IL SOFFIO DEL DRAGO

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Ciò che rimaneva dei Rinnegati marciava verso l'ultima battaglia. Avevano messo da parte le loro rivalità con i Fedeli pur di distruggere i principi, e lo avrebbero fatto. Leo Valdez e Will Solace guidavano l'esercito, con i loro generali alle spalle: Sarpedone, Silena, Beckendorf. Ma tra le colline del Nord Italia qualcosa li aspettava...

<<Sarpedone, tra quanto arriveremo?>> chiese impaziente Leo, che aveva molte cose da vendicare: doveva salvare Piper, e aveva ancora un conto in sospeso con Nico. Il licio lo guardò<<Poche decine di minuti mi sa, dalla tempesta vedo la battaglia è già iniziata>> rispose indicando le nubi dinnanzi a sé. Erano partiti ormai da giorni, avevano attraversato Grecia, Albania, stati i cui nomi ormai erano dimenticati, fino a raggiungere l'Austria, da lì avevano valicato le Alpi. Ottomila uomini adesso marciavano tra le colline. Sarpedone spronò il proprio cavallo e sorpassò leggermente Leo e Will, piazzandosi alla testa dell'esercito. Sfoderò la propria spada, appena forgiata per lui da Leo Valdez in persona: era una lunga lama a doppio taglio, sottile e leggera. Era stata forgiata da Leo per il suo primo generale, ma non era una lama come le altre...era la prima lama della storia forgiata unendo insieme il Bronzo Celeste, l'Oro imperiale e il Ferro di Cristo. Ci erano voluti giorni e notti di lavoro, ma alla fine Leo era riuscito nel suo intento, creare una spada capace di ferire i draghi, ma altresì capace di uccidere mostri e semidei. La lama era un misto di tre colori, l'oro il bronzo e il grigio. Rifletteva la luce in ogni direzione, abbagliando tanto i nemici quanto gli alleati. L'elsa della spada era in bronzo celeste, con rifiniture e pomolo in oro imperiale. Il licio guardò questa meravigliosa arma a lungo, chiedendosi se sarebbe bastata a salvarli dalla furia dei Principi e dei loro draghi. Will lo richiamò alla realtà<<Hai già deciso come chiamarla?>> chiese indicando la spada. Sarpedone la rinfoderò leggermente imbarazzato<<Ehm...no in realtà>> ammise sorridendo nervoso. Will rise divertito<<La tua è un'arma unica, la prima nel suo genere, deve avere un nome!>> lo incalzò sorridendo. Sarpedone rifletté qualche istante, poi si decise<<Ho deciso, la chiamerò "Fine del Drago">> annunciò soddisfatto. Will sembrò valutare il nome per qualche secondo<<Mi piace, un nome degno di un'arma di questo valore>> e detto questo tornò da Leo e dagli altri ufficiali, che poco dietro continuavano a discutere tra loro.

Continuarono la marcia per una decina di minuti, quando le nuvole davanti a loro iniziarono a illuminarsi di lampi rossi e azzurri<<Che diavolo?>> si domandò Leo. Silena fu la più sveglia di tutti, dopotutto anni ed anni negli Inferi erano serviti a qualcosa<<Ai posti di combattimento! Caricate scorpioni e baliste! I draghi sono qui!>> ordinò. Immediatamente i soldati obbedirono e in pochissimo tempo l'esercito era in formazione. Ma le nubi sopra li impedivano di vedere i draghi. La tensione era visibile negli sguardi di tutti, per quanto ora avessero delle armi capaci di uccidere le bestie, era ancora vivido nelle menti di tutti il ricordo della furia che Nico ed Anax avevano abbattuto su Tebe. Era stato un colpo al cuore per i Rinnegati vedere la loro imprendibile fortezza, che per anni aveva respinto gli assalti di Grace e i suoi, cadere come un castello di sabbia.

<<Arrivano!>> urlò qualcuno nelle retrovie, e così fu. Il Terrore Nero scese dal cielo, vomitando fiamme sui poveri semidei che si trovavano nelle retrovie. <<Le baliste, sparate!>> ordinò terrorizzato Leo. Ma anche questa mossa fu inutile: mentre scorpioni e baliste miravano il possente Anax, Valiryon sbucò dalle nuvole e con le sue fiamme azzurre incendiò le macchine prima che potessero colpire, e rapido come era venuto, si ritirò nelle nuvole, lasciando solo Anax a volare sopra il campo di battaglia. <<Silena, Charles, prendete gli arcieri e cercate di distrarre Anax, Leo e Will fate caricare le altre baliste!>> ordinò Sarpedone. Tutti obbedirono senza fiatare<<Tu che farai?>> chiese Silena preoccupata. Calò per qualche istante il gelo<<Io andrò a uccidere quella bestia>> rispose a capo chino Sarpedone. Nessuno disse una parola, ma il terrore negli occhi di tutti era evidente<<Andate!>> ordinò Sarpedone, e li guardò allontanarsi. Sguainò Fine del Drago<<A noi due!>> esclamò, e caricò verso la bestia. A interrompere la sua cavalcata fu la discesa di Valiryon. L'Onda del Mare colpì una fila di soldati diretti alle baliste, proprio davanti agli occhi di Sarpedone. Poi atterrò in mezzo al campo di battaglia, e iniziò a far strage di Rinnegati: bruciava, mangiava, colpiva chiunque osasse avvicinarsi. Sarpedone smontò da cavallo, e raccolse una lancia da terra. Si avvicinò alla creatura, e scagliò la lancia, mirando alla testa del drago. Il colpo non ebbe l'effetto sperato: la lancia rimbalzo contro le squame del drago, senza nemmeno scalfirlo, ma il colpo lo fece comunque irritare. Si avvicinò a Sarpedone, che preso dalla paura resto immobile dinnanzi alla bestia. La sua fine era giunta, e Valiryon stava per bruciare vivo il figlio di Zeus, quando una pioggia di frecce si abbatté su di lui, distraendolo e dando al licio la possibilità di scappare. Silena e Charles avevano eseguito l'ordine di Sarpedone, salvandogli involontariamente la vita. Alcuni dardi riuscirono perfino a ferire la bestia, trapassando le squame. Valiryon ruggì e volò in cielo lontano dalla portata delle frecce. Anax continuava ad attaccare nelle retrovie i poveri semidei che tentavano di contrastarlo. Un audace legionario, discendente di un figlio di Poseidone, si avvicinò spavaldo al Terrore Nero<<Tu non puoi uccidermi, bestia!>> urlò deciso e speranzoso, lo sguardo folle e gli occhi iniettati di sangue<<Poseidone in persona mi ha reso invulnerabile alle fiamme, il tuo fuoco non può nulla contro di me!>>. Non si sa se le sue parole fossero vere, poiché Anax lo inghiottì in un sol morso, cancellando dalla storia lo sfrontato semidio. Un piccolo gruppo di baliste riuscì a fare fuoco su Anax, e una dozzina di dardi cadde su di lui. Il Terrore Nero fu colpito di striscio in diversi punti, ma due dardi andarono completamente a segno, sfondando la corazza: uno colpì il drago alla spalla, un altro al petto, poco sopra il ventre. Il drago ruggì per il dolore, e una violenta vampata di fiamme incenerì chiunque fosse nelle vicinanze. Prima che la baliste potessero colpire ancora, Valiryion scese dal cielo, infuriato e bramoso di sangue. Atterrò difronte alle baliste, e le sue fiamme azzurre distrussero quelle macchine infernali. Leo e Will, che si trovavano nelle vicinanze, osservarono la scena orripilati: le baliste bruciavano, sgretolandosi rapidamente; da quell'inferno uscivano decine di semidei, che bruciati dalle fiamme azzurre di Valiryon gridavano e si dimenavano, per poi accasciarsi morti al suolo. Alcuni cercavano acqua per spegnere le fiamme, altri, più disperati, si trafiggevano il cuore con le proprie armi, per ottenere una morte rapida, evitando l'agonia di una morte lenta e dolorosa. Will si precipitò a soccorrere alcuni semidei, che fortunatamente avevano evitato le fiamme, Leo spronò il proprio cavallo verso Silena e Charles, sul fianco opposto. <<È un massacro!>> urlò il figlio di Efesto ai suoi generali, che davano frettolosamente ordini ad arcieri e soldati. Silena raggiunse Leo, mentre Charles cercava di riparare una balista<<Leo, non possiamo vincere qui ed ora, ma i Fedeli hanno bisogno di noi>> disse risoluta la bellissima figlia di Afrodite<<L'avanguardia e la cavalleria possono salvarsi, tu e Will guidatele fino alla battaglia, noi guadagneremo tempo>> continuò. Leo era dubbioso, non poteva abbandonare i suoi compagni, ma non aveva nemmeno senso lasciare che tutti morissero lì. Mentre rifletteva, Sarpedone e Will lo raggiunsero<<Cazzo, è impossibile avvicinarsi a quella belva>> si lamentò Sarpedone, ed era vero. Anax era a terra ferito, ma Valiryon dal cielo impediva a chiunque di avvicinarsi troppo, e ormai aveva distrutto quasi tutte le baliste. <<Sarpedone, andate avanti voi, io e Charles li tratterremo, voi andate a vincere questa guerra>> intimò Silena. Sarpedone rifletté un po', e osservo il campo di battaglia: un ammasso di macerie fumanti, cadaveri carbonizzati, armature sciolte e fuse sui corpi di semidei in fuga in ogni direzione, piccoli gruppi di arcieri e balestrieri che cercavano disperatamente di colpire le due bestie. La battaglia era persa, ma Sarpedone vide una possibilità, una strada da percorrere, che non avrebbe modificato le sorti della battaglia, ma avrebbe potuto cambiare le sorti della guerra. <<Ha ragione, Leo, Will, andate. Voi siete i leader dei Rinnegati, portate i nostri vessilli in battaglia con onore, io vi raggiungerò appena potrò!>> ordinò, e prima che chiunque potesse replicare, spronò il proprio cavallo e a galoppo puntò Anax. Udì dietro di sé la voce di Leo che guidava i superstiti e l'avanguardia in avanti, e gli ordini di Silena ad arcieri e balestrieri. Mentre galoppava verso la bestia nera, Sarpedone estrasse la propria spada, e Fine del Drago abbagliò i presenti con i suoi riflessi bronzei e grigi. Arrivò davanti ad Anax, scavalcando un muro di fiamme. Il Terrore Nero ruggì forte, e vomitò fiamme sul semidio. Ma Sarpedone era veloce, e riuscì a schivare il colpo. Caricò il drago e con la sua spada riuscì a colpirlo alcune volte sul muso e sul collo, prima di essere colpito da un colpo di coda di Anax. Sangue colava dalle ferite del drago, ma questo senza paura caricò il semidio, che a quel punto evocò un fulmine, violento e improvviso. La saetta colpì in pieno il drago sulla schiena, lasciandolo stordito e ferito. Anax ruggì per il dolore, e il semidio continuò il suo attacco: con una capriola evitò le fauci del drago, e conficcò la propria lama nel collo del drago, fino all'elsa. Poi colpì l'ala di Anax, ferendolo in diversi punti. Si ritirò poi, tornando a fronteggiare la bestia. Sull'immenso Anax quei colpi apparivano come piccolissimi tagli superficiali, persino il colpo al collo non doveva essere altro che una leggera puntura, ma il ferro di Cristo era veleno per i draghi, e sebbene piccoli e superficiali, questi piccoli tagli fiaccarono il Terrore Nero, lasciandolo immobile e inerme, alla mercè del figlio di Zeus. Sarpedone si avvicinò trionfante alla bestia, pronto a sferrare il colpo di grazia. Ma non immaginava che, in cielo, Valiryon aveva udito il lamento del compagno, e come una furia scese in picchiata, distruggendo le ultime baliste rimanenti con le sue fiamme azzurre. Atterrò a fianco del compagno, proprio davanti a Sarpedone. Il licio indietreggiò spaventato, affrontare un drago ferito era una cosa, affrontare Valiryon infuriato era un'altra. Sfruttando una distrazione del drago, che in preda alla furia stava bruciando qualunque cosa capitasse a tiro, Sarpedone montò a cavallo e corse lontano dalla bestia, che, preoccupata per la vita di Anax, non lo inseguì nemmeno.

Sarpedone si riunì a Silena e Charles, che comandavano un centinaio di semidei superstiti. Lo accolsere con applausi e sorrisi smaglianti, felici di poter ancora contare sul Licio<<Andiamo adesso, la battaglia non è ancora finita>>.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora