Un cielo senza nuvole, una luna piena alta e luminosa.
Percy strinse forte l'elsa della sua spada: con i suoi poteri sconfiggere Polifemo avrebbe dovuto essere una passeggiata, ma qualcosa nel tono del ciclope lo rendeva dubbioso. <<Fratello, sei forse congelato dalla paura? Le voci sul tuo conto sono immeritate allora>> lo sbeffeggiò il mostro. Percy rise, riacquistando le proprie sicurezze<<Morirai senza nemmeno rendertene conto Polifemo>> disse con voce ferma e sicura, fissando minaccioso il proprio avversario, che indietreggiò leggermente stupito da tanto ardore. I due si guardarono per qualche attimo, poi cominciò la battaglia. Polifemo urlò e stacco dal suolo due alti alberi, e li scagliò a mo' di lancia verso il semidio. Percy sorrise, se questo era il massimo che Polifemo sapeva fare non avrebbe nemmeno sudato, pensò. Schivò facilmente i due tronchi e si lanciò all'attacco, talmente rapido che non il ciclope non lo vide nemmeno arrivare. Con un colpo preciso infilzò Vortice nel fianco dell'avversario, e senza fermarsi lo colpì ripetutamente alle gambe e alla schiena, senza dare il tempo al proprio nemico di reagire. Dopo pochi secondi, si allontanò e osservò compiaciuto il sangue che sgorgava dalle ferite del fratellastro, che lo guardava con capo chino e respiro affannato<<Non male fratello, ma dovrai impegnarti di più mi sa>> disse il ciclope. Percy indietreggiò quando vide le ferite sul corpo del suo avversario sanarsi immediatamente: il sangue tornava nelle vene e la carne si ricuciva. Polifemo guardò con un ghigno soddisfatto Percy, che tuttavia non demorse e tornò all'attacco. Scatenò un violento terremoto, che fece cadere all'indietro il ciclope colto alla sprovvista; Percy si fiondò su di lui, affondando Vortice nel suo petto, fino all'elsa. Polifemo reagì stritolando Percy con una mano, e lo scagliò violentemente a terra. Il Principe si ritrovò poco distante dal proprio drago quando aprì gli occhi e vide che il ciclope lo stava caricando con in mano un tronco che usava come clava. Si rimise immediatamente in piedi, e si voltò verso il proprio drago<<Brucialo bello>> gli ordinò, e Valiryon obbedì: una potentissima fiammata azzurra investi il ciclope, che sembro accusare leggermente il colpo, nonostante la propria immunità al fuoco, mentre il tronco che aveva in mano si incenerì all'istante. Quando Valiryon si fermò Percy partì subito all'attacco, usando i propri poteri: non usava questo suo potere da anni, non sapeva perché ma lo spaventava usarlo, temeva di perdere il controllo e fare del male agli innocenti, eppure aveva fatto cose peggiori nella sua vita. Prese un bel respirò e si concentrò su Polifemo, che si era ripreso e lo stava caricando. Immaginò di controllare il sangue nel corpo del ciclope, di poterlo dirigere e comandare. La sensazione era piacevole così come la ricordava, inebriante come una droga. Percepiva il sangue del nemico come se fosse dentro di lui, e averne il pieno controllo lo faceva sentire invincibile. Desiderò che il sangue spingesse contro le vene, le arterie e tutti gli organi interni con violenza. In quel momento Polifemo cadde a terra in ginocchio urlando disperato per il dolore<<Basta, ti prego, fermati>> pregava gemendo e contorcendosi, ma ormai Percy non riusciva a sentire niente tranne la sensazione di potere assoluto. Il ciclope urlò più forte possibile, e Percy inizialmente non riuscì a capire cosa intendesse fare, e non si preoccupò troppo. Continuò a torturare Polifemo, godendosi ogni singolo urlo del ciclope, ogni lamento. I suoi versi erano musica per le sue orecchie, si sentiva invincibile. Si avvicinò lentamente al colosso, fino a poterlo guardare nell'unico enorme occhio di zaffiro<<Quali sono le tue ultime parole, fratello?>> chiese arrogante puntando Vortice alla gola del Ciclope. Prima che Polifemo potesse parlare Percy venne colpito violentemente e scaraventato a terra. Quando aprì gli occhi vide quattro ciclopi, molto più piccoli di Polifemo ma comunque enormi. Solo in quel momento Percy comprese perché Polifemo aveva urlato per tutto il tempo, stava chiamando rinforzi. Si rimise in piedi trovandosi tre ciclopi armati fino ai denti pronti ad affrontarlo, mentre il quarto aiutava Polifemo a rimettersi in piedi. Non poteva controllare il sangue di Polifemo se doveva combattere altri quattro ciclopi, constatò, doveva prima liberarsi dei nuovi arrivati per poter finire il lavoro. Un ciclope si scagliò su di lui, cercando di colpirlo con l'aguzza punta della propria lancia. Percy deviò il colpo con Vortice e si portò alle spalle del ciclope, pronto a colpirlo alle spalle. Fu lui però a essere colpito, infatti gli atri due scagliarono le loro enormi lance verso il Principe, che fu sfiorato sopra la spalla sinistra da una, ma la seconda si piantò nella gamba destra del semidio. Percy urlò per il dolore, ma non si arrese. Estrasse l'enorme lancia dalla gamba, e riuscì a vedere l'arteria femorale recisa che perdeva sangue. Il suo potere rigenerativo era portentoso, ma non sarebbe guarito abbastanza in fretta per poter combattere quattro ciclopi. Aveva bisogno di acqua, ma anche di tempo che non aveva. Infatti, i tre ciclopi lo circondavano, aspettando il momento adatto per attaccarlo. <<Valiryon!>> urlò Percy, e il drago riuscì a colpire con una fiammata uno dei ciclopi, che nonostante la propria innata resistenza indietreggiò ustionato. Con una capriola Percy si allontanò dagli altri due avvicinandosi al proprio drago. Zoppicò verso la propria sella, e, dopo aver ordinato a Valiryon di continuare a sputare fiamme sui ciclopi per tenerli lontani, estrasse un bottiglia d'acqua. Si versò tutto il contenuto sulla gamba, tranne che per una piccola parte. Grazie a Vortice si tagliò un pezzo della maglia e la usò come fasciatura, e una volta stretta bene, versò l'acqua restante sulla ferita. Riusciva già a sentirsi meglio, ma la gioia cessò quando girandosi si accorse che i quattro ciclopi erano ormai a pochi metri da lui e Valiryon, che non riusciva più a respingerli. Fece appello a tutta la propria forza, e con un urlò violento conficco Vortice nel terreno fino all'elsa. Numerose crepe si aprirono nella terra, prima piccole, poi via via sempre più grandi. Le voragini si espansero a tal punto da obbligare i ciclopi a retrocedere, ma a Percy non bastava. Con un altro urlò fece espandere rapidamente le voragini, e inghiottì nel terreno i quattro ciclopi. Crollò al suolo senza fiato privo di forze, dimenticandosi di Polifemo per qualche istante. <<Niente male fratello>> gli disse il Ciclope distante: era poggiato a un albero, anche lui estremamente debole. Percy si avvicinò a lui lentamente, evitando le voragini che aveva aperto nel terreno << Ci vediamo agli Inferi, fratello>> gli rispose il principe con scherno. Si concentrò e ordinò al sangue di implodere nel cuore di Polifemo: il ciclope cadde a terra in preda agli spasmi, prima di morire vomitando sangue. Percy si trascinò stanco fino a sedersi accanto a Valiryon, che era ancora più debole adesso, stremato dagli sforzi della battaglia. Si appoggiò esausto al corpo della bestia, quando sentì dei bisbigli e dei rumori al margine della foresta: un grande gruppo di mostri, ciclopi, dracene, enormi lupi e altri ancora si avvicinava minaccioso. Percy avrebbe anche potuto sconfiggerli tutti, ma era stanco. Inoltre, il suo legame con Valiryon stava rivelando il suo lato negativo: Valiryon stava morendo, e Percy stava perdendo le forze insieme a lui. Si girò verso il proprio drago e lo guardò negli occhi<<Va tutto bene>> gli disse accarezzandoli il muso<<Va tutto bene>> ripeté, anche a sé stesso. Aveva pensato spesso alla sua morte, un tempo sperava che sarebbe morto di vecchiaia, ma ciò ormai non era più possibile. Si era immaginato la sua morte come un qualcosa di eroico, un sacrificio per la salvezza del mondo, per salvare le persone che amava. Anche questa opzione non era più possibile: ora era lui a voler conquistare il mondo, e aveva smesso di amare molto tempo prima. Da quando era diventato Principe non aveva mai pensato alla sua morte, forse pensava che non sarebbe mai arrivata, invece eccola li. Nessun sacrificio, nessun gesto eroico. Sentì i propri occhi chiudersi e il respiro diventare sempre più corto. L'ultima cosa che vide fu una fiamma arancione illuminare il cielo, e un'enorme creatura nera volare sopra di sé, poi il buio.

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𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
FanfictionUn nuovo inizio, una nuova era. Dieci anni dopo l'ultima Grande Profezia l'umanità ha inspiegabilmente abbandonato la Terra. Dalle ceneri di un conflitto fratricida un nuovo nemico è sorto, un nemico malvagio, subdolo e senza scrupoli, un nemico tra...