LEGAME

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Cadde al suolo Valiryon, in mezzo alla neve, tra le montagne Italiane, ormai stremato e ferito. Il grande drago era vivo per miracolo, il ferro di Cristo era letale per la sua specie, e Percy non si dava pace per essere caduto nel tranello di Enea, piangeva disperato accanto al suo compagno. Il drago tentava di calmarlo, e grazie al loro legame mentale riuscì a tranquillizzarlo, ed entrambi cercarono di contattare Nico e Anax, erano l'oro l'ultima possibilità per l'Onda del Mare.

Nico era preoccupato. Quando le spie avevano riferito che i loro nemici si erano recati ad Avignone in cerca del ferro di Cristo Percy era voluto partire immediatamente insieme a Valiryon, per sconfiggerli definitivamente. Lui non era d'accordo, voleva andare con lui insieme ad Anax, sia loro che i draghi erano più forti quando stavano assieme, ma il figlio di Poseidone aveva insistito perché rimanesse a Roma: voleva evitare che i Rinnegati o i Fedeli attaccassero l'Italia e li trovassero impreparati una seconda volta. Alla fine, Nico aveva ceduto, raccomandando all'amico di non rischiare la propria vita oltre il necessario. Percy, che era già in groppa a Valiryon, si girò sorridendoli beffardo come suo solito, guardandolo con quegli occhi verdi, capaci di tranquillizzare chiunque<<Non farò promesse che non posso mantenere>> gli aveva risposto scherzando. Nico sapeva che aveva ragione, non si sarebbe mai trattenuto, era nella sua natura. Da quando era diventato il Principe degli Abissi aveva messo da parte la sua umiltà, diventando, così come Nico, più arrogante e presuntuoso, esibizionista molte volte, soprattutto nei confronti dei suoi nemici. Perciò Nico era sicuro che se avesse potuto si sarebbe messo nei guai, solo per il gusto di dimostrare a tutti che era il più forte. Pensava a tutte queste cose mentre beveva dal suo calice di vino, seduto dietro la scrivania nella propria stanza, davanti al camino. Non pativa più il freddo da anni ormai, da quando aveva abbandonato il Campo dopo la morte di Bianca. Nel periodo in cui era vissuto assieme a Minosse nel Labirinto aveva imparato a restare immune alle temperature troppo basse; tuttavia, vedere ardere il fuoco nel camino lo rilassava parecchio. In una poltroncina poco distante era seduta Piper, che continuava a servirlo. Ultimamente non faceva più nessun lavoro, girava liberamente per il Castello, si poteva allenare, allontanare per fare una passeggiata. Era libera, ma non aveva mai tentato di fuggire, forse per paura, o forse perché non ne vedeva il bisogno. Infatti, anche l'atteggiamento di Nico era cambiato parecchio: dopo il loro confronto, non aveva più fatto del male a Piper, anzi l'aveva trattata da vero gentiluomo, senza battutine o allusioni, solo qualche bacio fugace. E questo a lei, iniziava ad andar bene. <<Mio Principe, posso ritirarmi nelle mie stanze?>> chiese educatamente la figlia di Afrodite, rispettando le formalità. Nico bevve un sorso dal proprio calice prima di rispondere <<Ma certo cara, va pure, ci vediamo domattina>> la congedò gentilmente. Lei fece un rapido inchino, poi scomparì dietro una delle molte porte della camera.

Dolore, dolore ovunque. Questo sentì Nico improvvisamente, sembrava che mille lame gli stessero lacerando le carni, lentamente, andando sempre più a fondo. Urlò dal dolore, così forte che anche Piper se ne accorse e corse di nuovo in camera da lui <<Oh per Zeus Nico, che succede?>> chiese orripilata portandosi le mani alla bocca. Nico continuava a contorcersi ed a urlare, oltre il dolore fisico sentiva strane fitte alla testa, miste a un profondo senso di colpa. <<Nico...>> sentì sussurrare nella sua mente<<aiutami... fratello>> continuò come un sospiro<<ti prego>>

In quel momento un potente ruggito rimbombò in cielo, e il possente Anax volò intorno alla camera di Nico, che era nel punto più alto di una delle due torri del castello. Il Principe solo in quel momento capì cosa stesse succedendo: Percy e Valiryon stavano cercando di contattarli, avevano bisogno di aiuto. Tentò di concentrarsi, ancora rannicchiato a terra<<Percy, dove siete? Rispondimi>> tentò di comunicare<<N-nico>> rispose una voce, che ora Nico riconosceva essere quella di Percy <<Il passo dei Ciclopi Nico, il passo dei Ciclopi>> disse. Poi la voce e i dolori sparirono rapidi come erano arrivati. Anax ruggì forte e illuminò la notte con un'impetuosa fiammata, sbattendo le ali nere. <<Piper>> la chiamò il Principe<<Vediamo quanto mi sei fedele>> continuò serio. La ragazza si avvicinò decisa<<Andrai con Hazel e duecento uomini al passo dei Ciclopi, dovete portare tutto il necessario per curare un drago: cibo, erbe, pozioni, polvere di unicorno quello che volete, mi troverete lì con...Percy>> concluse esitando. La ragazza annuì seria e corse a chiamare Hazel, non dopo essersi messa l'armatura e aver recuperato il proprio amato pugnale Katoptris. Nico si affacciò sul balcone e trovò un impaziente Anax avvinghiato alla torre in attesa del suo cavaliere. Montò in sella e sussurrò al drago<<Forza bello, andiamo a salvarli>> e in momento si librarono in cielo <<Piper, Hazel, ci vediamo lì, fate presto>> urlò prima di sparire tra le nuvole.

...

L'impotenza, la sensazione peggiore tra tutte. Erano passate diverse ore da quando Valiryon era atterrato tra le montagne, gravemente ferito. In queste ore Percy aveva cercato di contattare Nico più volte, senza ricevere nessuna risposta. Le condizioni di Valiryon stavano peggiorando velocemente: le ferite causate dai dardi erano infette e molto profonde. Stava con l'enorme muso accanto a Percy, che era seduto sulla neve, attento per percepire qualsiasi movimento. Era ormai notte fonda quando udii dei fruscii tra gli alberi davanti a loro. Immediatamente scattò in piedi, evocando la fedelissima compagna di mille battaglie, Vortice. La bronzea lama rifletteva la luce della luna, illuminando ancora di più la figura del Principe. Un rumore di pesanti passi si faceva sempre più vicino, accompagnato da un serie di strani versi. Valiryon cercò inutilmente di rialzarsi: era troppo debole e cadde nuovamente a terra, riuscendo però a ruotare la testa verso il proprio cavaliere e la foresta. D'un tratto dagli alberi uscì un mostro enorme: alto più di dieci metri, con il corpo umanoide, ma sproporzionato ed eccessivamente muscoloso. Era completamente nudo, solo la sua intimità era coperta da un perizoma in pelle. Intrecciate ai lunghi capelli bruni si intravedevano brandelli di carne fresca, veramente raccapricciante. Percy non dovette nemmeno alzare lo sguardo per capire di che mostro si trattasse, ma lo fece ugualmente. Un solo grande occhio si trovava in mezzo alla fronte. Di fronte a lui c'era un ciclope, non c'era da stupirsi, quel passo montano era pieno di questi mostri, tanto da chiamarsi passo dei Ciclopi. Ma questo era diverso da quelli che aveva affrontato Percy in passato: troppo alto e muscoloso. Poi c'era un dettaglio che notò solo in un secondo momento, un particolare che lo fece rabbrividire: l'occhio al centro non era altro che un enorme zaffiro blu, che riempiva il bulbo oculare vuoto. Percy deglutì visibilmente e arretrò di un passo: aveva una mezza idea su chi stesse per affrontare. Il ciclope avanzò <<Bene, bene, bene. Dopo tempo riesco finalmente a conoscere il mio famoso fratello>> iniziò il mostro avvicinandosi <<Chi sei?>> chiese il Principe sollevando Vortice<<Io Perseus Jackson, sono Polifemo>> rispose calmo confermando le paure di Percy. Eccolo lì, il più potente ciclope mai esistito, leggendario figlio di Poseidone. In quel momento a Percy sembrò di essere tornato indietro nel tempo di anni: si sentì nuovamente un giovane semidio indifeso e vulnerabile. Era come se si fosse scordato di essere stato un eroe, di aver salvato il mondo, di essere il Principe degli Abissi. Fu la voce di Polifemo a scuoterlo e a riportarlo alla realtà<<Bene fratello, sarà un onore per me assaggiare la tua carne>> disse minaccioso il ciclope.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora