mura, distruggendo qualsiasi arma provasse a contrastarlo, e bruciando decine di semidei. Nico sentiva le anime scendere agli inferi, e questo gli dava ancora più forza: si levò in cielo e sussurrò all'orecchio di Anax <<Dracarys>> era il comando che lui e Percy avevano insegnato ai loro draghi, significava sostanzialmente "bruciate qualsiasi cosa vogliate". Il drago ruggì vittorioso, e senza pietà rase al suolo tutto ciò che si trovava sulla sua strada: case e abitazioni, ospedali, baliste e catapulte, semidei che disperatamente cercavano di fuggire. Una colonna di soldati scagliò le lance verso il Principe, sperando di ferirlo per obbligare alla ritirata Anax, ma mancarono il colpo. La reazione di Nico non si fece attendere: si dissolse nell'ombra, lasciando la groppa del proprio drago. Nel tempo i suoi poteri erano aumentati a dismisura, e con questi anche alcune sue abilità. Nel periodo di esilio si era allenato duramente per padroneggiare al massimo il viaggio nell'ombra, e adesso grazie ai nuovi poteri era diventato veramente formidabile. Non solo non soffriva più di alcun tipo di stress dopo averlo utilizzato, nessuna debolezza, ma addirittura riusciva a viaggiare anche in pieno giorno, gli bastava solamente una minuscola ombra, grande quando un'unghia. E proprio grazie a questo potere si materializzò proprio davanti alla colonna di soldati. L'unica cosa a non esser cambiata negli anni era la sua postura. Ora era un uomo, e aveva messo su muscoli rispetto al ragazzino mingherlino tutto pelle e ossa che era. Il fisico era muscoloso e ben definito. Ma la postura era rimasta uguale. Quelle spalle curve e abbassate, il capo chino e leggermente inarcato, con i capelli corvini sul volto che lasciavano intravedere un sorrisetto malizioso, come fosse ancora un ragazzino dispettoso e irrequieto. Portava la spada quasi come non riuscisse a sollevarla, la lasciava pendolare lungo il fianco, e quasi toccava terra. Sbuffò sonoramente e si rivolse ai suoi avversari <<Sapete chi sono, vero?>> puntò loro la nera spada di ferro dello Stige. In quel momento sul suo capo si creò dal nulla una corona di spine, fatta di pura oscurità, e l'aura del Principe si espanse a dismisura. I soldati in prima linea arretrarono tutti, tranne uno, che anzi ebbe l'ardire di fare un passo avanti per sfidare il Principe. Nico inarcò un sopracciglio, il ragazzo aveva fegato, doveva concederglielo. Lo guardò con attenzione, e si rese conto subito che non stava per fronteggiare un semplice semidio: era alto e seminudo, non portava corazza a coprire il fisico muscoloso, solo una fascia di porpora copriva il torace e una scarsella borchiata gli arrivava fino a sopra il ginocchio. Aveva lunghi capelli mossi e biondi, che si intonavano perfettamente con due freddi occhi azzurri. In mano teneva una lancia di bronzo celeste, e teneva tra le braccia il grande elmo, privo di cimiero, molto semplice e poco decorato. Solo successivamente Nico notò lo scudo, e lì iniziò a capire quale eroe si trovasse dinnanzi a lui. Sul grande scudo erano raffigurate la testa di un grande cinghiale, e un tizzone in fiamme alla base di esso. Sullo sfondo erano presenti molte altre scene, confuse: una bionda cacciatrice, una città in fiamme, un banchetto finito nel sangue, una sposa che piange al capezzale del marito. Il biondo eroe fece un altro passo in avanti, e si ritrovò a pochi metri dal Principe<<Io so chi sei, Nico di Angelo, figlio di Ade e Principe degli Inferi>> disse con voce ferma <<Ma dimmi, sai invece chi sono io?>> chiese poi fissando il corvino. Nico rifletté un secondo<<Oh, Meleagro certo>> rispose con tono mellifluo<<L'eroe che tutti celebrano ma di cui nessuno conosce la vera storia>> continuò. Ed era vero, nessuno conosceva la vera storia di Meleagro, persino per i semidei greci era un argomento complicato da trattare, tante erano le storie su di lui. <<Storie...Pff. Hanno un valore solo quando siamo noi a decidere di darglielo. Nessuno sa la storia di Meleagro, ma tutti ne conoscono la leggenda>> rispose con tono sognante l'eroe<<Solo quello resta, Di Angelo, non la tua storia, ma la tua leggenda, il tuo racconto epico>> concluse. Nico fu colpito da quelle parole, ma dovette ammettere che erano vere. Per un secondo pensò a come il mondo lo avrebbe ricordato nei millenni a venire, come un eroe? Come un tiranno? Come un mostro? Non lo avrebbe mai saputo, ma probabilmente nessuno avrebbe cercato di capire la sua storia, ma sarebbe rimasta di lui solo la leggenda del Principe, e, forse, nel profondo della sua anima, Nico non era felicissimo di questo. Fissò il suo avversario per qualche secondo<<Già, la nostra leggenda. Ma dimmi, eroe, chi tramanda le leggende? I vinti, o i vincitori?>> chiese con tono accusatorio. Meleagro sorrise e scosse leggermente la testa <<La storia la scrivono i vincitori, Principe; ma le leggende, quelle le raccontano le persone>> rispose enigmatico come al solito. Nico soppesò la risposta, poi inclinò leggermente il capo e sorrise, poi il suo sguardo si fece minaccioso <<Beh, aggiungerò alla mia leggenda anche l'uccisione del grande Meleagro allora>> ringhiò. Come una furia si scagliò contro l'avversario, che prontamente sfoderò la sua lunga spada e si preparò a respingerlo. Nico era un grande spadaccino, ma non certamente al livello di Percy o Jason, ne era consapevole. Il suo punto di forza erano i suoi poteri, e gli avrebbe sfruttati. Generò dal niente uno scudo rotondo fatto di pura oscurità, e tentò un rapido affondo. Ma Meleagro era bravo, non solo parò col proprio scudo il colpo del Principe, ma sempre con questo lo colpì al volto stordendolo leggermente. Subito dopo iniziò ad attaccare con veemenza il Principe, che ora in svantaggio fu costretto a parare ripetutamente con lo scudo i fendenti dell'avversario, che con grande abilità lo incalzava. Non solo lo attaccava impedendoli di contrattaccare, ma mentre lo colpiva con la spada usava le gambe e lo scudo per sbilanciarlo, facendogli spesso perdere l'equilibrio, e costringendolo a ritirarsi. Dopo l'ennesima serie di colpi, lo scudo si dissolse lasciando indifeso Nico<<Le sue ultime parole, Principe?>> chiese con superbia Meleagro. Nico sorrise <<È appena iniziata>> e scomparì. Il greco si guardò attorno confuso, ma del Principe non c'era nessuna traccia. Pensò che si fosse ritirato quando sentì un dolore lancinante sotto il ginocchio sinistro. Abbassò la testa e vide una lancia nera dissolversi nel nulla, lasciando bene visibile l'enorme ferita. Si voltò di scatto e vide il Principe a una decina di metri da lui, con un'altra lancia in mano<<Te lo avevo detto>> gli disse, e scagliò la sua lancia. Meleagro prontamente sollevò il proprio scudo, e la lancia rimbalzò contro questo, non riuscendo a perforare il bronzo e il cuoio. Fu poi il turno del greco, che scagliò la sua lancia con una forza sovrumana, che sorprese Nico. Ebbe un secondo per generare uno scudo, ma la lancia lo trapassò, piantosi nel ventre del Principe. Fortunatamente la ferita non era gravissima, la lancia non era penetrata in profondità, ma era comunque fastidiosa. Nico osservò arrabbiato il sorriso sul volto di Meleagro, e con uno scatto repentino lo caricò. Dopo aver incrociato poche volte le spade Nico riuscì a disarmare l'avversario, e la sua spada volò lontano tra le macerie ardenti di Tebe, la città dalle sette porte. Il biondo fece qualche passo arretrando<<La mia leggenda continua Meleagro... la tua finisce oggi!>> ringhiò il Principe rabbioso. L'avversario provò a caricarlo con il proprio scudo, ma Nico schivò rapido e lo ferì alle gambe, lasciandolo inerme e inginocchiato. Camminò lentamente intorno allo sconfitto, godendosi la propria vittoria. Stava pensando a come eliminarlo, d'altronde uccidere un grande eroe non era una cosa comune nemmeno per un Principe: era indeciso se trafiggerlo con la propria nera lama, o se lasciarlo inghiottire dagli inferi. Alla fine, decise che fosse più giusto che ad eliminarlo fosse un qualcosa di più vicino alla sua storia. Sorrise malevole verso di lui e richiamò Anax a sé. Dopo pochi secondi, il Terrore Nero era accanto al Principe, con un inginocchiato Meleagro dinnanzi a loro <<Le tue ultime parole?>> domandò Nico. Meleagro lo guardò negli occhi per qualche secondo, prima di rispondere <<La prossima volta che ci incontreremo, combatteremo fianco a fianco; ci vediamo agli Inferi ragazzo>> e chinò il capo sorridendo. Nico, colpito da quelle parole, seppur non riuscisse a comprenderle, rispose <<Non vedo l'ora che quel giorno arrivi>> e ordinò al proprio drago di sputare fuoco. Le fiamme avvolsero il grande eroe, e una volta diradatesi, tra la cenere spiccava la pelliccia di un enorme cinghiale, nera e lucida: l'ultima spoglia del grande eroe.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora