14. Rated

2.5K 136 12
                                        

Mickey entrò in casa.
Attraversò il corridoio d'ingresso, la cucina.
Tutto era buio e silenzioso. Nessuna traccia di Ian.

"Dov'è finito quel ragazzo?!"

Mickey si prese una birra e la sorseggiò lentamente, sfinito dopo una giornata di lavoro.
Il silenzio che c'era in casa era piacevole. Non c'erano le urla di Yev, o ancora peggio, quelle di Svetlana, che lo rimproverava di chissà quale cazzata. Non c'era Iggy con le sue paranoie post-sbronza.
Era raro che a casa Milkovich qualcuno si potesse permettere cinque minuti di pausa.
In ogni caso, finita la birra, Mickey si chiese di nuovo dove fosse Ian.
Lo chiamò ad alta voce, ma non rispose nessuno.
Doveva essere fuori. Magari aveva capito male il turno.
Diede un'occhiata alla borsa con il cibo cinese che aveva appena comprato, chiedendosi se era una buona idea aspettare Ian oppure mangiare da solo.
Alla fine decise per la prima, non tanto perchè non voleva mangiare da solo, ma perché sapeva che a Ian dava fastidio cenare senza nessuno in parte a cui raccontare la giornata.
E poi, doveva ammetterlo, aveva imparato ad apprezzare i momenti in cui Ian parlava di tutto e niente. Erano gli unici momenti della in cui entrambi volevano solo condividere la giornata. Poi, ovviamente, il sesso dopo cena (e possibilmente per il resto della notte) era il miglior modo per concluderla.
Mickey si distese svogliato nel divano, dopo aver scritto a Ian che lo aspettava per mangiare, e si addormentò nemmeno due minuti dopo, con la televisione accesa e i vestiti da lavoro ancora addosso.
Non si accorse nemmeno della presenza del ragazzo, venti minuti dopo, che cercava di svegliarlo prima battendogli leggermente la spalla e poi chiamandolo con un tono rassegnato:

- Mick? Mickey!

Il ragazzo spalancò di colpo gli occhi, vedendo solo la faccia di Ian a due centimetri dalla sua, con i capelli rossi che gli sfioravano la pelle.

- Ian! Ma cazzo, ti sembra il modo?!

Mickey si alzò a sedere e mise a fuoco la situazione.
Ian era di fronte a lui, completamente nudo, e lo guardava con aria esasperata.

- Spiega, Gallagher - disse con un sorrisetto malizioso
- No tu spiega. Sei arrivato a casa e non mi hai cercato?
- Eri a casa?! Ti ho chiamato, colpa tua se sei sordo!
- Ma cazzo, ero in camera! Avevo preparato... Una sorta di bentornato a casa..

Ian adesso stava arrossendo: non solo il suo piano era andato a farsi fottere, ma si era appena accorto che non sarebbe comunque mai piaciuto a Mickey. Lui e le cose romantiche vivevano su due pianeti opposti.
Infatti Mickey rise prendendolo in giro e Ian lo spintonò scherzosamente via, quando lui cercò di avvicinarsi, effettivamente attratto dal suo corpo perfetto.

- Hai intenzione di lasciarmi a bocca asciutta? Io ho fame! - disse Mickey, guardando verso la cerniera dei pantaloni, spiegando senza dire una parola il suo particolare tipo di fame.
- Non era così che volevo che finisse..
- Come prego? Sei nudo e non volevi che finisse così?
- No, avevo un programma, doveva essere qualcosa di diverso!
- Allora fammi vedere!
- Smettila, mi fai incazzare con quel sorrisetto provocatorio.
- Ian. Sono serio - disse Mickey cercando con tutto se stesso di non ridergli in faccia.

Doveva ammettere che la situazione era davvero divertente: Ian era arrossito perchè il suo piano era fallito e Mickey ancora non sapeva di cosa si trattava.

- Il tuo..."piano" era in camera da letto?
- Si - rispose con aria rassegnata
- Allora andiamo in camera, magari si può aggiustare.
- Il tuo sarcasmo mi fa incazzare Mickey.
- Lo so.. Ma - non riuscì a trattenere una risatina - tutta questa sceneggiata mi diverte!
- Non doveva divertire, dove essere.. Romantico! Ed eccitante! Che cazzo...

La camera era illuminata da una ventina di candeline sparse per tutto il perimetro. Il letto era fatto, cosa che non capitava affatto spesso, e le lenzuola erano blu, scelte apposta da Ian sapendo che era il colore preferito del suo ragazzo. Sulla scrivania c'era la cena: bistecca, patatine fritte e calici di vino, apparecchiato per due.
Lì vicino l'ipod in riproduzione casuale diffondeva canzoni rilassanti.
Ian aveva creato l'atmosfera perfetta, la playlist perfetta, la serata perfetta.
Mickey rese conto del tempo che aveva perso Ian per fare tutto questo e del tempo che aveva aspettato in camera, mentre lui sonnecchiava in salotto.

Gallavich fanficsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora