La grande armata dei Fedeli navigava non più verso l'Italia, ma verso la Francia. Per vincere questa guerra avevano bisogno di armi, di armi capaci di abbattere i draghi dei Principi. Si dirigevano ad Avignone, dove per un certo periodo nel Medioevo, veniva benedetto il ferro dai papi cristiani. Ma una sorpresa li attendeva...
Il grosso dell'esercito era rimasto in mare, solo duemila semidei seguivano il divino Enea e Jason Grace alla ricerca del ferro di Cristo, l'unico metallo capace di ferire i draghi. La colonna di semidei procedeva lungo uno stretto sentiero in mezzo ai boschi. All'orizzonte si scorgevano le rovine della cittadella papale: un numeroso gruppo di imponenti edifici, con spiazzi, giardini e piscine. Il tutto circondato da un'imponente cinta muraria, che nonostante le pessime condizioni in cui vessava l'intero complesso, era perfettamente integra. Jason e Enea procedevano su due bellissimi destrieri bianchi, uno a fianco all'altro<< Questo posto è enorme, il ferro potrebbe essere ovunque>> disse Jason lamentandosi. Enea stava osservando una mappa delle varie strutture, che avevano trovato in uno dei tanti libri di Annabeth <<Per quello che ne sappiamo il ferro veniva benedetto nella cattedrale; quindi, sarà il primo luogo che escluderemo>> rispose risoluto Enea riavvolgendo la mappa <<Come mai, non dovrebbe essere e il primo posto da controllare?>> domandò dubbioso Jason. Il figlio di Venere si lasciò sfuggire un sorriso <<Vedi Jason>> iniziò<<Nella cattedrale il ferro veniva benedetto, non conservato>> spiegò <<Probabilmente ci sarà un deposito di armi, e uno dove il ferro benedetto veniva immagazzinato prima di essere forgiato>> concluse calmo. Jason lo guardò stupito, Enea aveva ragione: Annui in risposta all'amico e iniziò a pensare a dove potessero conservare armi e minerali i cristiani. Che strana religione, pensò tra sé e sé Jason: condannavano guerra e violenza, ma nella loro storia avevano portato morte e devastazione nel mondo.
Arrivarono dinnanzi alla radura fuori le mura della cittadella, quando sentirono un rumore di corni di guerra riecheggiare <<Falange formazione da battaglia>> ordinò immediatamente Enea, e subito gli opliti si disposero in posizione di difesa <<II e III corte, sul fianco destro della falange, IV e V voi coprite la destra>> urlò Jason ai legionari. Immediatamente l'esercito dei fedeli era pronto a combattere. Jason ed Enea galopparono nel mezzo della radura, parecchio avanti rispetto al proprio esercito, le armi sguainate. Per la prima volta Jason riuscì ad ammirare le armi di Enea, erano ancora più belle rispetto a come si raccontava nei miti. Completamente d'oro imperiale, forgiate da Efesto in persona. Il grande elmo era sormontato da un crine di cavallo rosso come il sangue, incuteva timore persino in un eroe come Jason. La lancia era molto lunga e robusta, ma Enea la maneggiava con un'abilità tale da farla sembrare leggerissima. L'intera armatura era decorata da scene di miti greci, rappresentazioni del cielo e della terra. Alla cintura era appesa una lunga spada a doppio filo, abbastanza corta ma robusta, anch'essa d'oro, con ricche decorazioni sull'impugnatura. Ma la parte più bella era l'enorme scudo, una vera opera d'arte: riportava la celebre immagine della lupa con i gemelli semidivini Romolo e Remo, il ratto delle Sabine la cacciata di Tarquinio il Superbo e la nascita della repubblica, lo scontro con Porsenna, i Galli disturbati dalle oche del Campidoglio. Illustrava il Tartaro con Catilina spaventato dalle Furie e i Campi Elisi con Catone che legiferava tra le anime dei giusti. Al centro, tra una cornice di delfini d'argento che guizzano in un mare dorato, è raffigurata la battaglia navale di Azio, con non solo lo scontro tra Augusto e Antonio, ma anche la battaglia degli dèi greci contro gli dèi egizi, con Anubis e il Nilo che accoglie i vinti. Ultima scena è il trionfo finale di Ottaviano Augusto a Roma, che assiste in trono al corteo dei popoli sottomessi e dedica le spoglie dei vinti nei templi.
A riscuotere Jason fu il rumore dei passi dei nemici: dal bosco uscirono numerosi semidei, perlopiù greci, con armature grigiastre con sfumature blu. Portavano i vessilli dei Rinnegati: un cielo nuvoloso trafitto da una lama lucente. Il simbolo della loro lotta verso l'oppressione degli dèi.
La formazione dei Rinnegati si aprì al centro creando un piccolo corridoio, dal quale usci un bianchissimo cavallo, completamente bardato con placche d'oro e bronzo. Anche il cavaliere era completamente rivestito dall'armatura, eccetto che per la testa. Gli schinieri in bronzo celeste li coprivano le gambe fino alle ginocchia, la parte superiore delle gambe era coperta solo da una bianca tunica ornata con ricami d'oro. Le ampie spalle e il busto erano protette da una bronzea armatura, decorata con i vessilli dell'antico e glorioso popolo dei Lici, e le giunture erano fatte non di bronzo, ma d'oro. Il capo era scoperto, l'elmo lo teneva sotto l'avambraccio: un tipico elmo greco di bronzo celeste, placcato d'argento. I para-guance insieme al nasale avrebbero protetto il volto del guerriero, e le loro rifiniture erano d'orate, e creavano un contrasto di luci con l'argento e il bronzo strabiliante. Una folta crine di cavallo nera sormontava l'elmo, lunga e fulgida. Il volto dell'eroe era sereno, quasi divertito: due occhi cristallini, capelli castani tagliati corti e alcune cicatrici sul volto, labbra fini e sorriso perfetto. <<Sarpedone...>> sussurrò Enea. Avanzò in groppa al suo destriero fino a raggiungere Jason e il figlio di Venere al centro della radura <<Amico mio, da quanto tempo>> esclamò smontando dal cavallo avvicinandosi a Enea, che smontò anche lui per abbracciare il vecchio amico <<Sarpedone, fratello mio, mi era giunta voce che anche tu avevi abbandonato gli inferi>> disse Enea <<Si è così>> iniziò il figlio di Zeus<<Come immagini il mio rancore verso gli dei non è diminuito nei millenni, per questo mi sono unito ai Rinnegati>> spiegò calmo. Enea annuì senza aggiungere altro, ricordava la triste fine del re dei Lici. Il semidio spostò la sua attenzione verso Jason <<Tu devi essere mio fratello>> disse sorridendo<<Ho sentito molto parlare di te, grande figlio di Giove, è un onore per me essere tuo parente>> continuò piegando il capo in segno di rispetto. Jason restò stupito da questo gesto, e non riuscì a fare altro che annuire in risposta. <<So cosa stai pensando Jason, e si, noi siamo nemici, ma anche tra avversari esiste il rispetto>> prese la parola Sarpedone<<Ho combattuto al fianco di molti degli uomini che ora combattono con te, non voglio inutili spargimenti di sangue. Se e quando ci sarà da spargere sangue, lo farò, ma oggi non è necessario massacrarci a vicenda>> concluse calmo. Il figlio di Giove guardò Enea stupito cercando conferme nel suo sguardo, e il figlio di Venere annui trasmettendoli sicurezza<<So perché siete qui>> rispose Jason<<Il ferro di Cristo dico bene?>> Sarpedone annui e rispose<<Leo e i figli di Efesto a Tebe hanno scoperto che è l'unica speranza contro Anax e Valiryon, perciò eccoci qua>> fece spallucce. Enea prese la parola << Facciamo così, probabilmente ci sarà un deposito di armi già forgiate, e un deposito con il ferro ancora grezzo>> spiegò comprensivo<<Noi prenderemo le armi, voi il ferro, così Leo potrà divertirsi a creare armi mortali>> suggerì. Tutti annuirono, felici di evitare ulteriori scontri.
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𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
FanfictionUn nuovo inizio, una nuova era. Dieci anni dopo l'ultima Grande Profezia l'umanità ha inspiegabilmente abbandonato la Terra. Dalle ceneri di un conflitto fratricida un nuovo nemico è sorto, un nemico malvagio, subdolo e senza scrupoli, un nemico tra...