16. It's a Long Way to the Top.

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Il rumore dei fucili caricati ed azionati rimbombava nell'aria secca del campo intorno al poligono di tiro.
Ci trovavamo immersi nell'erba e la sterpaglia, secca senza contare il freddo invernale che batteva prepotentemente sulla nostra pelle.
"Fuoco!" urlava ripetutamente il nostro istruttore, un ex Seal sulla cinquantina.
Eravamo allineati l'una accanto all'altra, in posizione eretta e con gli occhi puntati all'orizzonte, scrutato attraverso il mirino per una maggiore precisione.
Impugnavo saldamente il mio fucile d'assalto premendo il grilletto con gran entusiasmo ma sentivo di non essere soddisfatta.
Il corso specialistico sarebbe cominciato tra poco più di una settimana da quel giorno ma avevo una gran paura di non riuscire a completarlo.
Insomma quante volte si è vista una donna brandire un fucile da cecchino come se fosse l'arma più maneggevole e leggera di questa terra e sparare con una precisione matematica? Ecco appunto, praticamente mai.
Volevo essere sicura che ce l'avrei fatta, non volevo rischiare di dover ricominciare tutto il Basic Training al Boot Camp un'altra volta per una scelta sbagliata.
"Signore posso farle una domanda?"
"Mi dica Ilejay"
"È possibile provare un fucile di precisione?"
"Non in questo campo signorina. Mi segua"
Indugia un poco ma poi presi coraggio e lo seguii dentro lo stabile alle nostre spalle fino a che giungemmo ad un- porta sul lato opposto dell'edificio.
"Sei sicura di volerlo fare?"
"Certo signore! Qual'è il problema?"
"Solitamente facciamo addestrare uomini per questo tipo di fucili, sono molto pesanti e poco maneggevoli. I ragazzi al di là di questa porta ti guarderanno con schermo, non avrai vita facile"
"Lo vedremo"
L'istruttore accennò un sorriso impercettibile ed aprì la porta, facendomi cenno di seguirlo ancora una volta.
Il rumore degli spari era decisamente più forte e secco di quello delle mitragliette d'assalto concesse a noi donne.
Alcuni giovani erano distesi a pancia in giù lungo una collinetta rialzata, con il mento appoggiato sulla canna delle M40 in dotazione all'esercito statunitense. Il mirino ottico telescopico aveva un gradimento x4 che permetteva di osservare anche a  di distanza il bersaglio.
Mentre passavo accanto ai giovani accompagnata dall'istruttore un ragazzo scostò il volto dal fucile e si giro verso di me ridendo.
"Adesso dobbiamo portarci anche le coniglietto di Playboy in un uniforme in guerra?" disse ad un suo compagno che scoppio a ridere di gusto.
"Parks, Smith, chiudete quella cazzo di bocca e continuate a sparare!" urlò un militare in piedi al loro fianco.
Raggiungemmo la fine della collinetta e l'istruttore mi fece posizionare nello stesso modo dei ragazzi che avevo visto prima.
"Dunque Ilejay" disse caricando l'M40 prima di porgermela.
"Tu lo sai che queste armi non sono adatte a tutti, giusto? Dunque per prima cosa appoggia bene il mento sul supporto della canna del fucile" continuò.
"Successivamente regola l'ingrandimento, prendi un bel respiro e spara"
Feci come mi aveva detto, osservai nel mirino e cercai di posizionare il colpo quanto più preciso possibile e saprai senza pensarci troppo. Il proiettile sfiorò il bersaglio ma non lo trafisse nemmeno  di un millimetro.
"Bella merda" sussurrai arrabbiata più che mai con me stessa.
"Ilejay cazzo concentrati!" strillò allargando leggermente le mie gambe con il suo piede, per farmi acquisire la posizione corretta.
"Adesso fa come ti ho detto, prendi un bel respiro profondo e nel momento in cui butti fuori l'aria premi quel fottuto grilletto. Sei una delle mie reclute migliori con i fucili d'assalto, fatti valere"
Se non avesse smesso di parlare lo avrei inculato con il fucile stesso.
Sbuffai e mi riposizionai a terra, cercando la giusta angolazione per colpire quel maledetto fantoccio di carta che si trovava davanti a me.
Cercai di concentrarmi, isolando ogni suono intorno a me è sopprimendolo. Stranamente ci riuscii. Potevo sentire solamente il battito pulsante del mio cuore e il mio respiro lento e calmo.
Respirai a pieni polmoni trattenendo per qualche frazione di secondo il fiato.
Fissai un'ultima volta il fantoccio prima di preme il grilletto ed espirare tutta l'aria fredda che trattenevo in corpo.
Non appena il collo secco risuonò nell'aria, d'istinto chiusi gli occhi, rimanendo tuttavia sempre ferma a terra e cercando di non farmi sbilanciare troppo dalla forza d'urto, alias rinculo, del fucile.
Dopo qualche secondo di paura riaprii gli occhi e guardai timidamente dentro il mirino.
"Ci sai fare Ilejay, complimenti" disse l'uomo al mio fianco dandomi una pacca sulla spalla.
Il mirino mostrava il fantoccio di forma umana perforato su quella che doveva essere la testa.
La mia Atena interiore stava danzando di gioia con un arco e uno scudo in mano.
Trascorsi la giornata tra l'erba secca e il sudore maschile che impregnava l'aria ma ne valse la pena. Ogni tiro in più diventava sempre più faticoso e pesante ma mi stremai per cercare di fare del mio meglio.
Sarebbe stata certamente lunga la strada fino al completamento del corso ma ce l'avrei messa tutta pur di finirlo nel migliore dei modi.

*

La sveglia suonò alle nove di mattina, la prima volta in sei settimane che ci era concesso dormire così tanto.
Era venerdì e finalmente quel fine settimana ci saremmo presi una leggera pausa prima di cominciare il corso specialistico.
Sistemai la piccola valigia sulla brandina e aspettai insieme alle altre ragazze che arrivasse l'istruttrice Haner a condurci fuori dal centro addestramento.
Estrassi il mio cellulare dalla tasca del giubbotto invernale che indossavo per cercare di combattere il freddo e il vento che imperversavano all'esterno. Quella notte aveva nevicato e molte strade erano ancora imbiancate ed inagibili al traffico, almeno questo dicevano i telegiornali.
Dopo qualche squillo mio fratello si decise a rispondere.
"Brutto rospo! Ti stiamo aspettando al bar davanti all'edificio"
"Fratellone, sei sempre così gentile! Siete tutti?"
"Sì certo! Kath, poi dovrai conoscere una persona"
"Oh che bello, la tua collega di qualche mese fa? Non sono vestita molto bene però, ho una maglia nera super scollata e dei.."
"No Kath, un'altra persona" mi interruppe lui.
"Ci vediamo tra poco sorellina" concluse buttandomi giù il telefono.
Feci spallucce e seguii le mie compagne fuori dal centro. Era da così tanto che non vedevo i miei ragazzi, mi affrettai verso il bar e cercai con lo sguardo quegli occhi verdi smeraldini di cui sentivo così tanto la mancanza. Non appena i miei occhi li scrutarono sentii un agitazione incredibile invadermi ogni singolo nervo del corpo.
"Ragazzi!" urlai appoggiando la valigia accanto al tavolo, togliendomi il giubbotto e abbracciando uno ad uno quelle scimmie urlanti con cui mi mancava convivere.
Guardai Matt negli occhi e feci per stringerlo forte a me quando una biondina si alzò a sua volta e si intromise.
"Tu devi essere Katherine"
"E tu saresti..?"
"Valary, la fidanzata di Matthew"
"Oh..molto piacere" dissi stringendo con forza la mano di quella ragazza così minuta, dal viso tenero e semplice.
Non riuscivo a credere alle sue parole, non ero preparata a questo anche se me lo sarei dovuta aspettare.
Mi sedetti tra Matt e mio fratello, sorseggiando una cioccolata calda. Ero così distratta che non mi accorsi nemmeno che il ragazzo accanto a me stava continuando a ripetere il mio nome.
"Kath?"
"Uhm?"
"Andiamo a fumare una sigaretta?"
Annuii alzandomi e uscendo dal locale, appoggiandomi al muro mentre aspettavo che mi offrisse una sigaretta.
Il silenzio era assai imbarazzante.
"Kath, io volevo solo dirti che mi dispiace"
"Per cosa?"
"Per non avertelo detto..stavo così male e poi ho conosciuto lei e.."
"Senti Matthew forse non ti é chiara una cosa" dissi aspirando del fumo per poi rigettarlo fuori "Tu non mi devi delle scuse. É stato solo sesso, una grande e piacevole scopata in amicizia, comprendi?" dissi con cattiveria fissando un punto morto davanti a me.
"Ma tu..no, non é vero..prima di partire mi hai detto che potevamo farcela"
"Tu hai detto di amarmi Matthew..commettiamo tutti degli errori"
Il ragazzo mi si parò davanti guardandomi con aria delusa e poi se me tornò dentro senza dire una parola.

~Spazio Autrice: Salve bricconcelli, sono tornata! Mi scuso per l'increscioso ritardo..u.u spero non vi abbia annoiato troppo questo capitolo ma é uno di quello che vengono chiamato, di passaggio (?) anche se alla fine insomma la nostra Kath si ricongiunge con la sua grande famiglia...a cui però si é aggiunta una persona v.v suvvia ditemi cosa ne pensate e cosa credete succederà nei prossimo capitolo che sono curiosa .. il greco mi attende nel suo antro oscuro, a presto ^^~
Jù.

Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora