La sveglia mattutina mi ricordò che quel giorno la mia famiglia sarebbe tornata a casa e io sarei tornata al centro. Sebbene fossi esaltata per l'inizio del corso specialistico, e quindi della mia ultima parte di addestramento, ero davvero tanto triste perché avrei dovuto salutare nuovamente quei ragazzacci dopo così poco tempo passato insieme.
Ci trovammo tutti insieme per fare colazione, e devo ammettere che ci abbuffammo come non mai, escluso Matt. Tra noi non ci fu nemmeno un saluto, uno sguardo, niente di niente, era come se non esistessimo l'uno per l'altra.
Nonostante ciò, trascorsi una bella mattinata anche se ben presto arrivò il momento dei saluti.
I ragazzi si trovavano all'entrata dell'Hotel con le valigie accanto quando li raggiunsi, stretti nei loro cappotti invernali, chi con sciarpe, chi con cappelli da montagna e chi con guanti da scii. Quell'anno la stagione invernale si era fatta sentire più del solito, con i suoi venti freddi e intollerabili per la California del Sud.
"Venite qui scimmie" dissi con tenerezza stringendo mio fratello e Zacky in un abbraccio.
"Vi voglio bene"
"Anche noi Kath" disse mio fratello.
Mi staccai da loro troppo in fretta, consapevole del fatto che dovevano partire, e mi avvicinai a Matt e Valary.
"È stato un piacere conoscerti, spero di rivederti presto"
"Il piacere è stato mio Valary. Sei una così brava ragazza, mi raccomando fatti trattare bene" dissi abbozzando un sorriso e guardando Matt, che scrutava l'orizzonte con apatia.
"Ciao Matthew. Mi raccomando, rendila la ragazza più felice del mondo"
"Lo farò" disse lasciandomi due baci freddi e senza emozioni alcune sulle guance.
"Allora io vado. A presto ragazzi! Mi mancherete!" dissi tornando in albergo per preparare le mie valigie dopo un ultimo scambio di parole.
Quando lasciai la camera d'albergo e mi diressi verso l''autobus militare parcheggiato davanti all'Hotel, la malinconia fece spazio all'agitazione. Non vedevo l'ora di poter imbracciare un fucile di precisione e imparare a sparare e centrare bersagli a distanze molto ampie, non vedevo l'ora di passare all'azione concreta, attendevo con trepidazione la fine del corso solamente per poter partire per la mia prima missione. Avevo bisogno di andarmene lontano, di concentrarmi solo su ciò per cui avrei dato la vita, di pensare a me stessa e lasciare da parte tutto il resto.
Le relazioni non facevamo per me, anche se devo ammettere che avevo sentito la mancanza di calore umano ogni tanto durante le lunghe e freddi notti al centro. Se non fosse stato per Zacky probabilmente a quest'ora avrei violentato il conducente dell'autobus, non sto scherzando. Ero dipendente dalla lussuria, ero schiava del sesso così come lo è un tossicodipendente della droga, non potevo farne a meno.
E sembra così brutale da dire ma non mi importava nulla dei ragazzi, non mi curavo se soffrissero o meno, volevo solo una cosa da loro e se non la ottenevo me ne andavo senza voltarmi indietro. Matt aveva leggermente scombussolato il mio modo di pensare ma si era rivelato tutto un fallimento, e questo confermava ancora di più la mia teoria secondo la quale l'amore é un gioco perverso in cui mettiamo alla prova le altre persone, spingendole fino all'orlo della pazzia, per provare quanto riescono a sopportare e fino a che punto possono soffrire a causa nostra..L'amore non è stato creato per gli esseri umani. É solo una dolce amara invincibile belva, che sfalda il corpo e percuote la mente violentemente. Non ti abbandona mai e ne diventi succube a tal punto che saresti disposto a consacrare la tua stessa vita in nome di una nera illusione che finisce per corrodere anche le viscere.
E proprio per questo non avrei mai permesso ad un simile sentimento di entrare nella mia vita, mi sarei dimenticata di Matt con il passare del tempo e avrei vissuto la mia esistenza in funzione di una singola persona: me stessa.
Chi fa da se fa per tre, sbaglio?*
"Hai passato bene il weekend?" domandò una delle mie colleghe di nome Hannah, in piedi alle mie spalle.
"Non male. Tu hai fatto qualcosa di bello?"
"Ho incontrato l'ufficiale Sullivan. Era al bar con un suo collega tornato dall'Iraq, mi hanno offerto da bere e ho scoperto che ripartiranno con il prossimo plotone di Marine"
"Forte..per l'Iraq?"
"No. Afghanistan"
"Interessante"
"E sono andata a letto con il suo amico"
"Wow Hannah ti sei data da fare!" ammisi con espressione sbigottita ridendo.
"Adesso ti mostro una foto. È troppo sexy"
La ragazza estrasse dalla tasca anteriore dei suoi jeans il telefono e dopo qualche secondo mi mostrò una foto che ritraeva lei, James e un altro ragazzo dai capelli scuri. Era lo stesso che posava nella foto che mi fece vedere James la prima volta che lo conobbi. Sembrava solamente un po' più stanco ed affaticato dalla guerra.
"Mm, non male" dissi cercando di non far trapelare nessun pensiero dettato dai miei ormoni di giovane donna.
"E ci sa fare. È proprio vero che i militari hanno qualcosa in più" scherzò andando a posizionarsi sulla sua branda per poi mettersi a sfogliare un giornale. Scossi la testa sorridendo, quella ragazza era una delle poche con cui ero riuscita a legare almeno un po' durante l'addestramento. Peccato che non avremmo seguito lo stesso corso specialistico, lei desiderava trovarsi in prima linea, insieme agli altri assaltatori, pronta a morire anche al primo colpo ma con onore.
Una ragazza così giovane ma degna di profonda stima..mi sarebbe mancata.
Quella serata trascorse velocemente, tra qualche chiacchiera e qualche risata, nulla di più; ognuno preferiva starsene un po' per i fatti suoi, dovevamo prepararci ad intraprendere il percorso decisivo per la nostra futura carriera e penso che questo spaventasse un po' tutte le persone attorno a me.
Andai a letto molto presto e presi sonno quasi subito, non so come, ma riuscii a sopprimere qualsiasi pensiero e a lasciarmi stringere dal silenzioso abbraccio di Morfeo.*
"Buongiorno scarti di scroto!" urlò un militare sulla quarantina, il quale sarebbe stato il nostro istruttore per le sei settimane che si prospettavano al nostro orizzonte.
Mi trovavo sola in mezzo ad altri 20 ragazzi, che mi guardavano con scherno e ogni tanto a qualcuno scappava anche una risatina sarcastica.
"Io sarò il vostro istruttore per queste sei settimane. Vi preparerò ad essere dei veri soldati, mezze froci che non siete altro. Diventerete delle macchine di morte più letali del sudore che trapela dalla ciccia di un obeso, sarete in grado di fare fuori una persona con un solo colpo dritto al cervello..BOOM!" urlò imitando il rumore di uno sparo.
"A forza di impugnare quello strafottutto fucile vi usciranno i calli anche sulle vostre mani da segaioli. Finalmente avrete tra le mani qualcosa di veramente duro, e non i vostri piselli mosci da finocchi. Tutto chiaro sacchi di lardo?"
"Sissignore!"
Eh certo faccia da cazzo, ma quanta merda mangi prima di dire certe stronzate? pensai tra me e me ma non dissi nulla. Non potevo. Lui era un mio superiore, erano queste le regole della guerra. Apprendi ed obbedisci, tenta la scalata fino agli alti vertici dell'esercito o accontentati del sangue e della merda.
"Adesso posizionatevi uno ad uno a pancia in giù dietro ai fucili, muovetevi!"
Al suo ordine scattammo come gazzelle e ci ritrovammo distesi sull'erba, proprio come avevo fatto qualche settimana fa con il mio vecchio istruttore al poligono per assaltatori.
"Il tuo nome soldato!" sbraitò un tizio accovacciato in parte a me.
"Soldato Ilejay signore!"
"Io sono Adam Vine, sarò il tuo mentore qui al poligono"
"Molto piacere signore"
E così cominciava a spianarsi la strada verso la gloria.~Spazio Autrice: *Buonasera popolo della Contea (?) qui è il signor Frodo che vi parla* Sì lo so, molto turbamenti affliggono la mia giovane anima, ne sono a conoscenza tranquilli. Comunque sono tornata a stressarvi miei cari u.u e vorrei che voi "stressaste" me più spesso con i vostri commenti e opinioni..susu muoversi soldati, muoversi! v.v scherzi a parte spero vi piaccia il capitolo , a presto (o tardi, buhaha) 💕~
Jù.
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Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)
Fanfiction~Tutto è lecito in guerra e in amore~ "Corri" "Che cosa?" "Corri!" urlò il giovane balzandomi addosso e scaraventando entrambi a qualche metro di distanza, sul margine della strada. La granata era esplosa poco lontano da noi ma il soldato si rialzò...