FINCHE' TUTTI SONO UNO

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I due eserciti cercarono per giorni all'interno della cittadella, setacciando ogni magazzino. Trovarono finalmente i depositi alla mattina del quarto giorno: una immensa quantità di spade, lance, arpioni e armi di ogni tipo, oltre che a una strabiliante quantità di materiale grezzo da lavorare, sarebbero servite cento navi per ogni esercito per trasportare tutto. Dopo aver preparato i carri e riordinato le truppe, i tre generali si riunirono dinnanzi al portone d'ingresso della cittadella, prima che le loro strade si separassero.

<<Spero non sia un addio, amico mio>> disse Enea abbracciando Sarpedone<< In qualsiasi modo andrà a finire ci rivedremo>> gli rispose il Licio con tono affettuoso, poi guardò Jason << È stato un piacere fare la tua conoscenza, fratello>> disse porgendoli il braccio. Jason ricambiò il saluto sorridendo<<L'onore è tutto mio, di aver incontrato uno dei più grandi semidei della storia>> rispose.

Poi un ringhio, una fiamma azzurra nel cielo, le urla dei soldati. <<Cazzo!>> urlò Jason. In quel momento nella radura, esattamente in mezzo ai due eserciti atterrò il bellissimo Valiryon. Percy aveva fatto creare dai ciclopi una sella stupenda, blu zaffiro a forma di trono, che rendeva ancora più maestoso l'animale che cavalcava. Il drago ruggì forte facendo indietreggiare entrambi gli eserciti, che nel frattempo si erano disposti in formazione. <<Bene, sapete vero che è maleducazione non invitare il più potente semidio della storia a una riunione tra eroi?>> chiese Percy ridendo divertito. I tre generali si guardarono capendosi al volo: dovevano caricare le baliste con il ferro e abbattere la bestia, ma dovevano guadagnare tempo e distrarre Percy. Jason fece un passo avanti<<Ti avremmo invitato se ne fossi stato all'altezza Principe>> rispose sperando di provocarlo, e ci riuscì. Il principe rise <<Oh Jason, non ho ancora deciso cosa fare di te sai, se tagliarti la testa e infilzarla su una picca, o se schiavizzarti per l'eternità>> gli rispose Percy con un sorriso sadico sul volto. Durante questo batti e ribatti Enea riuscì a ordinare che le baliste venissero caricate. A quel punto fu Sarpedone a parlare <<Devi essere Perseus, ho sentito parlare molto di te>> iniziò cercando di guadagnare tempo <<Ti chiamano l'angelo caduto, ma da quel che vedo sembra che la tua fama sia immeritata>> concluse facendo spallucce. Il Principe scese dal suo drago avvicinandosi leggermente ai tre <<Ah Sarpedone, la stupidità è un tratto comune dei figli di Zeus immagino>> rispose ridendo<<Vieni a provare tu stesso se la mia fama è meritata o meno>> lo sfidò, sperando di farlo cadere nella sua trappola, ma Sarpedone era furbo <<Ohh Principe, ma che gloria ne trarreste nello sconfiggere un eroe vecchio di tremila anni, che morì ucciso da uno scudiero>> rispose temporeggiando. Enea a quel punto intervenne<<Già, vediamo se riesci a fronteggiare noi tre tutti assieme, per te dovrebbe essere facile>> disse sperando che il Principe abboccasse, e così fu<<Ci sto, i tre grandi generali sconfitti in un colpo solo, sarà divertente>> rispose.

I quattro si trovarono al centro della radura, in mezzo ai due eserciti, che nel mentre stavano preparando le baliste, poco davanti a Valiryon. <<A voi la prima mossa, eroi>> li sbeffeggiò Percy. A quel punto Sarpedone scagliò la propria lancia, che venne evitata facilmente dal Principe. In un secondo la lama di Vortice colpì ripetutamente lo scudo del Licio, costringendolo a indietreggiare. Jason ed Enea caricarono alle spalle il principe, che però non si fece prendere alla sprovvista. Assestò un violento calcio sullo scudo di Sarpedone facendolo cadere, poi si rivolse a Jason. Incrociò un paio di volte la propria spada con il gladio d'oro del rivale, parando tutti i suoi attacchi. Evitò anche gli affondi di Enea, che con la sua lancia cercava di trafiggerlo ogni volta che gli attacchi di Jason venivano respinti. Dopo una velocissima serie di fendenti, Percy disarmo il figlio di Giove grazie ad una finta e lo colpì al volto con l'elsa della spada. A quel punto Enea si scagliò sul Principe, incalzandolo senza pietà. Percy rimase stupito, Enea era veramente fenomenale, probabilmente allo stesso livello di Percy in quanto a bravura. Con la lancia disegnava archi precisi che bloccavano qualsiasi attacco da parte di Percy, che poteva solo difendersi deviando le stoccate ed evitando gli affondi. In un attimo di distrazione Percy si lasciò colpire alla gamba dalla punta della lancia, che gli procurò un leggero taglio sulla coscia, non mortale, ma fastidioso. Il Principe indietreggiò, e in quel momento Sarpedone, che si era ripreso nel mentre, tornò alla carica. Percy urlò violentemente facendo tremare la terra e attaccò prima il figlio di Zeus. Stoccata, parata, finta, una serie infinita di colpi dove nessuno dei due eroi riusciva a sopraffare l'altro. Percy notò che una pietra si trovava poco dietro il piede dell'avversario, e con un rapido affondo lo portò a inciampare su di essa, e prima che potesse rialzarsi lo colpì a un fianco con Vortice. Il figlio di Zeus urlò per il dolore, e Percy si apprestava a dare il colpo di grazia, quando venne violentemente colpito dallo scudo di Enea, e scaraventato a terra. Si rialzò a fatica, rimettendosi in posizione per fronteggiare il figlio di Venere, che aveva abbandonato la lancia e adesso brandiva la sua spada d'oro imperiale, lunga e affilata. Percy inspirò profondamente e si lanciò all'attacco con grande violenza, sorprendendo Enea, che non riuscì a resistere alla furia dei colpi del Principe: cadde a terra disarmato, con Vortice puntato alla gola. <<Quali sono le tue ultime parole, eroe?>> gli chiese sbeffeggiandolo Percy<<FUOCOOOO!!!>> urlò lui. Il Principe inizialmente non capì, poi sentì il rumore dei dardi delle baliste <<Valiryon!>> urlò correndo verso il proprio drago, che cercava di evitare i dardi. Da entrambi i lati una seconda scarica di proiettili si abbatté sul drago, e svariati proiettili lo colpirono, penetrando nella dura pelle della bestia senza problemi: Percy urlò per il doloro ogni volta che la carne veniva trafitta. Infatti, grazie al legame mentale con il proprio drago riusciva a percepire il dolore atroce che stava provando. Riuscì a raggiungerlo e con un grande balzò salì in groppa e lo spronò a volare in cielo per scappare. <<Abbattetelo!>> urlava Jason dal basso ai suoi, ora il drago era ferito e vulnerabile. Percy si allontanò dalla portata delle baliste giusto in tempo, prima che un'ultima e fatale scarica di dardi potesse colpire Valiryon, che ferito e con evidenti tagli sulle ali si era nascosto tra le nuvole.

Il grande drago si allontanò lentamente gemendo dal dolore, volando discontinuo verso le Alpi, e Percy sperò di riuscire a chiamare Nico, utilizzando il legame che li univa. Per la prima volta i draghi erano stati sconfitti.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora