Ultimamente Ian si comportava in modo strano.
Mickey fingeva che non gli importasse, ma non era così. Aveva notato il modo in cui Ian si guardava intorno prima di usare il telefono, come se avesse paura di essere controllato. O come spesso inventava delle scuse per i suoi ritardi, scuse che sembravano essere prese sul serio da tutti meno che da lui.
Mickey Milkovich conosceva troppo bene quel ragazzo per non vedere quello che stava succedendo.
Andava avanti da settimane ormai. Ian non gliela stava raccontando giusta.
Ma Mickey non era la persona che faceva scenate di gelosia - prima di Ian nemmeno sapeva cosa voleva dire essere gelosi - quindi si teneva tutto dentro, ormai consapevole che fingere a se stesso non era più possibile.
Sarebbe quasi impossibile dirlo, ma dietro i tatuaggi, dietro i pugni e l'aria da duro, Mickey soffriva.
Senza nemmeno essersene veramente mai accorto, passava le ore senza Ian chiedendosi dove fosse, con chi fosse e soprattutto perchè a Ian lui non bastava più.
Nemmeno chiedere spiegazioni poteva farlo stare meglio, perchè il ragazzo rimaneva sempre sul vago, oppure rispondendogli che non c'era niente di strano ad uscire a divertirsi con gli amici e che anzi, anche lui avrebbe dovuto iniziare a farlo volentieri."Io non ho amici Ian. Io ho solo.. Ho solo te."
Ecco cosa gli passava per la testa. Nient'altro che Ian Gallagher.
Quella sera Mickey guardò Ian prepararsi per uscire.
- Esci anche sta sera?
- Uh uh.
- Se fosse stato sabato sarei venuto anche io.
- Dici sempre così..
- Se forse tu me l'avessi chiesto, magari sarei venuto!
- Tu non vuoi mai uscire, Mick! Dai, torno ad un orario decente..
- Uh uh - rispose l'altro, imitando sarcasticamente la risposta di Ian. - Con chi esci? Quei finocchi del locale?
- Può essere.Mickey uscì dalla camera sbattendo la porta.
"Se mi tradisci ti giuro..." Ma non sapeva come continuare.
Picchiarlo? Non l'avrebbe mai più fatto.
Lasciarlo? Forse ancora meno. Dopo tutto quello che era successo con Yev, Monica, l'esercito, l'ultima cosa che voleva era lasciarlo.Fu proprio pensando a questo che giunge ad una conclusione che gli tolse il fiato: non sarebbe mai stato lui a lasciare Ian, quanto molto più probabilmente il contrario.
"Ian non mi ama più".
Solo pensandoci i suoi occhi azzurri si annebbiarono.
Non che se lo fossero mai detto, io ti amo, ma fino a quel momento sembrava scontato.
Vivevano insieme da tre anni. Ian aveva deciso di iniziare una cura per lui. Erano una coppia a tutti gli effetti.
Possibile che Ian si fosse distaccato da lui perchè non lo amava più?In quel momento le migliaia di domande che giravano nella testa di Mickey cessarono di fare confusione, interrotte dal suono del telefonino appoggiato sul tavolo.
Numero sconosciuto.
Prima di rispondere guardò distratto l'ora.
Era già mezzanotte.
Aveva passato la serata a pensare a Ian, alla loro relazione, a quello che erano e che forse presto non sarebbero più stati.
Mickey non aveva mai avuto così paura di rispondere al telefono.- Pronto?
- Pronto, Mickey?
- Chi cazzo parla?
- ... Sono Sam.
- E chi cazzo sei Sam?
- Un.. amico di Ian.Mickey sentì letteralmente il suo cuore perdere un battito.
- Vaffanculo. Dov'è Ian?
- Senti, il suo tel..
- Dove cazzo è Ian?
- Qui vicino a me, siamo a casa mia.
- Porca puttana, porca puttana! Cazzo è successo? - Mickey era già fuori.
- Niente. Sta dormendo, non riesco a svegliarlo. Sei il suo primo contatto, puoi venire qua?
- Dove cazzo è casa tua!Spense il telefono un secondo dopo aver sentito la via.
Mickey non era in sé.
Avrebbe potuto spaccare qualunque cosa, ma quello che provava non era solo rabbia. Non quella che conosceva, almeno. Era qualcosa di diverso, più pesante, meno fisico.
STAI LEGGENDO
Gallavich fanfics
FanficFanfiction piccoline sulla mia OTP Non sono collegate tra di loro! È improbabile che quello che scrivo abbia un finale negativo, sono ancora piuttosto sconvolta da come è finita la quinta stagione. Alcune volte possono essere un po' OOC. Lasciatemi...