10. And all I can see is the place I wanna be.

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I giorni passarono, e così le settimane, trascinate via dal tempo tiranno come in un pesante turbine di tempesta che non tralascia niente e nessuno, nemmeno la più piccola creatura può sfuggire al mutamento.
La stagione autunnale stava lasciando spazio all'inverno, libero di fare il suo ingresso anche nella cittadina di Huntington Beach.
Mi ero definitivamente ritirata dall'università, non volevo sprecare ulteriori soldi quando potevo investirli in cose decisamente più utili.
Quel giorno di novembre sarebbe stato molto particolare perché avrei finalmente visto mia madre dopo mesi di distanza e chiamate inconsistenti, le avrei dovuto raccontare tutto e renderla partecipe della mia decisione. Desideravo la sua comprensione e il suo parere prima di presentare domanda al centro di arruolamento, decisi che la avrei portata a pranzare in un locale molto intimo sulla spiaggia e poi saremmo andate al poligono di tiro. Per quanto mia madre soffrisse della decisione presa in passato da mio padre, fin da quando era piccina suo padre l'aveva sempre portata con sè al poligono di tiro o a cacciare, per insegnarle quei vecchi mestieri tipicamente texani e forse un po' retrogradi, per quanto concerne la caccia di animali selvatici. Mia madre ci sapeva fare con il fucile ma non quanto me e mio padre, però nonostante questo era molto divertente trascorrere le nostre giornate al poligono, gareggiando a chi riuscisse a beccare più bersagli. Memorie che rimarranno sempre impresse nella mia mente e nella mia anima.
Aprii gli occhi strofinandomeli e mi girai di lato per osservare Matt dormire pacifico, da quel giorno in cui ci baciammo le cose tra noi cambiarono completamente, in positivo.
Mi rendeva davvero felice, non potevo chiedere di meglio.
"Buongiorno principessa" sussurrò il ragazzo passando una mano tra i miei capelli e regalandomi un bacio a fior di labbra.
"Buongiorno"

*

Mia madre sarebbe arrivata presto e io ero ancora intenta a decidere se alzarmi dal letto o meno.
Stavo per addormentarmi quando sentii il campanello suonare e alcune voci indistinte dialogare tra loro.
Mi alzai dal letto sbuffando e uscendo dalla camera mi trovai faccia a faccia con mia madre, indossava un vestito molto elegante di un blu accesso e i capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle.
"Mamma!" urlai gettandole le braccia al collo e stringendola.
"Piccola! Come stai?"
"Benissimo, tu?"
"Starei meglio se mia figlia mi avvisasse di aver trovato un così bel giovanotto!" disse rivolgendo un sorriso a Matt.
"Mamma..ma veramente noi.."
"Niente scuse, sono così felice per te!"
Mi abbracciò di nuovo per poi andare a salutare mio fratello.
Il giorno dopo ci sarebbe stata la festa di laurea di Arin e mia madre non voleva assolutamente perdersela.
Io invece mi sentivo sempre più in colpa per quello che dovevo dirle, non volevo farla soffrire per nulla al mondo.
"Giornata tra donne?"
"Ovvio cucciola"
Ci preparammo in una mezz'oretta, prendemmo la Pontiac del 69' di Matt e ci dirigemmo verso il Long Island, uno dei tanto locali che si affacciavano sul lungomare di Huntington.
Optammo per un tavolo abbastanza appartato, con vista sull'oceano cristallino, ordinammo in fretta e cominciammo a parlare come sempre, mi era mancata davvero tanto la sua compagnia.
"Allora, questo Matt?"
"Oh, non é nulla di ufficiale..è semplicemente successo"
"Non dire così, sembra tenerci tanto a te"
"Anche io tengo molto a lui mamma" sospirai un po' tesa, il momento tanto tenuto si avvicinava senza nemmeno lasciarmi il tempo di riprendere fiato e decidere le parole giuste.
"Piccola, c'é qualcosa che ti preoccupa? Ti vedo distratta" domandò addentando un morso dal suo panino farcito.
"Sì..in realtà c'é qualcosa di cui ti volevo parlare"
"Ti ascolto cucciola"
Rimasi in silenzio qualche istante e cercai di formulare una frase di senso compiuto, esponendo passo per passo le mie motivazioni ma avevo troppa paura.
"Mamma io..mi sono ritirata dall'Università"
"Oh santo cielo! Perché lo hai fatto?"
"Non fa per me, la mia strada é un'altra"
"Di che cosa stai parlando?"
La guardai negli occhi azzurri, il suo volto così giovanile era curvato in un espressione di curiosità e le sue labbra erano leggermente dischiuse. Sapevo per certo che la avrei ferita ma era giusto che sapesse.
"Io voglio arruolarmi nell'esercito come papà"
La forchetta che mia madre teneva in mano fece un sonoro tonfo contro il piatto in ceramica e la sua espressione mutò. Mi guarda con le lacrime agli occhi, il viso contratto e immobile, non voleva credere alle mie parole, la avevano distrutta. Mi maledetti per qualche secondo ma poi la sentii pronunciare alcune semplici parole.
"Katherine, tu sei la mia bambina. Non puoi farmi questo" strinse la mia mano con le lacrime che le rigavano in viso.
"Mamma..ci ho pensato a lungo, davvero. Ma tutto ciò a cui penso in questo momento é che voglio davvero provarci, è sempre stato il sogno"
"Tuo padre..è..morto per servire il nostro paese" disse con la voce strozzata dal pianto.
"Preferisco morire con onore che vivere da codarda"
"Questa non sei tu! Smettila di dire così, non lascerò che la mia bambina venga uccisa ancora prima di avere una famiglia"
"Mamma..io lotterò sempre per raggiungere i miei obiettivi, so che ti fa stare male questa mia decisione però ti chiedo di accettarla"
"No non posso farlo. Tu torni a casa con me, non si discute"
"Non sono più una bambina!" urlai alzandomi dal tavolo e guardandola negli occhi con sicurezza.
"Smettila di trattarmi come se non fossi in grado di badare a me stessa!"
"Kath, non era questo che intendevo dire..io non voglio perderti!"
"Tu mi hai sempre detto che saresti stata fiera di me e mi avresti appoggiato in ogni mia scelta, qualunque essa sarebbe stata"
"Lo so ma la guerra non é quella dei videogiochi di tuo fratello..nemmeno immagini quanto sia doloroso per quelli che rimangono a casa ad aspettare"
"Papà se n'é andato quando ero una bambina ma ero abbastanza grande per capire, te lo ricordi questo?"
"Domani torniamo a casa, fine della discussione" disse con fermezza alzandosi e lasciando i soldi del conto ad un cameriere, per poi chiamare un taxi.
"Io non ci torno a casa, scordatelo" urlai salendo sulla macchina di Matt e premendo l'acceleratore. Dopo cinque minuti frenai di colpo davanti all'entrata di casa mia, varcando la soglia e chiudendomi in camera mia.
Mi accesi una sigaretta e scoppiai in un pianto silenzioso, non potevo biasimare mia madre, del resto le sue ragioni erano valide. Ma tanto meno potevo prendere in considerazione la sua direttiva di tornare in Texas, non avrei mai messo più piede in quel posto di merda nemmeno da morta.
"Ehi" sussurrò Matt stringendosi a me, che nel frattempo mi ero girata di fianco dando le spalle al mondo intero.
Strinsi le sue braccia al mio petto e lasciai che il suo profumo mi inebriasse i sensi. Adoravo quel ragazzo, era davvero troppo per me non meritavo così tanto.
Matt accarezzò i miei lunghi capelli lasciandomi qualche bacio sulla schiena di tanto in tanto, la sua dolcezza e le cure che mi rivolgeva sapevano sempre come calmare ogni mia paura e rilassarmi.
Io volevo stare con lui, non volevo tornare a casa, volevo poter realizzare tutti i miei sogni e non avrei permesso a nessuno di intromettersi sulla mia strada, nemmeno a mia mamma, per quanto le volessi bene e fosse l'unica persona su cui avrei potuto sempre fare affidamento.

~Spazio Autrice: Salve salvino! v.v volevo interrompere la vostra quiete sensoriale per ringraziarvi semplicemente per i voti, i commenti e le letture..siete fantastici davvero ^^ volevo anche ricordarvi che per qualsiasi cosa potete contattarmi per messaggio privato..non vi mangio u.u A presto!💕~
Jù.

Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora