VELENO DEL CUORE

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Nico combatteva nell'ombra, senza ingaggiare duelli con grandi eroi. La sua lama nera, forgiata nel Tartaro secondo i suoi nemici, uccideva senza esitazione chiunque fosse così sventurato da capitare davanti al Principe. Ma ad un certo punto un dolore atroce colpì Nico. Il saggio figlio di Ade comprese subito la natura di quel dolore...Anax era stato ferito.

Nella confusione della battaglia, Nico sembrava una pedina fuori posto sulla scacchiera. Fermo, inerme e dolorante. Il possente Principe degli Inferi, incubo di ogni semidio abbastanza saggio da provare paura, era in ginocchio, indifeso, vulnerabile. Nico riuscì a rialzarsi a fatica, appena in tempo per respingere tre Fedeli, che vedendolo dolorante si erano lanciati su di lui. Ma il Principe non solo respinse il loro attacco, ma li uccise a uno a uno senza difficoltà, sopportando le atroci fitte di dolore che lo attraversavano. Riuscì a fare solo qualche passo in avanti, prima che un dolore lancinante al collo lo costringesse nuovamente in ginocchio. In quel momento Nico capì: Anax era gravemente ferito, aveva bisogno del suo cavaliere. Il principe raccolse tutte le sue forze, si concentrò e viaggiò nell'ombra, sbucando davanti a Percy, che dopo aver sconfitto Diomede guidava i suoi contro le forze di Grace. Il Principe non ebbe nemmeno bisogno di spiegare, che il figlio di Poseidone disse<<Va, salvali!>>, Nico ringraziò con il capo e subito sparì nuovamente nell'ombra.

Ricomparì a fianco ad Anax, con la spada sguainata e lo sguardo assassino, ma solo cenere e fiamme si trovavano davanti a lui. La battaglia ormai era finita, e i cadaveri fumanti erano prova della sconfitta dei Rinnegati. Nico si voltò verso il proprio drago, che ferito e sanguinante giaceva a terra, l'armatura semidistrutta e lacerata. <<Tranquillo bello>> gli sussurrò<<Sono qui>> disse piangendo. Solo in quel momento noto l'enorme Valiryon poco avanti, che vegliava sul compagno. Nico sorrise<<Grazie>> disse al drago di Percy<<Va, il tuo Principe ha bisogno di te!>> ordinò. Valiryon ruggì forte e fiamme azzurre illuminarono il cielo, e l'enorme bestia alata spiccò il volo. Nico controllò le ferite di Anax, preoccupato per la vita del suo fidato drago. I tagli sul muso erano poco profondi, alcuni stavano già guarendo. Ciò che più preoccupava Nico era il profondo squarcio lungo il collo del Terrore Nero: il sangue continuava a sgorgare dalla ferita, non dando nessun accenno di guarigione. Nico ricordò che il Ferro di Cristo era velenoso per i draghi, lo stesso Valiryon aveva rischiato la vita a causa dei numerosi dardi che lo avevano colpito. Anax, esausto e dolorante, si accasciò a terra con un sibilo di dolore. Nico capì che, se avesse voluto salvare il suo drago, avrebbe dovuto agire: ripulì le ferite sul muso, e verso nettare a fiumi per favorirne la cicatrizzazione. Imbevette delle bende con nettare, polvere di unicorno e una decina di altri unguenti curativi e fasciò il collo di Anax, riuscendo ad arrestare l'emorragia. Ma Anax non sembrava migliorare, anzi, il respiro era sempre più corto e debole. Anche Nico, sentiva le forze abbandonarlo, e si accasciò al suolo dopo l'ennesima medicazione. Si abbandonò ai suoi pensieri, esausto e distrutto, si chiese come la storia lo avrebbe ricordato, se fosse morto quel giorno al fianco del suo drago. Sarebbe stato Nico di Angelo, figlio di Ade ed Eroe dell'Olimpo, o Nico di Angelo, il Principe degli Inferi? E fu in quel momento, dopo tutto il sangue versato, che tutta la rabbia e il rancore nel principe, svanirono rapidi come erano venuti. Il desiderio di vendetta sembrò adesso a Nico assai insignificante, e rimpianse alcune delle scelte drastiche e sanguinarie che aveva intrapreso negli ultimi tempi. Forse c'era ancora speranza per i semidei, si disse Nico ormai delirante<<Forse anche Percy capirà...>> sussurrò ad Anax prima di chiudere gli occhi. Anax tentò di svegliare il proprio padrone, ma il principe era in uno stato di trance. Al contrario, più Nico si spegneva, più Anax sembrava riacquistare forze, e pian piano riuscì a rialzarsi. Ruggì forte verso Nico, ma il Principe non rispose.

Nico non era morto, un semidio come lui non sarebbe caduto certamente in questo modo. No, Nico era intrappolato nella sua stessa mente, ed era incapace di uscirne. Era in una stanza completamente bianca, piccola e priva di arredamento, eccetto che per uno specchio, grande e finemente decorato. Il Principe si avvicinò e si specchiò, ma ciò che vide non fu il suo riflesso, bensì il riflesso di ragazzino, impaurito ed emaciato. Era il riflesso di Nico da piccolo, appena arrivato al Campo Mezzosangue. Il Principe indietreggiò leggermente impaurito, quando una voce fredda e tagliente si rivolse a lui<<Chi sei tu!>> tuonò la voce. Nico non ebbe il tempo di rispondere che il riflesso nello specchio cambiò. Ora Nico vedeva sé stesso dopo la guerra contro Gea, un semidio potente e amato, buono. Un vero Eroe. Scosso da questa vista, Nico rispose convinto e risoluto<<Io sono Nico di Angelo, figlio di Ade, Eroe dell'Olimpo>> rinnegando il suo status di Principe. La voce rise di gusto<<Eroe dell'Olimpo dici? Ah sì, intendi il debole che si è fatto lacerare anima e cuore da un insignificante figlio di Apollo?>> chiese ridendo. La rabbia montò veloce in Nico, la sete di vendetta e il rancore con essa. <<No, io non sono un debole!>> urlò infuriato. La voce rise malevola<<Ecco chi sei...>> disse quasi sussurrando all'orecchio di Nico. Il semidio si specchiò nuovamente, ma stavolta non vide Nico di Angelo, ma vide il Principe degli Inferi, in tutto il suo potere: la corona nera, il mantello porpora, la spada alla cintura, lo scettro con i rubini, gli occhi viola carichi di potere e rabbia, il sorriso arrogante e malevolo. <<No, no, no! Io non sono questo!>> urlò alla voce, rinnegando sé stesso come in preda ad una crisi di esistenza. Quest'ultima sembrò allontanarsi<<Ah no?>> chiese sarcastica. <<Hai torturato semidei, arso vivi più uomini di quanti se ne possano contare, distrutto Tebe e i Rinnegati. Imprigionato e spezzato Piper...Allora Nico, cosa sei veramente!>> tuonò la voce, ora più profonda e potente. Nico cadde in ginocchio, le mani alla testa<<I-io non lo so>> disse singhiozzando; gli sembrava che il suo corpo si stesse combattendo da solo, che la rabbia e il rancore si scontrassero con la compassione e la serenità. A quel punto la stanza iniziò a distruggersi, un pezzo alla volta, lasciando Nico sospeso nel vuoto, un vuoto nero come la pece. Davanti a lui restava solo lo specchio, che alternava i tre riflessi, come se Nico dovesse sceglierne uno. Nico continuava a singhiozzare, quando una voce, quella di Percy, lo riscosse <<Fratello, solo tu sai chi sei...>>. Quelle parole sbloccarono qualcosa dentro Nico: il veleno che era nel suo cuore non sparì, non era possibile, ma lasciò spazio all'amore, alla compassione e a tutti i sentimenti che Nico aveva abbandonato tempo prima. Quando Nico si rialzò, e fissò il suo riflesso nello specchio, non vide ancora nulla. <<Allora, semidio, dimmi adesso, chi sei veramente?>> domandò ancora la voce. Nico fissò lo specchio<<Io sono Nico di Angelo, figlio di Ade, Principe degli Inferi... ed Eroe dell'Olimpo>> rispose senza esitazione. Fu a quel punto che un quarto riflesso comparve, Nico, con la corona del Principe e il suo scettro, ma con il viso sereno e gentile, e il suo solito giubbotto da aviatore indosso. Gli occhi neri, con solo alcune sfumature viola come monito del suo immenso potere. <<Bene Principe, va adesso, il tuo popolo ha bisogno di te, la vera guerra deve ancora iniziare>> disse la voce, e in quel momento il principe si svegliò.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora