"Kath!" sentii chiamare dalla direzione opposta.
Mi voltai osservando Matthew camminare a passo spedito verso di noi, per poi attestarsi e guardare con viso torvo Brian.
Era così cambiato sebbene fossero passati solo pochi mesi dall'ultima volta che lo avevo visto.
"Matthew!"
"Non volevo interrompere niente, scusatemi"
"Non stai interrompendo proprio nulla!" lo rassicurai avanzando e sorridendogli.
Onestamente mi era mancato molto,
come ogni volta che stavo lontana per periodi prolungati.
"Io torno dagli altri" soppesò Brian avvolgendomi i fianchi e lasciandomi un bacio in fronte.
Un chiaro atteggiamento di presunta sfida nei confronti dell'uomo che mi aveva fatto innamorare dal primo momento in cui immersi la mia anima nei suoi occhi verde smeraldo.
Rimasti soli, il silenzio che aleggiava veniva scandito dal cadere regolare delle gocce di pioggia mentre si infrangevano sul suolo.
"Perdonami io non volevo.."
"Matt, smettila. Non hai interrotto nulla"
"Va bene ma..volevo sapere come stavi"
"Sto bene, grazie..tu piuttosto, come procedono le cose?"
Matthew tirò un sospiro rassegnato e abbassò leggermente lo sguardo, non lo avevo mai visto così demoralizzato.
Lui era sempre stato quello che infondeva coraggio e speranza anche con il semplice ausilio del suo meraviglioso sorriso, l'amico su cui poter sempre contare e che non avrebbe mai smesso di lottare davanti a nulla.
Ma quello che mi trovai davanti in quell'occasione era un uomo diverso, stanco ed affaticato, visibilmente invecchiato all'interno, triste e senza alcuna gioia di vivere.
"Ti va di parlarmene?"
Proprio mentre il giovane stava risollevando il capo mio fratello ci intimò di riunirci alla modesta quantità di persone riunite intorno al luogo in cui Johnny giaceva ormai sepolto.
"Magari dopo" mimò un sorriso in segno di ringraziamento e raggiungemmo mio fratello.*
Tornammo a casa verso le quattro del pomeriggio, quando il tenue sole stava ormai tramontando.
L'aria soffiava fredda e il freddo pungente si sentiva fin nelle ossa, entrando come uno spirito maligno nei recessi più profondi dell'animo umano.
Dopo aver indossato qualcosa di più confortevole ed essermi preparata un tè caldo, mi distesi sul divano a sfogliare il quotidiano locale.
Arin se ne stava silenzioso sulla poltrona posizionata proprio accanto al televisore, fissando nervosamente lo schermo del cellulare acceso.
"Kath?"
"Uhm?"
"Senti..Kim non vede l'ora di conoscerti"
"Perché non la inviti a cena qui stasera?" domandai in tutta tranquillità.
"Ecco..era proprio di questo che avrei voluto parlarti ma non ero così sicuro che fosse il momento adatto"
"Ar, l'ultima cosa di cui ho bisogno è starmene da sola a crogiolarmi sul tempo passato. Mi farebbe molto piacere trascorrere una serata in tua compagnia dopo tanto tempo..e non dimenticare che anche io non sto più nella pelle, sono curiosa di conoscere la persona che ti ha fatto innamorare"
"Grazie sorellina"
Arin sorrise e mi abbracciò, riprendendo poi in mano il telefono e chiamando la sua ragazza.
Mi fece un cenno per scusarsi e si spostò al piano di sopra, così tornai a sfogliare il quotidiano.
Nella sezione annunci trovai proprio ciò che faceva al caso mio: un modesto, si fa per dire, attico in affitto con vista sulla spiaggia, giusto qualche isolato dalla villetta di Arin.
Le spese mensili non erano per niente economiche ma grazie al mio stipendio me le sarei potute permettere, dunque decisi di chiamare l'affittuario e concludere il contratto.*
Il campanello suonò alle 20.30 in punto e la porta si aprì rivelando, dietro a Matt e Zacky, una bellissima ragazza, minuta e molto semplice, con un bel sorriso e degli occhi vispi.
"Fatemi spazio spilungoni voglio conoscere la mia cognatina!" strillò la ragazza con fare giocoso.
Scoppiai a ridere e mi avvicinai alzando un braccio.
"Sono io"
"Tu non puoi capire quanto sono felice di conoscerti. Arin mi ha parlato così tanto di te, ti volevo già bene ancor prima di conoscerti.
Oh mio dio! Sei ancora più bella che in foto!" disse la giovane con molta energia.
Se dovessi descriverla con un solo aggettivo direi che era spumeggiante.
Sprizzava letteralmente gioia da tutti i pori e per quanto una persona potesse essere affranta o distrutta dentro era
impossibile non essere contagiati da tanto brio e simpatia.
"Anche io sono molto felice di conoscerti. E se devo essere sincera, conoscendo i gusti di mio fratello, non avrei mai pensato che fossi veramente così bella come mi ha sempre detto!" risposi ridendo, la sua conoscenza mi aveva davvero sollevato il morale.
La cena fu semplice e contenuta ma ci trattenemmo in chiacchiere fino a notte inoltrata.
Mi erano mancate così tanto queste serate in compagnia dei miei originari coinquilini e dell'alcol, stranamente.
Proprio mentre stavamo per stappare l'ennesima bottiglia, Matt si alzò e mi fece cenno di seguirlo.
Traballando leggermente andammo a sederci sul dondolo che troneggiava la veranda sul retro.
La brezza invernale proveniente dall'oceano era gelida ma non me ne curai particolarmente, sopraffatta com'ero dal tasso alcolemico nel mio sangue.
"Allora cosa ne pensi di Kim?"
"Già la adoro, sono davvero una bella
coppia. In loro vero l'amore, così raro e meraviglioso da trovare"
"Ma non impossibile"
"Nah, sono io che non sono fatta per questo tipo di sentimenti"
"Menti"
"E tu come lo sai?"
"Perché ti conosco meglio di quanto credi. A te non manca nulla nella vita, se non l'amore"
"Perché forse non ne ho bisogno?"
"Invece ne hai bisogno più di chiunque altro. È inutile negarlo, lo ricerchi costantemente sublimato sotto forma di rapporti sessuali effimeri e senza sostanza, speri di scorgerlo in ogni persona che si presenta davanti a te, e rimani costantemente delusa perché ancora non lo hai trovato. O meglio, credi di non averlo trovato"
"Ti darei anche ragione se non fosse per il semplice fatto che io di amore ne ho provato..e tu lo dovresti sapere"
"Tu non mi amavi veramente Katherine, ci tenevi molto a me ne sono certo. Ma non era amore"
"Sputi sentenze senza comprendere"
"È proprio qui che ti sbagli, io ti ho amato davvero. E tu non hai saputo far altro che allontanarmi, evidentemente non ero io la persona adatta a te"
"Forse perché ero spaventata?"
"E lo sei tutt'ora. Però vorrei che tu mi promettessi che questa volta non commetterai lo stesso errore"
"A che cosa ti riferisci?"
"Devi capirlo da sola. Voglio solo che tu sappia che per quanto invidio la persona che riceverà il tuo amore per una vita, sarò immensamente orgoglioso della tua scelta. Perché come ti ho spesso ripetuto, tu meriti il meglio"
In quel momento mi sentii confusa, senza certezze, come sull'orlo di un precipizio.
Non comprendevo fino in fondo le parole di Matt però da esse avevo tratto la conferma di quanto quel ragazzo tenesse a me e di quanto invece da parte mia avesse ricevuto solo rifiuti e cattiverie.
Avevo voglia di fargli capire il contrario, che io probabilmente lo avevo amato per davvero, che non avrei mai rinunciato al suo affetto per nulla al mondo.
Ma non sapevo come agire, in balia dell'alcol e dei sentimenti assenti l'unica cosa che riuscii a fare fu stringermi al suo petto e infossare la testa nell'incavo della sua spalla.
"So che mi vuoi bene Kath, non preoccuparti"
"Scusami, per favore"
"Per cosa?"
"Per tutto"
Il ragazzo mi accarezzò la nuca e mi lasciò un bacio sulla fronte.
Rimanemmo in quella posizione per circa una mezz'ora fino a quando non cominciammo entrambi a gelare, del resto era novembre.
"Ti va di rientrare?"
"Forse è meglio"*
La mattina dopo Arin mi svegliò alle 10.00 chiedendomi di accompagnarlo a prendere un quadro per la sua camera che, di lì a poco, avrebbe condiviso con Kim.
Acconsentii, sperando di riuscire a comprare anche qualcosa per la mia nuova casa, di cui tra l'altro avrei dovuto far sapere a mio fratello.
Il centro commerciale in cui ci fermammo era immenso, vi erano negozietti in tutti gli angoli e mi trovai molto indecisa.
"Dunque, da dove vuoi cominciare?"
"Io direi di provare li" disse indicandomi un negozio di usato.
Storsi il naso e lo guardai con disappunto.
"Arin, una donna verrà a vivere nella tua topaia e tu vuoi comprarle dell'arredamento usato? Non se ne parla!"
"Ma così avrei risparmiato"
"Facciamo che ci dividiamo la spesa?"
"Sei sicura?"
"Sì e inoltre ci sarebbe una cosa di cui dovrei parlarti"
"Dimmi tutto"
"Ho trovato una nuova sistemazione"
"Che cosa? Ma tu puoi restare, è anche casa tua!"
"Ti ringrazio ma no, non lo è. Ormai sono adulta e ho una carriera soddisfacente in atto, è giusto che voi abbiate i vostri spazi ed io i miei.
Non preoccuparti, non è molto lontana da dove abitiamo ora e prometto che ti verrò a trovare sempre"
"Ne sei sicura?"
"Certo!"
"Sono orgoglioso di te sorellina. Stai diventando davvero una donna a tutti gli effetti..tranne per l'altezza!"
"Fottiti!" urlai tirandogli un pugno amichevole.
"Dai adesso decidiamo questo maledetto quadro e poi andiamo a vedere la tua nuova casa!"
"Devo ancora ricontattare l'agenzia per decidere quando cominciare il trasloco"
"Perfetto, allora chiamala!"
"Okay"
Rimasi al telefono poco più di un minuto e in quella frazione di tempo mio fratello era già tornato con un quadro tra le braccia.
"Arin?"
"È perfetto, lo giuro!"
Scossi la testa sorridendo, mentre ci avviavamo verso la nostra auto.
Alzai gli occhi al cielo plumbeo sopra le nostre teste, l'arrivo di un temporale era imminente.
"Forse è meglio se andiamo a casa"
"Lo penso anche io"
Mentre guardavo il paesaggio scorrere fuori dal finestrino il mio telefono cominciò a vibrare così lo presi tra le mani, scocciata.
Leggendo quel "Ho voglia di vederti" un sorriso spuntò inconsciamente sulle mie labbra.
"Chi è?" domandò Arin.
"Nessuno, un collega"~Spazio Autrice: Hello! Sono tornata con un ritardo immane come sempre haha ma va bene lo stesso vero? Ho deciso di aggiornare adesso perché sono a casa con la febbre e ho trovato un po' di tempo per scrivere.
In questo periodo l'originalità è più scarsa del solito, ne sono consapevole, ma non uccidetemi suvvia.
Piuttosto, cosa ne pensate? Attendo responsi. Alla prossima v.v~
Jù.
STAI LEGGENDO
Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)
Fanfiction~Tutto è lecito in guerra e in amore~ "Corri" "Che cosa?" "Corri!" urlò il giovane balzandomi addosso e scaraventando entrambi a qualche metro di distanza, sul margine della strada. La granata era esplosa poco lontano da noi ma il soldato si rialzò...