Il sole si ergeva alto nel cielo ormai da qualche ora e la sua luce autunnale andava via via facendosi sempre più flebile e fresca, illuminando le fronde ormai ingiallite dei frassini e delle querce presenti nei viali e nei parchi della piccola cittadina di Huntington Beach. Una brezza leggera scuoteva le foglie moribonde e i rami secchi di ogni pianta in zona, il mondo si stava preparando al cambiamento, alla scoperta di una delle quattro fasi cicliche stagionali del tempo, si preparava a dire addio all'estate per lasciare spazio all'inverno californiano. D'altra parte, per quanto il mondo ed ogni singolo individuo sembrasse più che compiaciuto dell'arrivo della stagione autunnale, io invece ero sempre più confusa e disorientata. Quel giorno avrei varcato le soglie della facoltà di medicina dell'università e in cuor mio, pur controvoglia, sapevo che presto avrei dovuto accettare questa nuova fase della mia vita. In passato sarei stata davvero emozionata per tutto questo ma ora non ne vedevo più la motivazione, ero giunta alla ferma conclusione che quello non era il percorso vitalizio che desideravo per me stessa, non volevo trascorrere cinque se non più anni della mia vita tra le aule di un'università per poi condurre ogni giorno a me concesso tra un ospedale e una modesta casa di chissà quale città. In una ricerca e corsa frenetica contro la morte imminente di molti cittadini, trascorrendo ore ed ore in delle sale monotone e monocrome di un ospedale.
Sospirai a fondo, molto contrariata, afferrai il mio giubbotto di pelle e la mia borsa in cui avevo risposto del materiale per poter prendere appunti durante le prime spiegazioni.
"Buongiorno matricola, pronta per il primo giorno?" domandò Matt con indosso la sua divisa da meccanico, si stava accingendo ad andare in officina.
"Non poi così tanto"
Il ragazzo si avvicinò e prese il mio volto tra le mani, accarezzandolo.
"Che ti succede? Da quando siamo tornati da Rio sei strana"
"Matt.."
Lo guardai nei suoi occhioni e sentii un profondo desiderio di confidarmi con lui. Ma non potevo, nessuno doveva sapere, soprattutto lui.
Mi scostai dalla sua dolce presa e mi diressi verso l'uscita, afferrando le chiavi dell'auto.
"Buona giornata ragazzi, ci vediamo quando tornate"
Richiusi la porta alle mie spalle e in circa dieci minuti raggiunsi l'università. Il campus era davvero grande, un'immensa orda di giovani si aggirava per i vari giardini discutendo delle più frivole e superficiali cose. Notai un gruppo di atleti e atlete stare in disparte, nelle loro tenute da sportivi. Era completamente un altro mondo rispetto alla mia scuola superiore, rispetto al Texas più in generale.
Continuavo a guardarmi intorno esterrefatta quando vidi avvicinarsi un giovane di bassa statura, -davvero bassa, mi ricordava un piccolo nanetto delle fiabe- con una cresta scura di venti centimetri sulla testa e una maglia dei Metallica.
"Katherine Ilejay?"
"Chi mi cerca?"
"Ciao! Io sono Jonathan Seward e sarò la tua guida all'interno del campus!" rispose con un sorriso molto amichevole porgendomi la mano.
"Molto piacere!"
Il ragazzo continuò ad illustrarmi ogni centimetro dell'università per oltre due ore quando giungemmo davanti ad un'aula molto grande in cui alcuni studenti stavano prendendo posto.
"Eccoci arrivati. Questa infine è l'aula di scienza ed anatomia teorica, qui assisterai alla tua prima lezione!"
"Grazie mille Jonathan! Tu che facoltà segui?"
"Io mi laureerò tra un mese, ho seguito medicina come te. Ma il mio sogno é un altro!"
"Quale? Se posso sapere?"
"Certamente! Voglio arruolarmi nell'esercito americano!" disse con un orgoglio e una gioia davvero notevole. Questo ragazzo mi stava già profondamente simpatico.
"Davvero? E perché hai deciso di prendere una laurea?"
"Vedi..come puoi notare non ho proprio i requisiti fisici necessari per poter essere un soldato ma conto di fare forza sulla mia laurea, che spero di ottenere a pieni voti, per avere un aiuto"
"Che bello! Congratulazioni, sono sicura che ti andrà benissimo!" esultai con gioia e mi accorsi che il giovane stava sorridendo. Da quel momento diventò uno dei miei più grandi amici che mi stettero accanto fino alla fine, non abbandonandomi mai.
"Adesso ti lascio andare, se ti va puoi trovarmi al bar del campus nell'area ovest appena finisci"
"Certamente, a dopo. Grazie mille ancora Jonathan"
"Chiamami Johnny"*
La lezione di anatomia mi sembrò interminabile, il professore aveva sulla sessantina d'anni, i capelli bianchi e gli occhialetti posizionati sul naso a punta.
Non appena ci congedò scappai fuori dall'aula e mi diressi all'aria aperta, con le cuffie nelle orecchie e un po' di sano punk-rock per allietare questa giornata autunnale. Sapevo già che non avrei sopportato cinque anni ma ero determinata a dare un'occasione a questi studi tanto ambiti quanto tenuti per la loro complessità.
La voce di Billie Joe calmò la mia agitazione non appena partirono le prime note di Wake me up when september ends.
Vi scongiuro svegliatemi seriamente quando finirà questo fottutto mese, pensai un po' delusa, non immaginavo che sarebbe dovuta andare così la mia vita, anzi non volevo accettarlo.
Camminai a passo spedito verso il bar indicatomi da Johnny e mi sedetti ad un piccolo tavolo, ordinai un Frappuccino e cominciai a sfogliare un depliant dell'Università.Summer has come and passed
The innocent can never last
Wake me up when September ends
Like my father's come to pass
Seven years has gone so fast
Wake me up when September endsMi fu impossibile non pensare veramente a mio padre e a tutte le vite innocenti che ogni giorno venivano sacrificate per desideri economici e sete di denaro da parte dei governi di tutto il mondo. Non potevo permettere di rimanere in disparte e diventare una di quelle persone di mezza età brave a criticare la situazione del proprio paese quando esse per prime non hanno mai fatto niente per cambiarla. No, non l'avrei permesso.
"Allora com'é andata?" domandò il nano con la cresta sedendosi in tutta fretta accanto a me.
"Domanda di riserva?" posai le cuffie e spensi la musica, sorseggiando il mio Frappuccino con aria un po' schifata.
"Dai non dire così!"
"Jonathan, Johnny, o come vuoi essere chiamato..te lo spiegherò una volta sola: io sto facendo tutto questo solo per mia madre"
"Che vuoi dire?"
"Che se non tenessi così tanto alla sua felicità adesso non sarei nemmeno qui"
"E dove saresti?"
"Qui" dissi porgendogli un foglietto un po' stropicciato con il logo dei Navy Seals.
"Ma cos.."
"Voglio arruolarmi"
"Non nei Seals spero"
"No..nei Marine"
Il ragazzo mi guardò negli occhi e sorrise con allegria. Era così buffo e simpatico quel nano da strapazzo.
"Katherine, questo è il mio numero. La prossima settimana andrò a fare un giro al centro di arruolamento. Verresti con me?"
"Johnny, io davvero..non posso"
"Penso che tua madre desideri semplicemente che tu sia felice e realizzi i tuoi sogni. Insomma, la pensano sempre così giusto? Non lasciare che una tua finta convinzione ti impedisca di vivere come vorresti"
Sospirai a lungo, contesa nell'indecisione..per quanto avesse ragione tuttavia non volevo vedere mia madre triste e affrancata..ma ormai avevo già preso la mia decisione.
"Fanculo..io in questo posto ci dovrei passare cinque anni della mia vita? Non se ne parla, verrò con te"~Spazio Autrice: Ma buonasera u.u sì sono tornata a rompervi le palle e a perseguitare il vostro cammino (?) comunque ho deciso di pubblicare oggi un nuovo capitolo perché è il compleanno di Matt Shadows e quindi dovevo fargli gli auguri a modo mio. *Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Maaaaatt, tanti auguri a te* Insomma 34 anni di tatuaggi e pornosità (?) divina..okay la smetto di fare la psicopatica, spero vi piaccia il capitolo..uhm, commentate, stellinate, mangiate tanta pizza e bevete tanta birra v.v A presto~
Jù.
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Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)
Fanfiction~Tutto è lecito in guerra e in amore~ "Corri" "Che cosa?" "Corri!" urlò il giovane balzandomi addosso e scaraventando entrambi a qualche metro di distanza, sul margine della strada. La granata era esplosa poco lontano da noi ma il soldato si rialzò...