UN BATTITO D'ALI

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In breve tempo la fama dei principi si diffuse persino presso i Rinnegati, sebbene molti di loro non conoscessero nemmeno Percy e Nico. Oramai Piper Leo e Will erano in difficoltà, in America non potevano più difendere i loro ultimi possedimenti, i Fedeli avevano annullato la loro superiorità numerica, e in uno scontro alla pari non avrebbero mai potuto vincere contro i ben addestrati semidei seguaci degli dèi. I suoi rinnegati erano numerosissimi, trentamila semidei, una forza che con un leader militare capace avrebbe schiacciato chiunque, ma tutti i grandi semidei della storia non erano dalla loro parte, finora quantomeno. Il loro quartier generale era l'antica città di Tebe, opportunamente modificata da Leo e dai Figli di Efesto, una fortezza inespugnabile per qualsiasi arma d'assedio conosciuta ai semidei. All'intero potevano restare al sicuro in eterno tutti i rinnegati, ma gli dèi non lo avrebbero concesso ai figli che gli si erano ribellati, dovevano estirparli come fossero erbacce, senza pietà. E senza pietà marciavano le loro armate. Ma ora un altro pericolo incombeva su di loro. I principi dei semidei, così ormai molti li chiamavano, si erano destati dal loro torpore ed erano scesi in guerra, con conseguenze devastanti. Roma era capitolata in meno di una settimana, e stando alle voci più di duemila Legionari dei Fedeli avevano trovato la morte nella battaglia dell'Arno. Avevano discusso spesso nelle loro riunioni se fosse il caso di trovare un accordo con loro, ma Piper, degna figlia di Afrodite, esperta delle questioni del cuore, sapeva che non sarebbe stato possibile. I loro cuori erano avvelenati dai tradimenti subiti, e mai sarebbero scesi a patti con Will o Annabeth, e chiunque fosse dalla loro parte.

<< Non possiamo stare sempre all'interno di queste mura Will >> sbottò Leo << Abbiamo perso l'America, in Europa abbiamo solo poche roccaforti isolate, Amburgo, Nizza, Siviglia e poche altre zone, non possiamo perdere anche il Nord Italia. Percy e Nico sono a Roma con tutti i loro seguaci, salvo cinquecento rimasti al Castello Nero in Toscana, comandati da Hazel in attesa di nuovi ordini. Non è difficile capire cosa fare, attaccare con diecimila dei nostri tra i migliori, e sterminarli tutti. Manderemmo un messaggio anche ai Fedeli, riuscire dove loro hanno fallito>> continuò esaltato il figlio di Efesto, abilissimo fabbro e inventore, ma pessimo stratega << Tu dai per scontato di vincere Leo, io no! Sono i più potenti semidei in vita, hai saputo come hanno sconfitto i Romani e cosa hanno fatto alle Amazzoni >> disse con sguardo orripilato. Quello che era successo era un sacrilegio agli occhi di Will, medico per natura anche nei confronti dei rivali. Piper aveva ascoltato in silenzio i loro discorsi, cercando di trovare la soluzione migliore. Will aveva ragione, attaccare i Principi poteva essere veramente rischioso, ma era anche vero che il morale tra i Rinnegati era molto basso, e una vittoria contro un nemico così potente avrebbe sicuramente aiutato a continuare la guerra. Dopo un minuto di silenzio assoluto si alzò dalla sua sedia e iniziò << Allora, avete ragione entrambi, attaccarli potrebbe essere un suicidio, me le nostre truppe hanno bisogno di una vittoria per continuare a credere nei nostri ideali, e questa è la migliore occasione possibile...>> fece una pausa, mentre Leo sorrideva compiaciuto << Quanti semidei e quante navi vorresti inviare Leo?>> chiese << Diecimila semidei su duecento delle nostre navi Piper >> rispose il figlio di Efesto << Troppi, invieremo solo cinquemila semidei guidati da me e te Leo, mentre i nostri generali guideranno una flotta di 50 navi, noi marceremo via terra, non rischieremo di essere scoperti così. Partiremo tra due giorni, la flotta domani con rotta verso Rimini, noi attraverseremo le Alpi e li raggiungeremo dopo un paio di giorni. Partiremo con tremila semidei, duemila sono già a presidiare il Nord>> decise risoluta e nessuno ebbe da obiettare. Avvisarono i loro generali e prepararono l'esercito per la partenza. Erano numerosi, anche discretamente organizzati, soprattutto le forze greche, i romani non avevano una vera e propria guida e ogni coorte agiva per sé in battaglia, ma le falangi oplitiche dei Rinnegati erano molto temute, al pari di quelle dei Fedeli come abilità, ma erano molto più numerosi. Proprio per questo i tremila scelti erano tutti greci, mentre i duemila in Italia erano romani, più bravi a gestire territori lontani dalla patria rispetto ai parenti ellenici. La flotta invece era l'orgoglio dei Rinnegati, Leo era un pessimo stratega probabilmente, ma lui e i figli di Efesto avevano costruito un enorme flotta di mille navi, la migliore e più grande del mondo. Gli ammiragli erano Silena e Charles, abilissimi e temprati da anni di battaglie, tornati dagli Inferi anni prima. Il loro primo generale era Micheal Yew, anch'esso tornato dal regno di Ade, discreto come generale, ma non con capacità tali da sopraffare Annabeth Chase o Jason Grace. Piper guardava l'esercito mobilitarsi, euforico e triste allo stesso tempo, come il mare profondo, sereno, ma cupo e inquieto allo stesso tempo. Un esercito come il loro, con un grande generale avrebbe vinto la guerra anni prima, ma Piper non poteva pensare a questo ora, ora sarebbe dovuta diventare lei quel generale.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora