Una sola parola... terrore. Tra i Fedeli regnava non la paura, ma il terrore. Ciò che era successo a Reyna aveva sconvolto tutti. La grande pretora del Campo Giove, imbattuta tra i semidei e temuta sui campi di battaglia, incapace di usare una spada. Questa vista era troppo anche per i migliori guerrieri. Tutti temevano il potere dei Principi, e le voci provenienti dall'Italia non erano certo rassicuranti. Alcuni raccontavano di bestie leggendarie domate dai principi, ma nessuno ne aveva la certezza, e Annabeth e Jason cercavano di sopprimere queste voci sul nascere.
Era un pomeriggio come gli altri al Campo Mezzosangue: i semidei si allenavano, i generali discutevano, alcuni pregavano. Annabeth era seduta sulla spiaggia, mentre ripensava al passato. L'umanità mortale era scomparsa molti anni prima, erano rimasti solo i semidei. All'inizio ne era stata felice, finalmente non si sarebbe sentita più inadeguata nel mondo, ma bastò poco tempo per farle cambiare idea. Non aveva più nulla per cui combattere, nessuno da salvare. Ma le sarebbe andato bene, tutti i semidei della storia tornavano dagli Inferi ogni giorno, per ripopolare la terra sperando di creare una razza migliore, e aveva a fianco un uomo fantastico...no, non Jason... lei aveva Percy. Il fidanzato perfetto, bello, potente, altruista e buono, generoso e gentile. Doveva essere il faro più luminoso che avrebbe guidato i semidei in una nuova epoca, ma Annabeth aveva rovinato tutto: dopo la scomparsa dell'umanità Percy era stato davvero impegnato, e insieme a Nico e Frank aveva girato il mondo per recuperare semidei ed evitare catastrofi. Un compito nobile, ma che lo teneva lontano da casa per mesi. In quel periodo Annabeth gestiva il Campo con Jason, mentre Hazel e Reyna guidavano i romani a Campo Giove. Jason era tornato dal regno dei morti, più determinato che mai a finire ciò che aveva iniziato, ma non era riuscito a riappacificarsi con Piper e questo lo aveva distrutto dentro. Lavorava giorno e notte per non pensare a lei, e anche Annabeth seguì il suo metodo per sopportare la mancanza di Percy. Pian piano Jason si innamorò di lei, e Annabeth una sera, dopo sei mesi senza Percy, si era lasciata andare con lui, scoprendo di provare anche lei dei sentimenti per il figlio di Giove. Ma la mattina successe qualcosa che avrebbe sconvolto la storia. Percy entrò di corsa senza bussare nella cabina di Annabeth, trovandola abbracciata nel letto con Jason. I due amanti si svegliarono di soprassalto fissando lo sguardo distrutto di Percy. << Tu... h-ho plasmato la mia vita per te e mi ripaghi così?>> aveva chiesto sussurrando rabbioso, trattenendosi dal piangere << Percy lasciami spiegare>> gli aveva risposto lei. Lui era uscito sbattendo la porta senza degnarsi di guardare in faccia nessuno dei due. Annabeth aveva iniziato a piangere sentendosi uno schifo, mentre Jason stava rincorrendo quello che ormai era il su ex amico. Nico apparve sulla porta <<Siete due schifosi>> sputò acido prima di scomparire nell'ombra. L'ironia della sorte fu che anche lui venne tradito da Will con Leo, poco dopo Percy. Tutti temevano la reazione dei due eroi, avrebbero distrutto il mondo se avessero voluto, ma loro stupirono tutti, presero una nave e andarono in esilio in Italia. Ora avevano liberato il loro rancore e scatenato la loro vendetta. Mentre ricordava questi infausti eventi Annabeth si sentì abbracciare da dietro << Ei, che fai?>> le chiese Jason dolce, baciandole leggermente le labbra << Vuoi la verità, figlio di Giove?>> gli chiese lei << Come sempre>> disse scrollando le spalle <<Sto pensando, che in questo momento, i mostri siamo io e te, insieme a Will e Leo, e che Percy e Nico sono le due vittime>> rivelò seria << Hai ragione, non c'è momento in cui non penso a ciò che abbiamo fatto a Percy>> rispose lui abbassando la testa <<e pensare che innocenti stanno morendo a causa mia...>> scosse la testa quasi disperato. Annabeth si accoccolò sul suo petto cercando di calmarlo, ma dopo qualche minuto furono disturbati << Generali, c'è un uomo alle porte del campo, armato, vuole parlare con voi>> annunciò di corsa un soldato << Arriviamo subito, state pronti>> risposero all'unisono i due.
Dopo pochi minuti, erano alle porte del campo. L'uomo davanti a loro era semplicemente...bellissimo: morbidi ricci neri cadevano sulla fronte, pelle olivastra. Occhi azzurri come il cielo. Era muscoloso ma non eccessivamente e con un sorriso perfetto. Indossava un'armatura d'orata, con un enorme scudo decorato con scene molto significative nella storia.
<<Chi sei?>> domandò Jason deciso fissando negli occhi lo straniero. Quest'ultimo sorrise leggermente prima di rispondere << Jason Grace, figlio di Giove, e Annabeth Chase, figlia di Athena, io sono l'uomo che vi farà vincere la guerra>> rispose il semidio << Chi sei?>> ripeté Annabeth stufa di indovinelli << Sono conosciuto come il progenitore di Roma, l'ultimo dei Troiani: io sono Enea, figlio di Venere>> rispose lui. Immediatamente tutti eccetto Annabeth e Jason si inginocchiarono, stupiti di poter vedere il grande eroe. <<Perdonaci per l'accoglienza Enea, vieni pure>> disse Annabeth. Si sedettero all'interno della Cabina di Zeus <<Allora Enea, come mai sei qui?>> chiese diretto Jason << Figlio di Giove, non temermi>> iniziò lui calmo mentre osservava il proprio scudo << Come sapete, gli Inferi sono aperti, e tutti gli eroi della storia possono tornare tra i vivi, come me>> fece una pausa << io mi schiererò con voi, a difesa dei valori in cui credo e degli dei, ma altri eroi del passato potrebbero unirsi ai Rinnegati>> spiegò il figlio di Venere << Vedete, sappiamo tutto di voi, siete grandissimi eroi, ma noi antichi abbiamo alcuni vantaggi dovuti all'epoca in cui siamo vissuti, alla nostra esperienza, per questo se alcuni tra noi si unissero alla lotta le sorti della guerra potrebbero cambiare>> continuò << Ad esempio, quelle che vedete sono le prime armi d'oro imperiale mai fabbricate, create da Efesto in persona per me, e potenziate con la magia. Molti eroi hanno armi leggendarie come le mie, ed ora le mie armi sono al vostro servizio>> concluse. Annabeth e Jason erano entusiasti di avere dalla loro parte un grande guerriero come Enea, ma temevano gli altri grandi semidei della storia << Gli altri eroi con chi si schiereranno?>> domandò facendosi coraggio Annabeth << Non ve lo so dire, alcuni sono ancora negli Inferi, so solo che Sarpedone, tuo fratello Jason, sta raggiungendo i Rinnegati a Tebe>> rispose Enea. << Ho un altro dono per voi>> ruppe il silenzio il figlio di Venere << posso guarire Reyna con i poteri di mia madre>> spiegò lui.
Dieci minuti dopo erano in una grande stanza con Enea che teneva le mani della figlia di Bellona, pregando in greco antico << Io ti libero dai tuoi tormenti, affinché tu possa difendere gli innocenti e vendicare i torti subiti, che tu possa ricordare il dolore e usarlo come spinta nel momento del bisogno. Sorgi Reyna Ramirez Arellano, combatti per Roma!>> urlò facendo tremare le pareti, sembrava che la terra parlasse con lui. Una potentissima luce bianca esplose nella stanza dal corpo di Reyna, tutti si coprirono gli occhi eccetto Enea che urlò<< Coraggio Reyna, combattilo, risorgi dalle tue ceneri, vendicati!>>. La luce rientrò nel corpo di Reyna lentamente, la ragazza chiuse gli occhi per qualche secondo prima di riaprirli rivelando due gemme nere piene di rabbia << Gli ucciderò, tutti! Vendicherò mia sorella, le Amazzoni, riprenderò Roma e ucciderò Percy Jackson, lo distruggerò un pezzo alla volta!>> ringhiò. I Fedeli avevano ancora una speranza, forse non tutto era ancora perduto.
STAI LEGGENDO
𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
FanfictionUn nuovo inizio, una nuova era. Dieci anni dopo l'ultima Grande Profezia l'umanità ha inspiegabilmente abbandonato la Terra. Dalle ceneri di un conflitto fratricida un nuovo nemico è sorto, un nemico malvagio, subdolo e senza scrupoli, un nemico tra...