4.

3.1K 185 25
                                    

-Sono a casa!

Mickey entrò in cucina con due borse della spesa piene di cibo.

-Cosa hai comprato?
-Robaccia.
-Immaginavo.

Ian sbuffò con aria rassegnata. Ogni maledetta volta che quel ragazzo decideva di andare al supermercato, o rubava o comprava cibo spazzatura. Ian si era dimenticato del colore della verdura ormai.

-Cosa ti aspetti, una dieta da hippy? Non in questa casa bello.
-Alcune volte un frutto o qualcosa di più digeribile farebbe meglio, dico solo questo.
-Hai intenzione di scassarmi le palle come Svetlana oppure la finisci e mi stai a sentire per un secondo?
-Ok, come non detto. Hai qualche novità?
-Potrei avere qualche bella novità sì
-Posso rivedere Yev?

Lo guardo di Mickey si spense. Non voleva dirglielo, ma l'ultima volta che avveva sentito Svetlana lei gli aveva chiaramente detto che se voleva vedere ancora suo figlio doveva tenerlo lontano da Ian.

-No, Ian, Svetlana è ancora incazzata a morte con te, meglio che Yev aspetti ancora un po' ok?
-Oh. Ok.
-Mi dispiace. Sai che se fosse per me...
-Lo so, va bene. Aspetterò.

Ian si spostò in salotto, l'umore leggero che aveva pochi secondi prima era svanito.
Ripensò a quella giornata, alla sua idea di portare Yevgeny a Orlando, a come tutto era precipitato nel peggio. Era davvero lui quel ragazzo? Cosa diavolo gli passava per la testa alcune volte?
E soprattutto, cosa potrebbe succede se Ian smettesse di prendere le pillole che tanto odia?

-Hey, so a cosa stai pensando Ian. Toglitelo dalla testa. Nessuno ti vuole mandare in una clinica per pazzi. Ce la farai, vedrai. Le pillole ti fanno stare di merda adesso, ma a lungo termine...
-Lo so, lo so. A lungo termine mi faranno sembrare meno schizzato.
-Non è quello che stavo dicendo.
-Basta pensare a questo ok? Non ne posso più.
-Ok.
-Qual era la notizia che volevi darmi?
-Oh. Vuoi ancora starmi a sentire?
-Certo che si, avevi detto che era una cosa bella!

Mickey annuì e andò in cucina, frugò tra le borse della spesa e tornò da Ian.

-Prima di andare a fare la spesa, sono andato in un certo posto.
-Che sarebbe...?
-Un'agenzia viaggi.
-Che cosa?

Ian si mise inevitabilmente a ridere. Nessuno dei due era mai uscito dallo Stato (anche se Ian ci aveva tentato, fallendo in modo tragico), tantomeno preso un aereo.
L'idea che Mickey stesse pianificando un viaggio lo fece ridere come un pazzo.

-Adesso spiegami cosa c'è di così divertente
-Scusami, non ti sto prendendo in giro, solo che...
-Ah non mi stai prendendo in giro? Che stronzo, guarda che queste cazzate le sto facendo per te, mica per me, imbecille
-Scusa ora smetto. Ho smesso ok? Però adesso spiegami perché sei andato in agenzia.
-Volevo organizzare un viaggio - prese una pausa per organizzare il discorso:
-Senti, tu sei stato una merda per tipo 3 settimane consecutive. Non hai mangiato un cazzo, hai pianto giorno e notte, non ti sei alzato per giorni da quel letto. Io stavo impazzendo ok? Non sapevo cosa fare. Quindi ho iniziato a pensare a cosa avremmo fatto dopo, non appena fossi stato meglio. E ho pensato a quella sera.

Ian sapeva esattamente di quale sera stava parlando.
Era l'estate, faceva un caldo assurdo anche alle tre di notte.
Così dopo il terzo round a letto, i due avevano deciso di uscire e provare a rinfrescarsi nella piscina dei Gallagher.
Quella sera Ian gli aveva detto che non aveva mai visto l'oceano. O camminato con i piedi sulla sabbia. O visto il sole scendere lento sul mare.
Gli aveva detto che voleva fare una vacanza con il suo ragazzo.
Mickey lo aveva preso in giro dicendo che era una checca con desideri da femminuccia e aveva cambiato discorso.
Quella sera avevano parlato di tutto e di niente, ed era stata una delle sere più tranquille e leggere da quando erano ufficialmente una coppia.

Ripensandoci adesso, Ian non avrebbe mai creduto che Mickey lo avesse davvero ascoltato, quella sera.

-Ti sei ricordato di quei discorsi?
-Certo che mi sono ricordato, non ho mica l'Alzheimer Ian!
-Credevo che non ci avessi dato importanza..
-Sbagliato - disse, mostrando il preventivo dell'agenzia.
-Los Angeles. Due settimane. Io e te.
-Ma sei pazzo?!
-No, mi pare che quello pazzo qua dentro sei tu.

I due si scambiarono un'occhiata divertita e si sorrisero.
Ian aveva capito, dopo notti e notti in cui Mickey glielo aveva ripetuto, che a Mickey non importava nulla se lui era bipolare, schizzato o malato o qualunque altro termine per definire questa nuova fase della sua vita.
E il fatto che lui lo accettasse per come era davvero era un aiuto fondamentale per potersi auto accettare.

-Come pensi di andare lì, in aereo?
-Uhm si perchè?
-E dove li troviamo i soldi Mick?
-Che pessimismo Gallagher. Se non ci vuoi andare dillo e basta cazzo.
-Non sono pessimista, cazzone. Viviamo nel cazzo di South Side. Fiona sta spendendo centinaia di dollari per le mie medicine del cazzo, tu devi dare quasi tutto il mese di lavoro a Svet. Come ti viene in mente di andare in vacanza?
-Ok. Ok. Adesso mi stai a sentire per una cazzo di volta? Un biglietto andata e ritorno per due costa 500$. Non sono pochi, ma me li sono guadagnati aumentando il prezzo dell'ultimo "camion del trasloco". E per dormire.. Quell'idiota di Jimmy, Steve o come cazzo si chiama mi ha garantito che ha un posto per noi. Non ci serve molto altro, no?
-Oh cazzo. Hai pensato proprio a tutto.
-Sei contento adesso?
-Oh. Si. Certo che sono contento, idiota. Vedrò l'oceano al tramonto tenendo per mano il mio ragazzo...
-Ian, non se ne parla. Queste cose da fighetta non le faccio.
-E poi faremo il bagno nudi...
-Ma che cazz..?
-E molto molto altro...

Ian lo guardò con aria maliziosa, i suoi occhi spiegavano esattamente quale sarebbe stato il tema della loro vacanza.

-Credo che prima dovremmo allenarci, che dici?
-Mhmm, mi sembra davvero una buona idea.

Gallavich fanficsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora