CICATRICI

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La stanza era avvolta dal silenzio, interrotto solo dal crepitare del fuoco nel camino. Percy e Ippolita giacevano stremati sul letto, avvolti nei loro pensieri e nelle emozioni contrastanti che li avevano portati a quel momento. Percy sentiva ancora il peso del passato, le ombre della sua storia con Annabeth che lo tormentavano nonostante la nuova compagnia. Ippolita, dall'altro lato, si trovava in una situazione ambivalente, attratta da Percy ma consapevole della complessità della sua anima. Mentre osservava il soffitto, Percy si interrogava su cosa avesse appena fatto. Aveva cercato conforto, distrazione, ma sapeva che non risolveva nulla. Ippolita, invece, pensava alla sua scelta di avvicinarsi a un uomo con un passato così complicato. Era consapevole del rischio, ma la sua determinazione era più forte.

Percy si voltò a guardare Ippolita, i loro sguardi si incontrarono, e un velo di comprensione passò tra loro. Non c'era bisogno di parole, entrambi sapevano che quella notte non avrebbe risolto i loro problemi, ma aveva creato un legame, un'intimità che poteva essere sia liberatoria che complicata.

<<Non so cosa succederà da qui in poi, Percy>> disse Ippolita con sincerità<<Ma sono disposta a capire, a essere qui per te>> concluse con dolcezza.

Percy annuì, apprezzando la sua franchezza. Non poteva prometterle amore eterno, ma almeno avrebbe potuto essere onesto riguardo ai suoi demoni interiori.

<<Non so se sono pronto per una relazione, Ippolita>>confessò Percy<<Ma forse possiamo aiutarci a vicenda a guarire>> propose con un po' di speranza nella voce, augurandosi che forse non tutto era perduto. Ippolita sorrise comprensiva, accarezzando il viso di Percy. <<Allora facciamolo. Nessuna aspettativa, solo due anime che si sostengono>>

Così, nella quiete della stanza, Percy e Ippolita trovarono un equilibrio temporaneo. Mentre il fuoco nel camino si consumava lentamente, entrambi cercarono conforto l'uno nell'altro, consapevoli che il cammino verso la guarigione sarebbe stato lungo, ma che forse insieme avrebbero potuto superare le tempeste del passato.

I giorni successivi furono un susseguirsi di momenti tesi e di calma apparente nella vita di Percy e Ippolita. La notte trascorsa insieme aveva creato un legame che oscillava tra la passione e la comprensione reciproca, ma entrambi sapevano che c'erano questioni irrisolte da affrontare.

Percy, nonostante la presenza rassicurante di Ippolita, era tormentato dai ricordi del suo passato con Annabeth. Le ombre del tradimento, dell'ira e del dolore lo perseguitavano ancora. Si sforzava di concentrarsi sul presente, ma era come se il passato avesse radici profonde che si intrecciavano con il suo essere.

Ippolita, d'altra parte, cercava di capire meglio Percy. Era attratta dalla sua forza e dalla sua vulnerabilità, ma sentiva che c'era qualcosa che lui non le stava rivelando completamente. Aveva la sensazione che Percy si nascondesse dietro una corazza, forse per proteggersi o per nascondere qualcosa di oscuro.

Una sera, mentre erano seduti accanto al camino, Ippolita decise di affrontare la questione apertamente. <<Percy, c'è qualcosa che non mi stai dicendo. Posso percepirlo. Qual è il tuo vero tormento?>> Un silenzio incerto aleggiava nell'aria, interrotto solo dal lento scoppiettare del fuoco nel camino. Percy esitò per un momento prima di decidere di affrontare il nodo più doloroso della sua vita.

Annuì lentamente, stringendo leggermente la mano di Ippolita. <<È Annabeth>> iniziò a dire, il tono della sua voce calando di intensità, carico di tensione, rabbia e delusione. <<Il tradimento, la ferita che mi ha lasciato nel cuore, fa male più di qualsiasi spada mi abbia mai trafitto>> ammise quasi sospirando, ammettendo forse per la prima volta ad un estraneo quanto stesse soffrendo.

Ippolita guardò Percy, notando l'ombra nei suoi occhi. <<Parlami di Annabeth>> la sua voce era morbida, pronta ad ascoltare. Sperava che portandolo ad aprirsi avrebbe potuto lasciar andare il dolore una volta per tutte.

<<Eravamo inseparabili>> cominciò Percy, lo sguardo fisso su un punto indefinito. Per un momento temette di poter ricadere vittima dei ricordi come l'ultima volta <<Avevamo affrontato insieme dei, mostri, titani, il Tartaro... e poi è successo. Nel momento più felice della mia storia, quando pensavo di aver finalmente vinto, ho perso tutto ciò per cui avevo combattuto... il nostro amore>>. Il silenzio regnò per un attimo, rotto solo dal respiro profondo di Percy. Ippolita lo guardava con compassione, rendendosi conto della profondità della sua sofferenza. Avrebbe voluto poter dire qualcosa per rincuorarlo, per aiutarlo, ma non riusciva a trovare le parole, e si limitò a stringersi a lui.

<<Pensavo che saremmo stati per sempre>> continuò Percy, il suo sguardo perso nei ricordi. <<Ma ho scoperto che aveva un altro. Ero tornato per lei da uno dei tanti viaggi cui ero costretto. La prima cosa che ho fatto è stata andare da lei, volevo vederla, abbracciarla, baciarla per sentire il sapore delle sue labbra, fissare quegli occhi innamorati quanto i miei... e quando ho aperto la porta, era nel letto con il mio miglior amico, una delle poche persone che ritenevo un fratello, un'altra persona che senza ritegno mi aveva tradito. È stata una ferita così profonda che fatica ancora oggi a rimarginarsi.>> Ippolita annuì, avvicinandosi a Percy con dolcezza. <<Il tradimento è una ferita che lascia cicatrici profonde. Ma hai il diritto di guarire e di trovare la felicità, Percy>> Gli disse sincera. Percy la guardò, il suo sguardo rivelando una mescolanza di dolore e speranza. <<Mi sento come se avessi perso una parte di me stesso>> ammise con franchezza. Era vero, aveva plasmato la sua vita per Annabeth e per il loro amore, e per quanto ora fosse potente, sentiva un pezzo mancante nella sua vita, un organo vitale mancante <<E ora, con te, sento un misto di colpa e desiderio di muovermi avanti.>> ammise cupo. Ippolita prese il volto di Percy tra le mani, guardandolo negli occhi, così spenti da sembrar morti ora <<Percy, non devi sentirti in colpa per cercare la felicità. Il passato non può essere cambiato, ma possiamo costruire un futuro insieme>> disse baciandolo dolcemente, un bacio casto e leggero, ma carico di affetto. Percy le sorrise debolmente, un ringraziamento silenzioso per il suo sostegno. <<Grazie, Ippolita. Non è facile aprirsi, ma tu rendi tutto meno pesante>> Ippolita gli restituì il sorriso, con la determinazione di essere la luce che Percy cercava nel buio del suo passato. <<Siamo entrambi in cerca di guarigione, Percy. E forse, insieme, possiamo trovare un nuovo inizio>>. La notte si srotolava lentamente, tra confessioni e promesse di comprensione reciproca. Percy e Ippolita parlavano delle loro paure, delle speranze e dei sogni. Con ogni parola, si avvicinavano sempre di più. <<Siamo tutti fatti di frammenti del nostro passato>> disse Ippolita, sorridendo con dolcezza<<Ma insieme possiamo costruire qualcosa di nuovo>>. Percy la guardò, i suoi occhi esprimevano gratitudine. <<Grazie per essere qui, Ippolita. Non avrei mai immaginato di trovare conforto in qualcuno dopo tutto questo tempo>> ammise sottovoce<<La forza risiede nella vulnerabilità>> rispose Ippolita, stringendo la mano di Percy. <<E non c'è nulla di male nell'essere umani, nel condividere il peso delle nostre esperienze>> Il silenzio calò nuovamente sulla stanza, ma questa volta era un silenzio carico di comprensione. Percy e Ippolita si abbracciarono, consapevoli che la strada verso la guarigione sarebbe stata lunga ma che stavano camminando insieme. Con il passare dei giorni, i due si sforzarono di costruire qualcosa di nuovo e di speciale. Ogni momento insieme, ogni confidenza condivisa, diventava un mattone aggiunto alla nuova fondazione delle loro vite. Una sera, mentre ammiravano insieme il tramonto, Percy prese la mano di Ippolita. <<Siamo forse destinati a trovare la nostra pace, Ippolita>> Lei sorrise, accettando la mano di Percy come segno di speranza. <<Forse sì, Percy. E forse questa è solo l'inizio di qualcosa di straordinario>>



𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora