43. [Posso stringerti la mano?]

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Ian si svegliò con la consapevolezza che quel giorno se lo sarebbe ricordato per tutta la vita.
Avrebbe ricordato la cerimonia, il piccolo ricevimento a casa loro, d'obbligo, anche se erano senza un soldo, il silenzio che sarebbe rimasto tra le stanze una volta finita la giornata.
Si alzò, andò in bagno per farsi la doccia.
Debbie non gli urlò che doveva muoversi.
Fiona non lo chiamò per la colazione.
La casa era silenziosa e ancora mezza addormentata.
Nessuno voleva svegliarsi quel giorno.
Ian lasciò cadere l'asciugamano bagnato vicino al letto e osservò per alcuni secondi il completo appeso di fronte a lui.
Camicia bianca, cravatta nera, giacca nera. Scarpe prestate da Lip, perchè lui fortunatamente ne aveva due paia.
Scese lentamente le scale, rendendosi conto di essere l'ultimo. Tutti i suoi fratelli lo aspettavano in salotto.
Anche loro tutti vestiti di nero.
Fiona e Lip stavano parlando sottovoce tra di loro, Debbie aveva gli occhi gonfi, Carl fingeva di non provare niente e Liam se ne stava seduto tranquillo nella poltrona, giocando con il game boy. Ancora non poteva capire quella strana giornata di gennaio.
I ragazzi uscirono di casa in orario, proprio mentre Sean parcheggiava nel vialetto.

~

Ian non ricordava l'ultima volta che era entrato in una chiesa. Forse non ci era nemmeno mai stato.
Nessuno dei Gallagher era stato battezzato, probabilmente perchè non c'erano abbastanza soldi.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da una musica triste e cupa, segno che la funzione stava per iniziare.
Ian, seduto insieme ai fratelli in prima fila, si girò per vedere quanta gente ci fosse.
Rimase stupito nel vedere che la piccola chiesa era praticamente piena, non se lo aspettava.
Gran parte del vicinato era presente al funerale, compresi Kev e Veronica, che lo stavano ora salutando da alcuni posti più indietro.
C'era anche Kermit, Rob e alcune commesse del supermercato.
Ian non riusciva a capire come mai tante persone fossero venute per dare l'ultimo saluto, tutto considerato.
Se qualcuno si fosse permesso di versare una sola lacrima, giurò a se stesso che lo avrebbe preso a pugni.
L'unica persona che poteva permettersi di piangere lì dentro, in quella cazzo di chiesa, era lui, Ian.
L'unica persona che aveva capito come stavano le cose, che aveva provato a cambiarle, che era rimasto disponibile al dialogo sempre e comunque.
Non avrebbe pianto, in ogni caso. Si sarebbe trattenuto e ci sarebbe riuscito.
Il funerale era iniziato da pochi minuti, quando si sentì la porta principale aprirsi, facendo di conseguenza voltare la maggior parte della gente presente in chiesa.

"Fa che non sia Frank, fa che non sia Frank ubriaco" si disse Ian, un secondo prima di voltarsi anche lui.

Non era Frank.
Non era affatto Frank.

Era Mandy.
Con Mickey dietro di lei.

Ian non si sarebbe mai aspettato così tanta gente al funerale di Monica.
Ma per nulla al mondo avrebbe potuto immaginare che ci sarebbe stato anche Mickey.

Per il resto della cerimonia rimase con lo sguardo fisso davanti a lui, senza mettere mai a fuoco nulla di preciso, imponendosi di non girarsi a guardare dietro.
Non doveva guardarlo, non doveva chiedersi se Mickey era venuto lì per lui o solo perchè Mandy lo aveva costretto.
Si erano lasciati quasi due anni prima, di comune accordo, quando avevano capito che stare insieme li avrebbe fatti soffrire di più che non separati.
O almeno questo era quello che Ian si continuava a ripetere da quando gli aveva detto addio.
Non si erano più rivisti da quel momento. Non si erano scritti o cercati tra la folla quando erano in un bar.
Era come se vivessero in due città o Stati diversi.
Ian si era convinto fino a quel momento che stare senza Mickey - senza l'unica persona che aveva amato e che gli aveva dato amore più di tutti - era la cosa giusta.
Ma rivederlo adesso, a distanza di così tanto tempo, specie in questa particolare occasione, aveva riacceso in lui sentimenti che credeva di non poter più provare.
Si rese improvvisamente conto di quanto sarebbe stato meno difficile, se solo Mickey fosse seduto vicino a lui, adesso.
Di quanto anche solo la sua tacita presenza in chiesa lo facesse sentire meno solo.

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