LA DANZA DEI DRAGHI

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Il figlio di Ade aveva ragione, avevano impiegato dodici ore esatte per arrivare in Inghilterra, ma ancora non avevano idea di dove cercare le leggendarie bestie alate. Pensarono di addentrarsi in una zona selvaggia a Nord di Londra dove ruderi di antichi castelli erano invasi da fitta vegetazione. Per due giorni cercarono invano, setacciando rovine su rovine. Stavano per arrendersi, quando li videro: in cielo volavano due enormi draghi, bellissimi. Il primo aveva squame nere come la pece su tutto il corpo, con una corona di corni dietro la testa, bianchissimi ed enormi. Come fosse coperto di sangue, nel nero si intravedevano striature di rosso scuro, che incutevano terrore persino ai Principi dei semidei. Dalle sue fauci uscì una fiamma rossa e arancione, un mare di fuoco illuminò il cielo. Se il primo drago sembrava essere un frutto degli Inferi, il secondo sembrava una perla del mare: grande quanto il compagno, ma con squame bianchissime, immacolate. Non aveva corna, a differenza del primo, delle lunghe protuberanze dietro la testa unite da una membrana bluastra creavano una sorta di corona. Dal suo collo partivano strisce di un blu elettrico, alternate a un blu scuro e profondo. Ma il vero spettacolo erano le enormi ali: quattro lunghe e sottili dita erano unite da una membrana bianca come le squame, dove fulmini rossi e neri sembravano schizzi di colore su una tela, mentre un blu profondo colorava le sottili dita e il pollice uncinato. Una luminosissima fiamma azzurra illuminò il cielo quando sputò fuoco, rispondendo alla fiamma rossa del compagno. Erano impressionanti, bellissimi, e perfetti per i Principi. Ora veniva la parte più difficile: superare la misteriosa prova.

<< Wow, sono bellissimi >> mormorò esterrefatto il figlio del dio del mare << Non ho mai visto qualcosa di così meraviglioso>> gli rispose Nico. Li osservarono volare in cielo, sembravano danzare, con un'eleganza disarmante. Le loro fiamme illuminavano il cielo come folgori nella notte più profonda. I loro ruggiti echeggiavano per la foresta, seminando il panico negli stormi di uccelli appollaiati sugli alberi, che prontamente spiccavano il volo cercando un posto più sicuro. Dopo un si allontanarono volando verso un'alta montagna, circondata da nubi. Si riusciva a intravedere un castello ormai in rovina, ma dalla loro distanza era impossibile fare altre considerazioni.

<< Che facciamo?>> domandò Percy << Li seguiamo, ovvio>> rispose Nico << Viaggio nell'ombra fino alla montagna o andiamo a piedi?>> chiese sapendo già la risposta << Muoviti a camminare, veloce>> gli rispose ridendo Nico << Va bene, va bene>> poi continuò << Come siamo scontrosi>>

Camminarono per un paio d'ore, interrogandosi su quale potesse essere la misteriosa prova, fallita da generazioni di eroi, che avrebbero dovuto affrontare. Arrivarono dinnanzi alla grande porta blindata del castello. Le mura semidistrutte erano coperte da scritte ormai indecifrabili, ma una frase era ancora leggibile: "dei grandi eroi, usciti dall'inferno, danzeranno con i draghi". I Principi si guardarono dubbiosi, loro non avevano mai visto l'Inferno cristiano, ma erano entrambi sopravvissuti al Tartaro, questo poteva pur contare qualcosa no? <<Beh, insieme anche se si muore no?>> domandò Percy all'amico << Insieme anche nella morte fratello>> gli rispose senza pensarci nemmeno Nico. Aprirono la porta ed entrarono nell'ampio cortile del castello e videro le due magnifiche creature stese sul pavimento a riposare, tranquille e serene. Appena queste si accorsero della presenza dei semidei ringhiarono infastiditi, e si alzarono in tutta la loro maestosità. Da vicino erano ancora più incredibili. Il drago in cui si trasformava Frank di tanto in tanto era niente rispetto a loro. Camminarono intorno ai principi, osservandoli con calma. I due semidei erano schiena contro schiena, ma non aveva sguainato le loro armi, non avrebbero potuto difendersi stavolta se avessero fallito. A un certo punto i due draghi ruggirono forte e puntando il cielo sputarono fuoco nello stesso momento, e le due fiamme si fusero in un'unica luce bianca.

I Principi guardarono quel prodigio ammutoliti da tale spettacolo: in quella luce videro episodi della storia del mondo: un enorme dinosauro abbattuto e bruciato da un grande drago blu come l'Oceano, che ne mangiava le carni e sputava fuoco in cielo, soldati romani arsi vivi in un deserto orientale, da un maestoso drago dorato, cavalcato da un uomo coperto da un'armatura anch'essa dorata e riccamente decorata, una grande schiera di cavalieri medievali, che sugli scudi portavano la croce di Cristo, che caricavano due piccoli draghi, i quali disperatamente cercavano di resistere all'assalto azzannando e bruciando i nemici. Videro i Conquistadores dare la caccia nelle foreste dell'America a queste creature ancora cucciole, sparando loro senza pietà, sterminandone a decine se non addirittura centinaia. << La storia di una specie ormai prossima all'estinzione>> tuonò una voce dal cielo. Non era la voce di Zeus o di qualsiasi altro dio greco, era un qualcosa di mai sentito dai due principi << Gli uomini hanno ucciso ciò che gli avrebbe potuti rendere invincibili, intimoriti dal loro immenso potere>> continuò la voce << Sapete, molti li hanno ritenuti frutti del male, ma quando sono stati creati da noi divinità, dovevano rappresentare un modello di lealtà e purezza per l'uomo, ironico no?>> chiese ridendo << Da voi chi, chi sei?>> domandò curioso e spaventato Percy. Nico fu più veloce della voce e rispose all'amico << Lui è Dio, il dio cristiano>> disse convinto << Ma bravo figlio di Ade, così come tuo padre sei molto sveglio >> gli rispose Dio << Come lo conosci tu?>> ora era Nico quello spaventato << Ci sono molte cose che non sapete sugli dèi giovani ragazzi, e non dovete nemmeno saperle, vi basti sapere che non esiste solo il pantheon greco-romano nel mondo>> rispose dall'alto Dio, sbrigativo << Ora, so perché siete qui, ma vi avviso, molti prima di voi hanno fallito la prova, gli uomini l'hanno chiamata la danza dei draghi, vi dirò un ultima cosa, sebbene siate greci, siete tra gli eroi con più speranze...>> concluse, e la luce bianca si spense mentre i draghi interrompevano il flusso di fiamme. Spiccarono il volo e iniziarono a volare in cerchio ad altissima velocità, sputando fiamme creando un cerchio di fuoco, che in poco tempo si trasformò in un vero e proprio tornando di fiamme arancioni e azzurre che sollevò da terra i due Principi e li porto in cielo, al cospetto dei draghi. Il drago nero puntava dritto negli occhi Nico, mentre Percy era alle prese con il maestoso drago bianco. Dopo un ringhio entrambe le bestie porsero il collo ai semidei, che salirono senza esitare. A quel punto la pelle dei draghi iniziò a bruciare, scottando i due Principi. Chiunque avrebbe mollato la presa e sarebbe precipitato, morendo miseramente, ma loro no, rimasero saldamente in groppa. Dopo qualche secondo, le due enormi creature ripresero a volare in cerchio una accanto all'altra, compiendo incredibili acrobazie. I due semidei a fatica restarono attaccati, sopportando la pelle incandescente e le palle di fuoco sputate nell'aria dalle bestie durante il volo. Dopo quella che sembrò un'eternità i due Principi cercarono di imprimere la loro volontà sui draghi, indicandoli la via da percorrere. Fu questa la parte più difficile per entrambi. Sentirono una fitta dolorosissima alla testa, e in quel momento videro entrambi passarsi la vita davanti dei loro draghi. Scoprirono che le due creature erano collegate con un legame empatico; quindi, Nico vide le esperienze della sua vita, quella del suo drago, ma anche di quello di Percy e di Percy stesso. I draghi vedevano allo stesso tempo le vite dei loro cavalieri, per giudicare se fossero degni o meno di cavalcarli. Dopo un tempo interminabile, tutto cessò. I draghi atterrarono nel cortile, lasciando smontare i due cavalieri. Una volta a terra Percy chiamò Nico << Ora siamo collegati, lo hai percepito anche tu vero?>> chiese, il figlio di Ade annuì, ora le loro menti erano collegate, così come le loro vite, se uno di loro moriva l'altro lo avrebbe raggiunto poco dopo, così come sarebbe accaduto ai draghi. Senza bisogno di dirsi altro, i due Principi si abbracciarono forte, come due veri fratelli. Dopo un minuto abbondante, si voltarono a guardare le meravigliose creature accanto a loro, domate e per sempre legate ai loro cavalieri. << Avranno bisogno di un nome ora>> fece notare Percy << Hai ragione, come vuoi essere chiamato bello? Mhhh fammi pensare, Anax, il terrore nero, ti piace?>> il drago sembrò gradire il nome, strusciando il muso sul cavaliere. << Beh anche io ho trovato un nome adatto al mio, Valiryon, l'onda del mare...>> decise Percy accarezzando il muso della bestia.

<<Torniamo a casa in volo, che ne dici?>> propose Nico sorridente << Penso che per due Principi siano più che degne cavalcature>> gli rispose felice il figlio di Poseidone. Salirono in groppa ai loro nuovi compagni e si diressero verso Castello Nero.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐨𝐰𝐞𝐫 - 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐲 𝐉𝐚𝐜𝐤𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora