- Cosa è successo tra Mickey e Ian?
- Che ti importa, te ne se andata..
- Debbie, per favore, mi dici cosa è successo e basta?Mandy era appena tornata dall'Indiana, dopo due anni lontano da casa. Sempre che quel posto di merda potesse chiamarsi casa.
Aveva passato gli ultimi due anni a lavorare in un piccolo ristorante, abitando in un appartamentino con altre ragazze. Alla fine dei conti non era così male, specialmente dopo aver mollato quel Kenyatta. L'aveva picchiata ancora un paio di volte, contrariamente a quello che ammetteva lei, ma alla fine era riuscita ad uscirne. Nessuno sapeva dove si trovasse quell'idiota al momento, ma a nessuno sembrava davvero importare..
Così, dopo due anni senza nessuna chiamata o visita, Mandy Milkovich aveva deciso di tornare nel South Side, avendo saputo che Terry era morto. Una benedizione, secondo lei e secondo tutti.
Solo dopo un paio di giorni era riuscita ad avere informazioni su tutto quello che era passato in due anni.
Una volta saputo di Ian da Kev - non poteva immaginare che la situazione fosse peggiorata a tal punto che i Gallagher e Mickey stesso avessero deciso di internarlo per un periodo - si precipitò a casa sua per avere maggiori notizie.Mickey non era a casa - Dio solo sapeva dove poteva essere finito suo fratello - quindi andò a bussare a casa di Ian, sperando di essere più fortunata.
Ad aprire fu proprio Debbie, con un bambino piccolo in braccio.L'aria sorpresa di Mandy fece sbuffare la ragazza:
- Si, Mandy, questo è mio figlio. L'ho avuto a 16 anni, con un ragazzo che diceva si sarebbe preso cura di me e sai una cosa? Lo sta facendo veramente! - disse, mostrando l'anello di fidanzamento.L'espressione stupefatta di Mandy si sciolse in un sorriso sincero:
- Mi fa piacere Debs, almeno qualcuno in questo quartiere maledetto sa cosa vuol dire mantenere le promesse. Sono felice per te.
- Cosa ci fai qua? - rispose l'altra, ancora sulla difensiva.
- Ho bisogno di sapere delle cose..
- Tipo cosa?
- Cosa è successo tra Mickey e Ian?
- Che ti importa, te ne se andata..
- Debbie, per favore, mi dici cosa è successo e basta?
- ... D'accordo, entra.
- Sei sola? - chiese, appoggiando il cappotto sul divano e notando l'insolito silenzio.
- Ti avviso, è una lunga storia.
- Non ho niente da fare in ogni caso...
- Ok. Siediti allora. Vuoi qualcosa?
- Sigarette?
- Non davanti a lui!
- Una birra allora.
- Bene. Allora, cosa vuoi sapere?
- Tutto quanto. Parti pure dall'inizio.
- Te ne sei andata l'estate di due anni fa giusto?
- Mhm.
- Ian quell'estate ha mostrato il lato peggiore della malattia.
- Sono passata all'Alibi, ieri sera. Kevin mi ha detto che è bipolare. Fiona aveva ragione.
- L'avevamo capito dal primo momento, ma non volevamo che fosse veramente così. Quell'estate Ian ha iniziato a fare cose strane. Viveva con Mickey e Svetlana. Ha iniziato a portare cose a casa, vestiti, valige, qualunque cosa gli sembrasse utile, per fare soldi o non so cosa. Un giorno Mickey si è incazzato, gli ha detto non so cosa e Ian ha preso Yev ed è scappato.
- Oh cazzo.
- Già.
- Mick non mi aveva detto niente!
- Forse perchè pensava che potesse essere tenuto sotto controllo... Non lo so. In ogni caso dopo quell'episodio è stato arrestato e lo abbiamo portato in un'ospedale psichiatrico, per una valutazione. Dopo tre giorni e un macello di pillole che lo hanno rincoglionito per bene, un dottore ci ha detto quello che sapevamo già dall'inizio. Ian è bipolare, di tipo due, il che significa che ha forti manie e forti momenti depressivi. Una volta uscito le cose sono precipitate. Credo si sentisse troppo controllato, come se fosse un bambino. Si sentiva un peso. Ha preso e se n'è andato con Monica.
- Monica?!
- Si, credimi, non so come o perché. Mickey è impazzito. Ma proprio impazzito. Credo che fossero le due settimane peggiori della sua vita. Ian aveva bisogno di capire cosa fare della sua vita. Dopo due settimane è tornato a casa e ha mollato Mickey.
- Ferma un attimo. Si sono mollati e Mickey non ha fatto nulla per riprenderselo?
- Hai presente Sammi? Quella puttana è arrivata e gli ha sparato. Proprio in quel momento! Sembra assurdo.
- A Mick??
- Si, ma tranquilla, non l'ha colpito.
- ...Farà una brutta fine quella stronza.
- È in carcere. Credo. Non l'ho più vista da quella volta.
- Meglio per lei.
- Beh, quindi Mickey in quel momento non ha potuto fare nient'altro che correre. Quando poi alcuni giorni dopo è tornato per parlare con Ian, lui non c'era più.
- È scappato di nuovo?
- No. È entrato volontariamente in una clinica.
- Oh mio Dio.
- Sapeva che non poteva andare avanti così. Fiona era impazzita, stava per perdere il lavoro per stargli dietro. Tutti noi eravamo un gran casino. Per fortuna si è reso conto che vivere come vive Monica non è la soluzione e ha deciso di fare la cosa migliore per tutti.
- E ha deciso, così, in un paio di giorni?
- Non so cosa l'abbia spinto a scegliere tanto velocemente. Forse proprio la rottura con Mickey, non lo so.
- E poi?
- Ian è rimasto in struttura per 7 mesi, il tempo necessario per trovare i giusti dosaggi di litio e antidepressivi e convincerlo che era necessario che li prendesse per il resto della sua vita. Siamo andati a trovarlo spesso, i miglioramenti erano evidenti, anche se era triste vederlo lì dentro. Quando è uscito è ritornato qui.
- Vive ancora qui? Chi vive ancora qui?
- Carl e Ian.
- Da soli?
- Fiona è da Sean, hai presente? Il proprietario del bar dove lavora. Vive con lui da un annetto mi pare. Lip è all'università. Liam vive con me a casa di Derek, anche se in realtà spesso è qui o con Fiona. Io sono qui solo di passaggio, sei fortunata ad avermi trovato.
- ...Ian non dovrebbe stare da solo.
- Ma non è da solo... C'è Carl.
- Carl ha sedici anni, se non meno. Come può occuparsi di un fratello bipolare?
- C'è anche Mickey.
- Sono tornati insieme??
- No... No. Ma conosci tuo fratello no? Lo viene spesso a trovare, dopo il lavoro. È lui che si occupa delle medicine. In qualche modo hanno sistemato la questione, senza menarsi come al solito... Credo che siano diventati amici.
- Cazzate. Non sono mai stati amici.
- Sono cambiate un sacco di cose... Ian... So che sembra brutto da dire, ma è quasi impossibile amare una persona così. Ian spesso non sa che giorno sia o per quante ore ha dormito, dimentica nomi, persone, giorni interi. Le medicine fanno i loro effetti, sì, ma hanno altrettanti effetti collaterali. È difficile...
- Ma non impossibile. Conosco mio fratello. E conosco Ian. So cos'erano insieme.
- La malattia ha portato via il meglio di lui Mandy...
- Non per Mick. Non per lui.Le due ragazze rimasero per alcuni minuti in silenzio, riflettendo su quei due anni in cui tutto era cambiato.
Ian si era trasformato in un'altra persona. Mickey forse ancora di più, da quanto aveva capito. I fratelli Gallagher non abitavano più sotto lo stesso tetto, Debbie aveva un figlio. Tutto era cambiato in modo irriconoscibile.- Dove sono adesso?
- Mickey è al lavoro. Finisce più o meno alle cinque. Lavora in un cantiere ad un paio di isolati da qua.
- Ian?
- Ian passa la mattina a casa e al pomeriggio segue un gruppo. . Alla sera lavora da Sean.
- Un gruppo di sostegno?
- Qualcosa di simile. Fa parte del contratto con Sean. Lavorare 27 ore al giorno, fare quattro ore di terapia alla settimana e frequentare un gruppo con attività sociali. Alcune volte pulire le strade, altre volte dipingere, leggere per i bambini all'ospedale, cose del genere. È per tenerli impegnati, capisci?
- Almeno ha qualcosa da fare.
- Esatto.
- Dici che posso aspettarli qua?
- Si, credo che tra poco siano a casa tutti e due.Quando Mickey ritornò a casa rimase letteralmente senza parole per la sorpresa. I due fratelli non si parlavano o vedevano da due anni. I Milkovich facevano così, se se ne andavano non volevano avere contatti fino al loro ritorno.
- Terry è crepato.
- Una cosa bella, finalmente.
- Cazzo si!
- Devi dirmi che cazzo succede qua, Mick.
- Debbie non ha già parlato abbastanza?
- Voglio sentire la tua versione.
- Cosa vuoi che ti dica. Ian è bipolare, ci siamo mollati, è andato in clinica per alcuni mesi, io mi sono trovato un lavoro, adesso anche lui lavora ed è più stabile e basta.
- Quindi siete tornati insieme.
- Nah, siamo... Amici.
- Si certo.
- Non stiamo insieme. Non scopiamo. Non andiamo al cinema tenendoci per mano. Ma ci vediamo spesso. Quindi siamo amici.
- Non lo ami più?
- Non ho mai detto che lo amavo.
- Balle.
- Mandy perchè mi rompi tanto le palle? Siamo così, va bene così. Lui ha bisogno di compagnia, di qualcuno com cui passare il tempo e io..
- E tu hai bisogno di lui.
- Non ho detto questo.
- Ok, fingi pure che ti basti questa cazzata dell'amicizia. Io so come stanno le cose.
- Tu credi di sapere un sacco di cose. In due anni è cambiato tutto qua.
- Alcune cose non cambiano mai.Mandy si offrì di preparare la cena insieme a Debbie e quando Ian tornò a casa quasi si mise a piangere per la sorpresa. Mandy era per lui come un'altra sorella. E per Mandy era lo stesso.
Ian stava molto meglio rispetto a come lo aveva lasciato. La sua espressione era rilassata, serena. Durante la cena parlarono di cose divertenti, aneddoti e ricordi passati. Ian accennò alla sua malattia senza vergognarsi o sembrare turbato. In alcuni momenti sembrava un po' sperduto, ma tutto procedeva nel migliore dei modi.
Dopo cena, mentre le due ragazze giocavano alla Wii nel divano, Mickey e Ian sistemarono la cucina.- C'è la spazzatura da buttare! - urlò Debbie dal divano
- La porto fuori io - le rispose il fratello.
- Hey, hey..Prendi il mio cappotto, fa freddo fuori. - disse Mickey, porgendoglielo.Mandy si girò per osservare la scena. Il modo in cui Mickey gli passava il cappotto, ma soprattutto il modo in cui Ian, senza dire niente, lo ringraziava con gli occhi, annuendo.
Mandy lo sapeva bene.
Era lo stesso sguardo che Mickey aveva quando, dopo aver fatto coming out, guardò Ian, fermo sulla porta dell'Alibi.
Lo stesso di quando Ian era nel suo letto, incapace di muoversi per giorni.
Ed era lo stesso sguardo che Ian aveva quando, poco prima del matrimonio del fratello, Mandy era entrata in quella stanza e li aveva sorpresi a parlare.
Ian e Mickey non erano e non sarebbero mai stati amici.Mandy sorrise, consapevole del significato di quanto aveva visto e Debbie la osservò con aria interrogativa.
- Guarda, Debs. Per quanto tutto cambi, alcune cose non cambiano mai.|
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Questa storia è venuta decisamente male. Pardon, non riesco a fare meglio :(
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Gallavich fanfics
FanfictionFanfiction piccoline sulla mia OTP Non sono collegate tra di loro! È improbabile che quello che scrivo abbia un finale negativo, sono ancora piuttosto sconvolta da come è finita la quinta stagione. Alcune volte possono essere un po' OOC. Lasciatemi...