(Dove Sammi è ancora chiusa nella cassa, Ian è tornato a casa dopo l'uragano Monica, ha dentato di mollare Mickey ma non c'è riuscito.)
Mickey si sentiva sopraffatto. Tutta la situazione gli stava troppo stretta.
Si era seduto sul divano malconcio di casa Gallagher, mentre Ian riposava al piano di sopra e aveva riflettuto una volta per tutte su quello che era la sua vita in quel momento.
Rendersi conto che Ian era davvero malato, che lui non poteva fare niente per aiutarlo perchè doveva prima aiutarsi da solo, che Ian non sarebbe stato più lo stesso di prima, tutti questi pensieri lo facevano andare fuori di testa.Mickey Milkovich non poteva starsene con le mani in mano.
Non se le persone che amava erano in pericolo.
Ian e i suoi fratelli avevano problemi con un loro parente per l'affitto? Mickey arrivava e lo minacciava con il fucile.
Mandy veniva picchiata e trattata male? Mickey picchiava tutti quanti.
Ian veniva portato in una prigione militare per colpa di Sammi? Mickey sbatteva la pazza stronza in un cassonetto e la lasciava vagare per le discariche degli Stati Uniti, come era giusto che fosse.Ma adesso come adesso, vedere Ian soffrire in questo modo disumano e non avere nulla da dire o da fare per farlo stare meglio, questo non lo poteva sopportare.
Il ragazzo faceva avanti e indietro tra casa sua e quella di Ian, passava molto tempo con Fiona e i suoi fratelli, specialmente quando Ian gli urlava che non lo voleva vedere, che voleva solo essere lasciato da solo, al buio.Mickey aveva il disperato bisogno di sapere. Capire.
Capire come doveva comportarsi con una persona bipolare, cosa doveva o non doveva dire, quando e quanto poteva insistere.
Fiona era indubbiamente la persona migliore con cui parlare di queste cose. Lei gli aveva raccontato, nei pochi momenti di tempo libero che le erano rimasti, tra Gus, il lavoro e la casa, alcuni episodi che erano successi con Monica, come quando era salita sul tetto credendo di poter volare o come quando si era tagliata i polsi il giorno del Ringraziamento perchè era stata messa troppo sotto pressione.- Mickey, le persone come noi... Non capiremo mai come comportarci con loro. Non sapremo mai quale sarà la loro prossima azione, il loro prossimo pensiero.
- Cosa mi stai dicendo? Di mollare tutto quanto e lasciarlo? Non esiste, cazzo. Non esiste proprio.
- Non sto dicendo questo Mickey. Sto dicendo che dobbiamo accettare le cose come stanno. Ian sta male? Gli stiamo vicino. A volte non è necessario comprendere. Basta restare.Su questo Mickey era assolutamente d'accordo con la ragazza. Non aveva intenzione di andarsene proprio da nessuna parte.
Con il passare delle settimane, la situazione stava leggermente migliorando: i dottori avevano espressamente detto che se Ian avesse continuato a prendere le sue pillole regolarmente, entro 4 settimane gli effetti del litio e degli antidepressivi lo avrebbero fatto stare meglio. Ma gli avevano anche detto che quelle prime settimane sarebbero state un inferno.
E avevano ragione: Ian spesso si rifiutava di prenderle o le vomitava apposta, Mickey aveva più volte dovuto ricorrere a metodi drastici - per i quali non avrebbe mai smesso di sentirsi in colpa, pur sapendo che erano necessari - e Fiona correva avanti e indietro tra farmacie e ambulatori per farsi prescrivere nuove pillole, quando Ian si stufava e decideva di buttarle tutte giù per il water.
Ma, allo stesso tempo, Ian era più tranquillo, dormiva molto e sembrava sempre meno incline a rifiutare la terapia e l'aiuto dei suoi fratelli.
Anche il suo comportamento con Mickey era cambiato: all'inizio era profondamente offeso e disturbato dalla sua presenza - non voleva vederlo perdere tempo con lui, che si considerava una causa persa - ma dopo le prime tre settimane lo cercava durante la notte e sentiva il disperato bisogno di averlo vicino.E Mickey per Ian, per il suo Ian, il ragazzo che lo aveva liberato da quella vita dove non era se stesso, per lui avrebbe fatto qualunque cosa.
Anche svegliarsi alle 3 di notte e correre da lui, solo perchè gli aveva scritto che stava male e che gli mancava.
Anche chiedere aiuto a Fiona quando gli sembrava di impazzire.
Mickey aveva scelto di amare Ian. E amare qualcuno significava restare, comunque vada.
Mai, nemmeno per una volta, gli passò per la testa di prendere tutto e andarsene. Questo anche perchè sapeva che Ian non lo voleva veramente cacciare, Ian aveva bisogno di lui.
E forse - e ci sperava con tutto se stesso - anche Ian lo amava.
Forse era proprio perchè lo amava che non lo voleva attorno.
Ma avrebbe dovuto saperlo Ian, che lui non si sarebbe mosso da lì, che sarebbe rimasto adesso "nel male", perchè sapeva che prima o poi ci sarebbe stato anche un "nel bene" e quello sarebbe stato fottutamente perfetto.
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Gallavich fanfics
FanficFanfiction piccoline sulla mia OTP Non sono collegate tra di loro! È improbabile che quello che scrivo abbia un finale negativo, sono ancora piuttosto sconvolta da come è finita la quinta stagione. Alcune volte possono essere un po' OOC. Lasciatemi...