Gallavich fanfics

49. [Aspetterò] PARTE TRE.

- Ian Gallagher vive qui? - Chiese un uomo che decisamente non veniva dal loro quartiere.
- Uhm.. Si, prego. Entra... Entri pure!
- Ian Gallagher? Sono John Stone. Avvocato.
- Per conto di chi? - Chiese il ragazzo, pur sapendo già la risposta.
- Mickey Milkovich è il mio cliente, sono il suo avvocato d'ufficio.
- E come... Come...
- Come sono arrivato a lei? È una lunga storia, diciamo. Voi del South Side siete tutti così.. Originali? Pittoreschi? O è un tratto caratteristico solo del Milkovich e dei Gallagher?

Entrambi i fratelli lo guardarono male: e questo chi cazzo crede di essere?

- Scusi potrebbe spiegarmi perchè entra in casa mia e inizia a dire stronzate?
- No, lasci che le spiego tutto quanto.. Ian? Possiamo darci del tu? In fondo è solo una chiacchierata.
- Mhm. Sicuro.
- Dicevo. Il mio cliente.. Mickey, mi ha parlato molto di te. Mi ha raccontato in modo più o meno dettagliato tutto quello che è successo tra lei, suo padre e la sua sorellastra. Correggimi se sbaglio.

Ian rimase ad ascoltare la descrizione dei fatti da parte dell'uomo, senza annuire o dire una singola parola. Non aveva ancora capito dove voleva andare a parare.

- Quindi capisci adesso cosa intendo originali e pittoreschi? Mi sembra quasi la trama di un telefilm! Un intrigo di vendette, traffico di droga, parenti che spuntano fuori come funghi... Assurdo.
- Per quanto la diverta, questa è la nostra vita. Sta rischiando un pugno sul muso signor John non-sono-un-pezzente-come-voi - urlò Debbie dalla cucina, facendolo impallidire. Sapeva che la ragazza era seria.
- Quindi...? - riprese il discorso Ian.
- Certo. Quindi io ho bisogno di una conferma di quanto ha riportato il mio assistito. I fatti sono andati come descritti?
- Si - rispose senza esitazione.
- Molto bene. Questo migliorerà sicuramente la posizione del suo amico.
- Ho bisogno di vedere Mickey.
- Deve presentarsi in carcere, aspettare il giorno dei ricevimenti.
- L'ho già fatto. Mi ha cacciato. Ho davvero bisogno di parlare con lui, per favore.
- Non so come potrei...
- Io lo so. Mi può fare questo favore?

John Stone non avrebbe mai fatto quello che stava per fare, ma acconsentì quasi immediatamente, forse perchè intimorito dalle minacce più o meno dirette della ragazza o forse perchè non vedeva l'ora di uscire da quella strana casa e dall'intero quartiere, il prima possibile.

~

- Mickey Milkovich, il suo avvocato la sta aspettando.

Il ragazzo si alzò dal letto dove stava dormicchiando, infilò la felpa e le scarpe e si diresse verso la solita stanza dei ricevimenti.
La sua faccia fu un esplosione di emozioni quando si accorse che non c'era il suo avvocato dall'altro lato del tavolo, bensì Ian:
Rabbia. Mai una volta che questa testa rossa di merda faccia una sola cosa che gli dico.
Dolore. Come potrà mai bastarmi vederlo così per venti anni?
Sorpresa. Ian non si arrende mai. Cocciuta testa di cazzo.
Ma soprattuto felicità. Non c'è un vetro tra me e lui stavolta.

- Che cazzo ci fai qui?
- Ho dieci minuti, non uno di più. Mi lasci parlare questa volta?

Mickey annuì sedendosi di fronte a lui.

- Bene. Il tuo avvocato è passato da me. Voleva la conferma di quello che gli hai raccontato su Sammi e tutti quanti. Hai sparato un sacco di minchiate Mickey. Ottimo lavoro. Ho confermato tutto, anche Debbie l'ha fatto. Probabilmente ti abbiamo risparmiato un bel po' di anni. Prima che tu mi cacciassi, l'altra volta.. Ero venuto per dirti che non è vero che era finita. Non era finita per me. Nemmeno adesso, anzi. Sono stato un idiota, un egoista e un coglione. Lo so. Mi dispiace. Punto.
- Tutto qua?
- Tutto qua. Volevo solo dirtelo, perchè ho fatto tante cazzate quest'anno. Volevo fare almeno una cosa giusta. Con te.
- Hai sbagliato ancora. Avresti dovuto lasciar perdere. Non pensarci più.
- A noi? Non pensare più a noi?
- Starò qui dentro vent'anni! Se mi danno il massimo della pena sono venti fottuti anni! Come pensi di andare avanti? Così? A incontri da dieci minuti per vent'anni?
- Non ti daranno vent'anni.
- Ah no? Come fai ad esserne sicuro?
- Lo so e basta.
- Ah allora tutto ok, se Ian Gallaher lo sa e basta siamo tutti contenti.
- Perché mi hai detto di andarmene la volta scorsa?
- Ecco, vedi, si ritorna sempre a te. Tutto è incentrato su ti te cazzo!
- Mi rispondi?
- Perchè ho pensato a te. A te prima di me stesso. Ancora e ancora. Ho pensato che non ti avrei mai fatto penare per venti anni, farti fare questa vita su e giù per il carcere. Che cazzo di vita è?
- Quindi mi hai cacciato.
- Era la cosa giusta da fare. Avresti dovuto ascoltarmi.
- Aspetterò.
- Cosa??
- Aspetterò, ho detto. Cinque, dieci, venti anni, se necessario. Ti verrò a trovare. Ti porterò Yev e Mandy. Aspetterò.
- Non ti rendi conto di quanto sia da coglioni?
- È quello che hai fatto tu per me, possibile che non ti rendi conto? Stare qui per te è come la malattia per me. Possibile che non capisci? Abbiamo fatto lo stesso errore. Ci siamo allontanati a vicenda. Non è servito a niente. Perchè eccoci qua, come due idioti, a risolvere problemi che non ci sarebbero se non fossimo entrambi due teste di cazzo.
- Hey parla per te Gallagher.
- Sai che ho ragione Mick. - disse Ian azzardandosi di allungare una mano nel tavolo.
Mickey lo guardò per un secondo, prima di allungare a sua volta la mano, intrecciare le dita con quelle di Ian e rimanere fermi, senza dire una parola, per i pochi minuti che gli erano rimasti.
Avevano parlato fin troppo.
Sciolsero le dita solo quando si resero conto che John Stone stava per arrivare. Mentre le varie porte venivano aperte dal secondino, Ian si alzò in piedi, seguito da Mickey, si avvicinò a lui e dopo averlo baciato velocemente, gli sussurrò, nel caso in cui non gli fosse entrato in testa:
- Aspetterò. Te lo prometto Mick.

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Non so come mai sia venuta così lunga, ma vabbè;)
Buona lettura:)
👀👀!
Se siete fan di Dan e Phil ho scritto una phanfiction su di loro, in inglese, basata su testi di canzoni!
Se volete dargli un'occhiata e scrivermi suggerimenti sarebbe bellissimo ❤️❤️
- Sara