8. It's My Life.

5.2K 186 3
                                    

Erano le otto del mattino e in casa si sentiva un tremendo silenzio. I ragazzi avevano ripreso le loro attività quotidiane e dunque in casa c'eravamo solo io e mio fratello che avrebbe avuto una lezione di giurisprudenza nel pomeriggio. Arin si trovava nella sua stanza ormai da ore, intento a sistemare la tua tesi e ad appuntare alcune delle esperienze avute da tirocinante, non lo avevo mai visto così concentrato ed estraniato dal mondo prima di quel giorno.
La laurea si avvicinava e il tempo, come ben si sa, è tiranno, così ripeteva ogni volta che qualcuno di noi proponeva un'uscita o uno svago serale.
Decisi di non avvisarlo subito della mia decisione di visitare il centro di arruolamento, non la avrebbe presa sicuramente bene e avrebbe solamente aggravato la sua situazione di stress perpetuo.
Quel giorno decisi di indossare abiti comodi e non troppo femminili, per non dare l'impressione di una giovane stupida e superficiale il cui unico motivo di reclutamento fosse sfuggire da lavori che richiedessero quantomeno un minimo di intelligenza.
Indossai un pantalone mimetico e una canotta bianca, corredata di giubbotto in pelle ed anfibi. Afferrai le chiavi dell'auto e uscii silenziosamente di casa, in modo che mio fratello non mi sentisse.
Dopo aver fatto una sosta a casa di Johnny, ci volle un'ulteriore mezz'ora per raggiungere il centro di arruolamento reclute.
L'agitazione e la frenesia si fecero sentire pesantemente, respirai a fondo per cercare di calmarmi ma con pochi risultati. Dietro quelle porte si nascondeva quel mondo tanto ambito quanto temuto a cui aspiravo fin da quando ero piccina.
"Ci siamo" disse Johnny facendo un passo avanti, io lo imitai tremolante.
Quando varcammo la soglia ci trovammo davanti ad una serie di foto rappresentanti vari ufficiali e generali di qualche anno prima, con tanto di targa e memoriale..scrutai i nomi di ognuno di loro, un po' per curiosità. Una foto però mi lasciò completamente senza parole, il nome di mio padre era inciso sotto una foto in bianco e nero, che lo ritraeva in divisa con il fucile in mano. Il mio orgoglio.
"Salve, posso esservi d'aiuto?" un giovane in divisa militare ci si avvicinò con passo sicuro.
"Sì, vorremmo qualche informazione sulle pratiche di arruolamento"
"Voi due? Sappiate che necessitiamo innanzitutto di verificare la vostra prestazione fisica prima di un qualsiasi arruolamento. Questo mestiere non é per tutti" ribattè il militare con un leggero sarcasmo.
"Dammi un fucile in mano e vediamo se ti sembro abbastanza idonea"
"Kath, calma"
"Il suo nome signorina?"
"Katherine Ilejay" dissi con sicurezza e un minimo di fastidio. Come si permetteva di insinuare la nostra incompetenza semplicemente per il fatto che eravamo una donna e un nano con la cresta?
"Questo cognome mi é familiare"
"Forse perché mio padre é su quella parete?"
"Lei é figlia dell'ufficiale Ilejay?"
"Esattamente. Ora, cortesemente, potrebbe illustrarci il programma di arruolamento e reclutamento?"
Il giovane sbuffò invitandoci a seguirlo.
La visita durò all'incirca qualche oretta e devo ammettere che più il militare parlava più il mio desiderio di arruolarmi si faceva presente. Stavo davvero cominciando a prendere in considerazione l'idea di mandare a puttane l'università.
Uscimmo dall'edificio e ci sedemmo su una panchina nei pressi di un supermercato abbastanza grande.
Estrassi una sigaretta dal mio pacchetto di Marlboro Rosse e la accesi, aspirando con prepotenza il fumo mortifero che ne usciva. Avevo cominciato a fumare giusto da qualche giorno e già non riuscivo più a farne a meno, lo stress e il nervosismo si placavano momentaneamente ogni volta che aspiravo del fumo.
"Non pensavo fumassi"
"In realtà ho sempre fumato cose più..naturali"
"Capisco..drogatella" rispose tossendo.
Gli tirai un buffetto sulla spalla e cominciai a ridere ma la mia espressione mutò nel giro di un secondo. Vidi la Pontiac di Matt parcheggiare poco distante da noi e da essa uscire il proprietario e mio fratello.
Cercai di nascondere il mio viso ed invitare Johnny ad alzarsi ma i ragazzi mi raggiunsero come dei fulmini.
"Kath che ci fai qui? Non dovevi andare in università?"
"E tu non lavori?"
"L'officina ha chiuso prima oggi"
Mio fratello mi scrutò dall'alto al basso, sapeva che nascondevo qualcosa, me lo si leggeva in faccia.
"Piacere, io sono Jonathan!" disse il naso stringendo le mani ai due che ricambiarono le presentazioni.
"Kath? C'é qualcosa che devi dirmi?"
"No, perché?"
"Allora perché ti trovi davanti al centro di reclutamento dell'esercito invece che essere all'università?"
"Abbiamo semplicemente fatto un giro"
"Katherine. Tu in quel posto non ci metterai più piede hai capito? Adesso andiamo"
Mio fratello non aveva mai condiviso tutto questo, odiò mio padre quando decise di partire in missione. Considerava il fatto che lui fosse andato in guerra come un abbandono nei nostri confronti, mio fratello si era sentito tradito e ferito, pensava che mio padre non tenesse a noi..e come biasimarlo, infondo eravamo solo dei bambini quando diventò uno degli ufficiali più rinomati d'America, non potevamo capire quanto quel lavoro significasse per lui.
"Io non me ne vado da qui" dissi liberandomi dalla sua mano che stava strattonando il mio polso.
"Kath, ascolta tuo fratello"
"Matt, tu stanne fuori per favore"
"Ti ho detto di venire via, questa storia non deve nemmeno cominciare"
"Arin basta! Questa é la mia vita, lasciamela vivere!"
"Tu non capisci che ti ammazzerebbero nel giro di due secondi se anche dovessi superare il corso di addestramento"
"E allora morirò con onore" ribattei guardandolo dritto negli occhi con fermezza.
Matt e Johnny se n'erano andati per lasciarci un po' di spazio, ed ora in quel parcheggio eravamo rimasti solo io ed Arin.
"Tu non puoi fare questo alla tua famiglia"
"Fare cosa Arin? É sempre stato il mio sogno e in cuor tuo l'hai saputo fin da quando papà ci portava al poligono con lui"
Mio fratello abbassò la testa e quando la rialzò i suoi occhi erano lucidi dal pianto.
"Sai che la mamma non lo accetterà mai"
"Io voglio solo che sia felice delle nostre scelte"
"E come pensi che reagirà quando saprà che vuoi andare a morire come ha fatto nostro padre?!"
"Io non vado lì a morire! Voglio lottare per il nostro paese!"
"Ti sei solo fatta condizionare da Lewis!"
"È nostro papà, non chiamarlo per nome"
"Lo era forse. Per me non é mai stato un padre"
"Lui ha dato la sua vita per noi"
"No, l'ha data semplicemente per il desiderio di gloria e fama!"
"Come puoi parlare così di papà Arin? Smettila!"
gli urlai contro con la voce rotta dal pianto.
"Tu non ti arruolerai"
"É la mia vita Arin cazzo!"
"Appunto! E sei mia sorella, non posso permettere che tu muoia o che venga violentata dai bastardi di quei paesi!"
"Arin smettila! Non succederà!"
"Non puoi saperlo"
"Se non mi darai l'occasione non saprò mai come sarebbe potuta andare!"
Mi voltai dandogli le spalle e dirigendomi verso la mia macchina.
Era la mia vita e volevo viverla al meglio finché ne avrei avuto l'occasione. Capivo le sue ragioni e preoccupazioni ma non potevo accettare che mi impedisse di inseguire e perseguire i miei obiettivi. Se c'era una cosa che avevo imparato da mio padre era di non farsi mai mettere i bastoni tra le ruote da nessuno, e così avrei fatto.

Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora