Chicago aveva la fama di essere una città molto fredda, ghiacciata d'inverno, ma non piovosa.
Non secca e torbida come Los Angeles, ma nemmeno piovosa come Seattle.
Per questo quando dopo una settimana di pioggia continua giorno e notte, Ian aprì le finestre di camera sua e si accorse che stava ancora piovendo, si ributtò tra le lenzuola con uno sguardo disperato.- Ma non è possibile!
- Mmmmm... Ian! - borbottò seccato Mickey, che dormiva al suo fianco.
- Ops, scusa, non volevo svegliarti. Ma cazzo però!! Non può piovere sempre! - Disse alzando il tono della voce e scandendo la parola "sempre"
- Ahh Ian, taci, cristo! Sono le... Che cazzo di ore sono?Ian si buttò sopra di lui per riuscire a vedere che orario segnava la sveglia, nel comodino dalla parte di Mickey, che inevitabilmente sbuffò con rassegnazione al fatto di ritrovarsi - di nuovo - il suo ragazzo sopra di lui.
- Le sette e venti.
- Le sett.. Porca puttana, le sette e venti?? È domenica Ian! Avrei potuto dormire ancora fino all'una!
- Puoi ancora dormire
- Non con te sopra di me!!
- Cos'è, non mi vuoi sopra di te? - disse Ian sfoggiando il suo sorriso sghembo.
- Non è questo che intendevo...
- Allora cosa intendevi Mick..?
- Ora ti faccio vedere!Come aveva previsto Mickey, anche se con risvolti decisamente più piacevoli, i due uscirono dalla camera verso l'una, scesero in cucina e scoprirono che era desolata.
La tavola era rimasta apparecchiata dalla sera prima e sulla porta del frigo era appiccicato un biglietto:"Ho portato i ragazzi in piscina, un'altro giorno chiusi in casa e impazzivano. F."
Ian scambiò un'occhiata con Mickey ed entrambi concordarono tacitamente che starsene in casa a non fare nulla era il modo migliore per passare la giornata.
- Pranzo o colazione?
- Mmm.. Abbiamo uova?
- Si. Bacon pure!
- Fatta allora.Nessuno dei due era abbastanza capace di cucinare, ma quel piatto era semplice, veloce e incredibilmente...gustoso.
I due ragazzi mangiavano praticamente solo quello.Quindi si trasferirono in salotto, per guardare una partita a caso. Alla fine Mickey riuscì a dormire ancora un po' stravaccato sul divano, con una gamba sul tavolo e un braccio casualmente appoggiato sulla pancia di Ian.
Ian avrebbe potuto stare così per sempre. La tranquillità di una domenica passata senza fare nulla, senza dover lavorare o aiutare i fratelli con i compiti. Guardò Mickey, che nel frattempo aveva iniziato a russare e senza fare troppo rumore gli fece alcune foto col cellulare.
"Queste sono per quando mi romperai le palle, Mick" pensò con un sorrisetto convinto. Quel giorno Ian era decisamente di buon umore.Rimasero lì praticamente per tutto il pomeriggio, sonnecchiando accompagnati dal brusio della televisione in sottofondo, finché il telefono di Ian non vibrò. Inizialmente una sola volta, poi insistentemente.
Fiona gli aveva scritto, lo aveva chiamato e gli aveva lasciato un messaggio in segreteria:"Ian, devi assolutamente fare una lavatrice, dentro c'è la mia divisa del lavoro e anche tutta la vostra roba, non può aspettare un altro giorno!"
- Mick, sveglia, mi devo alzare.
- Uhm...ora mi sposto - rispose il ragazzo imbarazzato per essersi addormentato sopra di lui."Spero di non avergli sbavato nella maglia, cazzo" pensò controllando. Nessuna macchia sospetta. Ottimo.
- Devo fare una lavatrice per Fiona, butta dentro anche la tua roba del lavoro
- Ma piove, dove cazzo la stendiamo?
- Sparsa per le stanze mi sa.
- Vabbè, te la porto.Mickey diede le sue cose sporche borbottando qualcosa sul fatto che stava morendo di fame.
- Vuoi qualcosa da mangiare?
- Si, ma basta uova, potrei vomitarle tutte qua.
- E cosa vuoi?
- .... Pasticcio, oh sì, voglio pasticcio cazzo!
- Credo che abbiamo solo lasagne, in congelatore.
- Pasticcio, lasagne, stessa roba. Mi basta buttare giù qualcosa!
- Ok, allora tiratele fuori, sono lassù a sinistra.Stranamente Mickey sapeva come usare un forno.
I due quindi si sedettero in cucina ad aspettare che il cibo fosse pronto.
E...Improvvisamente si ritrovano al buio.- Che cazzo c'è adesso?
- E che ne so io!
- È saltata la corrente.
- Ma porca puttana.
- Forno e lavatrice. Cazzo!!Ian prese il telefono e con la torcia illuminò il volto incredulo di Mickey, accecandolo.
- Hey, hey, stronzo! Toglimi 'sta cosa dalla faccia! Che cazzo Ian! E smettila di ridere.
- Oh cazzo, non c'è proprio niente da ridere. - disse Ian, serio.
- Mhm? - Rispose Mickey, senza capire a cosa si riferisse.
- Il centralino è fuori.Mickey si passò una mano sulla faccia, infastidito come poche volte.
- Ci vai tu!!! - dissero entrambi.
- No Ian, casa tua, lo sistemi tu sto casino!
- Ma eri tu che volevi le cazzo di lasagne!
- Mi hai sparato la luce in faccia. Ci. Vai. Tu. - rispose l'altro spintonandolo verso la porta.
- Senti come piove Mick! Mi serve un ombrello.
- To', prendi questo.
- Mi sembra un po' rotto...
- Prendilo e fila Ian.Ian si trovò nel portico, con la pioggia che batteva sopra la sua testa, un ombrello decisamente poco stabile e la centralina della corrente, che sembrava lo stesse guardando sfottendondolo, dall'altra parte del giardino.
Quindi scese gli scalini, aprì l'ombrello, ma non appena fece un passo sotto pioggia e vento quello si rovesciò al contrario, trasformandosi in un mucchio di tessuto e ferraglia.
Mickey alzò gli occhi al cielo, certo che una cosa simile sarebbe sicuramente successa, e chiamò Ian dal portico:- Vieni qua, impedito. Ian! Vieni qua, fammelo sistemare!
- È colpa tua cazzo! Tua e delle lasagne - rispose Ian, fradicio, ma ancora fermo vicino al generatore.Mickey allora scese gli scalini, inzuppandosi in un secondo, arrivò da Ian e cercò di sistemare quell'ombrello che era tutt'altro che sistemabile.
- Beh, ormai.. Ti sei bagnato tutto!
- Aaah, che cazzo - rispose Mickey lanciando dietro di lui il rottame e calciandolo con stizza.Per Ian quella scena era davvero divertente: Mickey non si era accorto che per mettere a posto il suo ombrello, lui stesso era uscito senza e si era annegato. Si vedeva che si era appena svegliato!
- Spiegami perché stai ancora ridendo?! Ti faccio nero Ian Gallagher. - disse Mickey voltandosi verso di lui.
Ma quando inquadrò la scena che si presentava davanti a lui rimase zitto: Ian era inginocchiato sullo sportelletto del generatore, cercando di capire quale levetta alzare, aveva i capelli rossi completamente bagnati sulla faccia, gocce di pioggia che grondavano sulle sue guance e quella maglietta stonfa che metteva in risalto i capezzoli turgidi per il freddo.
Mickey Milkovich poteva morirci lì, solo a guardare il suo ragazzo tutto bagnato sotto la pioggia.
Infatti Ian non fece nemmeno in tempo ad alzarsi, che le sue labbra erano su quelle di Mickey, bagnate dalla pioggia e dalla voglia di lui.|
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|Ma ve li immaginate questi due baciarsi sotto la pioggia?? Oddiooooo perchè penso a queste cose 😱😆
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Gallavich fanfics
FanfictionFanfiction piccoline sulla mia OTP Non sono collegate tra di loro! È improbabile che quello che scrivo abbia un finale negativo, sono ancora piuttosto sconvolta da come è finita la quinta stagione. Alcune volte possono essere un po' OOC. Lasciatemi...