Bimbi belli c'é un messaggio importante alla fine del capitolo, mi scuso già per la lunghezza di esso stesso ma se avete un po' di tempo e voglia avrei piacere di leggere le vostre opinioni in merito ad una questione esplicitata a fondo capitolo. Detto questo, buona lettura :*
Protrassi la mano per accogliere la richiesta dello spettro di mio padre di seguirlo ma era come se mi ritrovassi immobilizzata nel luogo in cui mi trovavo ritta sulle mie stesse gambe.
Non riuscivo più a distinguere ciò che era reale da ciò che non lo era.
Improvvisamente però la visione di papà si fece sempre più lontana, svanendo completamente e lasciandomi in balia di una sofferenza graviosa.
Il fischio di un macchinario mi trasportò nuovamente nella dimensione reale del mondo.
Aprii a fatica gli occhi e fui investita dalle luci al neon di una stanza di rianimazione; ero parecchio stordita ma riuscii comunque a capire di essere nell'ospedale cittadino.
Degli elettro stimolatori erano posizionati sul mio petto e sul mio torace e alcuni medici si trovavano ai lati del letto, intenti ad osservarmi e ad annotare chissà cosa su dei blocchi di carta.
"È sveglia" sentenziò uno di loro puntandomi una pila dritta negli occhi, probabilmente per esaminare la mia situazione psicofisica.
"Come si sente signorina?" domandò un'infermiera mentre mi prelevava un campione di sangue dal braccio.
La giovane scrutò i lividi ben marcati sulla pelle e fece una smorfia di disgusto prima di riportare l'attenzione su di me, continuando a trattarmi come fossi un essere inferiore o un appestato.
"Mi sento bene"
"Ora si riposi, tra poco un dottore la visiterà. Dovrà rimanere in osservazione per una settimana e poi potrà tornare a casa ma le è espressamente vietato abusare nuovamente di ogni sostanza psicoattiva. Il suo fisico non reggerebbe un altro sforzo simile" sputò con disprezzo ed altezzosità.
"Capisco"
"E del resto sarebbe inutile ricordarle quanto sia nociva una sostanza come l'eroina"
"Esatto, quindi non lo faccia"
La giovane annuì con indifferenza e uscì dalla stanza, lasciandomi finalmente sola con i miei pensieri.
Avevo rischiato per l'ennesima volta di morire, avevo deluso Brian e ora mi trovavo completamente ancorata ad un letto scomodo in una stanza che puzzava di disinfettante e germi.
Mi guardai intorno e per la prima volta, dopo un po' di tempo, ripensai a quando Brian mi annunciò della morte di Johnny.
Ricordai ogni particolare, dall'esplosione, al risveglio in ospedale..al funerale..
Le lacrime si fecero strada lungo le mie guance e per la prima volta non opposi resistenza, non preoccupandomi nemmeno della possibilità che qualcuno avrebbe potuto vedermi e ridicolizzarmi.
Il rumore della porta che si apriva mi fece sussultare e quando vidi Brian avvicinarsi con sguardo cupo abbassai gli occhi, provando vergogna ed imbarazzo.
Il giovane si sedette al bordo del letto e appoggiò la testa sulle mie gambe, singhiozzando.
"Chiederti scusa sarebbe da incoscienti però voglio che tu sappia che sono sinceramente pentita per ciò che ho fatto"
"Volevi ucciderti?"
"No Brian..io non.." mi zittii riflettendo sul fatto che effettivamente mi stavo già lasciando morire da più tempo di quanto credessi.
Quel pensiero mi spaventò a tal punto che quasi impazzii.
"Non hai pensato a cosa avrei fatto se tu te ne fossi andata?!"
Mi guardai intorno spaesata mentre con una mano accarezzavo la chioma del giovane, nauseata da me stessa.
"Mi avevi promesso che mi saresti rimasta accanto e invece tenti di ammazzarti nel modo più schifoso che esista?!"
"Brian..io non volevo"
"Ma lo hai fatto"
"Sì..sì effettivamente l'ho fatto"
"Perché?"
"Non lo so, okay? Non ne ho la benché minima idea. Credimi, te lo giuro, ho provato a resistere ma non ci sono riuscita..sono..debole.."
"Sì, lo sei"
"Però Brian ti scongiuro, non andartene. Se mi dovessi voltare le spalle per l'ennesima volta non penso che lo sopporterei"
"Io ti amo. Anche se volessi, non potrei"
"Anche io ti.."
"Non dirlo" mi tacitò lui guardandomi con durezza.
"Perché?"
"Se mi amassi non avresti infranto la promessa" sospirò alzandosi e passandosi le dita tatuate tra le ciocche corvine.
Al suono di quelle parole così prive di ogni fiducia e speranza ripresi a singhiozzare.
Il mio cuore si era spezzato letteralmente a metà.
Avevo perso la fiducia di Brian ed ero stata talmente codarda da sottomettermi per l'ennesima volta ai miei stessi vizi, posponendo ciò che veramente contava.
Osservai il ragazzo rimanere addossato allo stipite della porta e sfregare nervosamente il braccio.
"Forse é vero che non sei capace di amare..non ti capisco" sussurrò aprendo la porta e facendo per uscire.
"Addio Katherine"
"No!" urlai ma ormai si era richiuso la porta alle spalle.
Fu questione di qualche minuto prima che decisi di agire e andare a prendermi ciò che desideravo o meglio..chi.
Mi staccai con poca premura gli elettro stimolatori e mi alzai dal letto, ritrovandomi a correre per i corridoi a piedi scalzi e con solo il camice a coprirmi le membra stanche.
Riuscii ad uscire dall'edificio e osservai la figura di Brian avviarsi verso la sua auto.
Avevo il fiato corto e la testa mi girava, impedendomi di distinguere nitidamente ogni singolo oggetto presente intorno a me.
Presi un profondo respiro e con tutte le forze che erano rimaste nel mio corpo gridai il nome di Brian, che in risposta si girò a cercarmi confuso.
"Ti amo anche io, per favore non lasciarmi" implorai con le lacrime agli occhi prima che le gambe cedessero, costringendomi ad accasciarmi al suolo.
Stavo per perdere nuovamente i sensi a causa dello sforzo quando due braccia tatuate mi presero con dolcezza e strinsero il mio corpo come a non volerlo lasciare.
Adagiai la testa sulla sua spalla e mi inebriai del suo profumo così tanto amabile.
"Sei una scema, piccola" sorrise lui accarezzandomi la fronte madida di sudore.
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Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)
Fanfiction~Tutto è lecito in guerra e in amore~ "Corri" "Che cosa?" "Corri!" urlò il giovane balzandomi addosso e scaraventando entrambi a qualche metro di distanza, sul margine della strada. La granata era esplosa poco lontano da noi ma il soldato si rialzò...