4. Raise Hell and a glass in Reverence.

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Prenotammo un tavolo e ci dividemmo in due squadre: io e mio fratello contro gli altri due ragazzi.
"Pronti a perdere?"
"L'importante é morire con onore"
Un sorriso si formò sul mio volto guardando Zacky impugnare l'asta con poca esperienza e devo ammettere che mi passarono per la testa alcuni doppi sensi da censurare di fronte a quella scena.
"É il tuo turno ragazzina"
"Bada a come parli Sanders"
Mi appoggiai lentamente al tavolo, girandomi poi in direzione del ragazzo dagli occhi verdi e sorridendo con malizia e sicurezza.
"Otto in buca" annunciai facendo muovere l'asta che andò a colpire proprio quella palla e la fece andare dritta in buca.
"Bel colpo sorellina" disse mio fratello alzando il cinque così facemmo schioccare i nostri palmi sonoramente.
Trascorremmo le seguenti due ore tra partite e alcol fino a quando non decidemmo di concludere l'ultima.
"E dopo l'ennesima vittoria, ci meritiamo un altro giro offerto dal nostro Zacky!" urlai un po' sopraffatta dall'alcol.
"Ma-ma io..non penso di avere più soldi, non trovo la carta di credito" borbottò articolando poco le parole mentre setacciava il suo taccuino alla ricerca della carta.
"Non c'é?" domandò Matt preoccupato dopo dieci minuti.
"No cazzo non la trovo!" disse il giovane gettando il portafogli sul tavolo da biliardo e appoggiandosi ad esso.
Arin si avvicinò all'amico e prese il suo taccuino aprendolo.
Estrasse cinque euro e un rettangolo scuro di plastica rigida.
"Zacky, cos'é questa?"
"La mia carta!"
"Cazzo amico mi hai fatto prendere un colpo..abbiamo ancora trenta dollari da pagare!"
Zacky guardò Matt con aria confusa, in effetti ci mise qualche secondo in più per capire il senso delle sue parole.
"No cazzo non li pago io!"
"Dai Zacky fallo per me, dovete festeggiare il mio arrivo!" dissi ridendo.
Faceva dannatamente caldo in quel locale e avevo bisogno di dissetarmi così mi diressi barcollando verso il bancone e mi ci gettai addosso con nonchalance.
"Mi scusi, uno shot di tequila!"
"Due" disse Matt avvicinandosi.
Il cameriere posò due bicchierini corredati di sale e spicchio di lime.
"Vuoi provare una bella cosa?"
"Mostramela"
Mi avvicinai al ragazzo e gli intimai gentilmente di piegare leggermente il collo di lato, spremetti il succo del lime sulla sua pelle spargendoci poi sopra i granelli di sale. Il ragazzo mi osservava interrogativo ma non diceva una parola, eravamo entrambi troppo ubriachi anche solo per pensare cosa stesse succedendo.
Trangugiai l'alcol al salto per poi appoggiare delicatamente una mano sulla nuca di Matt per sorreggerlo mentre con la lingua pulii il succo e il sale via dal suo collo.
Sentii il giovane sussultare leggermente ma subito bevve a sua volta.
"Ragazzaccia" disse tra un singhiozzo e l'altro. Aveva gli occhi arrossati e il suo alito aveva un certo retrogusto di alcol, era davvero più ubriaco di me.
"Ragazzi, cosa fate qui da soli? Vogliamo bere anche noi!" urlò Zacky barcollandoci incontro a fatica.
"Altro giro, altra corsa!" urlò il giovane dagli occhi di ghiaccio indicando al cameriere un amaro tra la vasta gamma di alcolici di cui era fornito il bar.
"Alla salute!" disse Arin alzando il bicchiere, era l'unico rimasto pressoché sobrio.
Lo seguimmo a nostra volta e tutti insieme bevemmo gli shots davanti a noi.
Pagammo il conto e ci avviammo verso l'uscita quando Zacky inciampò e andò a scortarsi contro un uomo molto grosso, un biker.
"Mi scusi" biascicò Zacky appoggiando una mano sulla spalla dell'uomo ma questo si girò furioso e gli torse il braccio, facendo piegare il nostro amico in due dal dolore.
Zacky non ebbe tempo di reagire che l'uomo gli sferrò un pugno dritto al naso, provocando la caduta del giovane che rimase a terra massaggiandosi le narici sanguinanti.
Matt si avvicinò all'uomo e cominciò a picchiarlo duramente al volto e allo stomaco, lo prese poi per il colletto della maglia e lo spinse contro il muro.
"Tu non tocchi i miei amici, faccia da cazzo..hai capito?!" sbraitò e l'uomo si rialzò, zoppicando verso l'uscita.
"Voi ragazzini non dovreste stare in questi posti a quest'ora, vi é andata bene ma la prossima volta non sarò così gentile" disse l'uomo con un tono molto allusivo, sputando sul pavimento del locale.
Io ed Arin aiutammo Zacky a rialzarsi e raggiungemmo Matt, ancora furibondo.
"Il barista ha chiamato la polizia"
"Merda!" urlammo correndo fuori ed entrando in macchina. Lungo il tragitto mio fratello fece i 130 km/h nei centri abitati per seminare la pattuglia.
Arrivati a casa cominciammo tutti a ridere e tirammo un sospiro di sollievo, avviandoci verso le nostre camere da letto.
Osservai Zacky dirigersi verso il bagno, era ancora ubriaco e cercava di premere un fazzoletto ormai sporco sul suo naso, evidentemente rotto. Lo seguii e mi sedetti accanto a lui che era accovacciato sulla tavolozza del water.
"Tutto okay?"
"Devo vomitare"
"Ti tengo compagnia io, femminuccia" gli sorrisi prendendo alcune fasciature dalla cassetta del pronto soccorso e cominciando a ripulire e a medicare il suo naso dolorante.
"Ti fa male?"
"Un po'"
"Dai domani ti portiamo in ospedale"
Il ragazzo appoggiò il braccio sulla tavolozza per sorreggersi il capo e chiuse gli occhi, troppo assonnato per via dell'alcol.
"Zacky, non addormentarti qui"
"Ma ho sonno" mugolò con voce da bambino capriccioso.
"Cazzo, ma devi vomitare o vuoi che ti accompagni in camera?"
Il ragazzo si alzò a fatica e si appoggiò al muro cercando di avanzare verso l'uscita, al che lo aiutai ad arrivare in camera sua.
Cascò sul letto come un fagiolo e cominciò a russare rumorosamente.
Mi serviranno dei tappi per le orecchie, riflettei dirigendomi verso l'uscita.
Il corridoio era immerso nella penombra più profonda e non riuscivo nemmeno a distinguere i profili degli oggetti del soggiorno, la luce che proveniva dall'esterno era davvero poca, essendo notte fonda.
Il silenzio tombale che solitamente invadeva la casa dei miei genitori quando vivevo in Texas era solo un lontano ricordo, lì in California invece era frammentato ed interrotto ogni due minuti dal russare profondo delle scimmie urlanti con cui vivevo.
Dalla porta socchiusa della camera di mio fratello notai uno spiraglio di luce così mi ci avvicinai silenziosamente e mi vi accostai.
"Ehi"
"Kath, che ci fai ancora sveglia?"
"Stavo andando a letto quando ho visto la tua luce accesa"
"Ah, sto cercando di riordinare gli appunti presi durante le lezioni..conto di laurearmi all'inizio di novembre e voglio dare il massimo"
Ammiravo molto mio fratello, era così determinato..assomigliava molto a mio padre, eravamo tutto ciò che restava di lui. Io però non credevo che facesse per me la vita universitaria, erano ben atri i miei sogni.
"Il tirocinio procede bene?"
"Sì anche se non mi hanno affidato casi granché interessanti"
"Devi saper dare il meglio in qualunque cosa tu faccia, così le persone si ricorderanno di te"
"Hai ragione Kath, ti voglio bene"
"Adesso vado, buonanotte fratellone"
"È così bello averti di nuovo tra i piedi tutti i giorni rospetto, notte"

~Spazio Autrice: Eccomi tornata ad infestare le vostre menti buhahahah (?) okay mi calmo..buon pomeriggio ciberlettori u.u non voglio dirvi nulla di particolare anche perché non c'é proprio molto da dire..solo mi piacerebbe sapere quello che pensate in merito allo svolgimento della storia, suvvia datemi un mano D: detto questo, votate, commentate, fate tanta cacca e non dimenticatevi che Zeus vi protegge (?)💕~
Jù.

Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora