Gli ultimi semidei, superstiti della guerra, in attesa di incoronare un nuovo re. Fedeli, Rinnegati, Vendicatori, erano tutti insieme, in cerchio, attorno ai due Eroi dell'Olimpo, Jason Grace e Perseus Jackson...
Migliaia di semidei lo circondavano, ma a Percy non importava. La sua ora era finalmente giunta, il momento che ormai da più di un decennio aspettava, il momento in cui avrebbe ucciso Jason Grace, compiendo finalmente la sua tanto agognata vendetta. Certo, sarebbe stata una vendetta incompiuta, aveva giurato di non torcere un capello ad Annabeth, ma si sarebbe accontentato. C'era stato un tempo, in cui spesso aveva immaginato cosa avrebbe fatto ad Annabeth e Jason, quali eterne torture gli avrebbe inflitto, i dolori e le pene che avrebbe causato loro, voleva spezzarli, proprio come loro avevano spezzato lui; ma ormai era un uomo diverso, e sebbene il suo desiderio di vendetta non si fosse mai placato, non desiderava più il tormento dei suoi nemici, soltanto la loro sconfitta. Se avesse vinto il duello, Percy avrebbe concesso una morta onorevole al Console caduto, e si, avrebbe lasciato in pace Annabeth, magari intimandole l'esilio in qualche terra lontana, lontana da lui. Si avvicinò un'ultima volta ai suoi amici, che lo aspettavano con espressione preoccupata in volto: troppo sangue era stato versato, e nessuno di loro avrebbe sopportato la perdita di Percy. Hazel e Frank, entrambi feriti e bendati, si inginocchiarono<<Grazie Principe, per la tua amicizia, per il tuo sostegno, per la tua fiducia e per la tua guida>> disse serio Frank, con voce formale e rispettosa, non era mai stato bravo con le parole, sempre troppo impacciato, ma Percy percepì l'affetto nelle parole del suo amico<<Grazie Percy, per la gioia che ci hai portato, per la tua bontà, per il coraggio che hai sempre infuso in noi; grazie Percy, per esser stato nostro amico...>> concluse poi Hazel, con gli occhi pieni di lacrime.
Percy era sconvolto dalle parole dei suoi amici, e per la prima volta dopo anni, si ritrovò completamente senza parole, cadde in ginocchio e abbracciò forte i due semidei, che subito si strinsero a lui <<Grazie a voi, per essere rimasti al mio fianco, per esservi fidati di me, per avermi accompagnato nel momento più oscuro della mia vita...grazie>> disse con voce tremante, rendendosi in quel momento conto di quanto i suoi amici lo avessero sostenuto nella sua vita. Rimasero abbracciati per qualche minuto, e quando si staccarono Percy si rivolse a Nico, che lo aspettava con le braccia conserte e il solito sorrise scaltro che ormai lo caratterizzava. Percy fece per abbracciarlo, ma Nico lo sorprese, anzi, sorprese tutti, facendo una cosa mia fatta prima: si inginocchiò. <<Io, Nico di Angelo, figlio di Ade, Principe dei Semidei ed Eroe dell'Olimpo, ti ringrazio. Ti ringrazio per non aver abbandonato quel bambino spaventato che giocava a Mitomagia, ti ringrazio per non aver abbandonato quel bambino arrabbiato che tramava vendetta al gelo nel labirinto, ti ringrazio per averlo protetto, per essere stato al suo fianco, ti ringrazio per essere stato un modello, un punto di riferimento, ti ringrazio per essere stato prima un mito, poi un amico, e poi un fratello>> disse tutto d'un fiato, con occhi lucidi ma voce ferma e sicura<<Tu sei il legittimo re dei semidei, e giuro sulla mia vita, sullo Stige, e su tutto ciò che ho di più caro, che da quando vincerai oggi, sarò al tuo fianco, e vi resterò per sempre, mio re!>> concluse fissando i suoi occhi neri in quelli di Percy, che lo guardava stupito e commosso. Uno dopo l'altro i suoi amici si inginocchiarono, e Percy dopo un attimo di smarrimento ordinò loro di alzarsi e si fiondò ad abbracciare Nico. Avrebbe avuto tanto da dirli, ma non ce ne fu bisogno, entrambi sapevano tutto. Fu poi il turno di Ippolita, che lo aspettava nella sua armatura dorata, annerita e macchiata. <<Ippolita io...>> iniziò Percy in imbarazzo, non sapeva come manifestarle i suoi sentimenti, e non era nemmeno sicuro di volerli provare davvero, ma anche in questa occasione, furono gli altri a parlare per lui. Ippolita gli posò l'indice sulle labbra zittendolo<<Shh, sta zitto>> e lo baciò immediatamente, con trasporto, un bacio delicato ma passionale. Quando si staccarono si poggiarono l'uno all'altra<<Non farti uccidere, ti preferisco vivo>> disse poi Ippolita, quando lui si allontanò. Una volta lontano dai suoi amici, Percy sospirò profondamente, oggi sarebbe finita la guerra, in qualsiasi modo il duello fosse andato, ma Percy sapeva che, se avesse vinto lui aveva un debito da saldare, un debito che ormai non poteva più saldare, che non voleva più saldare; ma a ciò avrebbe pensato dopo, aveva un duello da vincere adesso. Jason, dopo aver salutato i propri amici, lo raggiunse in mezzo alla radura, gli ormai lunghi capelli biondi sparsi al vento. Percy ricercò in sé stesso tutta la rabbia, l'odio, e il dolore che poteva: le emozioni negative erano le migliori per combattere, avrebbero dato lui la forza per vincere. Si lasciò andare, ed immediatamente i suoi occhi si fecero blu, con sfumature nere e rosse a turbinare nell'iride, i muscoli si ingrossarono e unghie e denti si affilarono. Era sicuro di spaventare il suo avversario così, ma si sbagliava di grosso. A quel punto Jason sorprese tutti i presenti: chiuse gli occhi, inspirò profondamente e si concentrò, sul proprio potere, sulle emozioni che da sempre lo guidavano, ma anche sulla paura, la paura della sconfitta. Quando riaprì gli occhi, questi erano diventati gialli e splendenti come l'oro, e sul viso e sulle braccia sembrava che il suo sangue stesse pulsando per uscire dalle vene, ma anch'esso era di color oro puro. Jason aveva liberato il proprio potere, ed era pronto ad affrontare il principe. Percy fu piacevolmente sorpreso dal proprio rivale<<Uno resterà in piedi>> urlò Percy<<L'altro cadrà>> ringhiò in risposta Jason, e come due saette si lanciarono l'uno contro l'altro. Percy aveva dalla sua un'arma migliore, velocità e abilità superiori mentre Jason aveva la sua forza, la sua altezza superiore, maggiore abilità strategiche e un'armatura migliore, ma il Principe aveva qualcosa che Jason non aveva, qualcosa che non avrebbe mai avuto... l'odio.

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𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧
FanfictionUn nuovo inizio, una nuova era. Dieci anni dopo l'ultima Grande Profezia l'umanità ha inspiegabilmente abbandonato la Terra. Dalle ceneri di un conflitto fratricida un nuovo nemico è sorto, un nemico malvagio, subdolo e senza scrupoli, un nemico tra...