39. I'm Not Ready To Die.

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Sorseggiai del caffè osservando Brian inzuppare un Oreo dentro il suo cappuccino, dall'altro lato del tavolo.
Ero felice per davvero, avevo ritrovate alcune delle sincere speranze per il futuro che mi ero sempre prefissata.
"Perché sorridi?"
"Sono felice"
"Mi sei mancata davvero tanto, non é passato giorno in cui non abbia pensato al tuo bellissimo sorriso"
"Anche tu"
Lo presi per mano e lo condussi in camera dove mi sdraiai sul letto.
Il giovane si distese sopra di me e cominciò a baciarmi delicatamente il collo e le labbra come se stesse carezzando una pietra preziosa.
"Non sai quanto ho sperato di poter fare di nuovo l'amore con te" sussurrò facendo scendere la zip della mia felpa e baciando il mio seno stretto in una canottiera.
Fortunatamente era buio quindi decisi di sfilarmi i vestiti, sicura del fatto che Brian non si sarebbe accorto dei lividi sulle mie braccia.
Passammo ore ed ore a fare l'amore e a coccolarci fino a quando entrambi non ci addormentammo l'uno tra le braccia dell'altra.

*

La mattina dopo mi alzai veramente rilassata tant'è che non avevo nemmeno avuto bisogno di una dose, fino a quel momento.
Purtroppo però non appena aprii gli occhi cominciò a darmi i nervi qualsiasi cosa in aggiunta al sudore e ai tremori, che non si fecero attendere.
Mi voltai verso l'altro lato del letto e, trovandolo vuoto, mi preparai la pera mattutina e me la iniettai velocemente.
Nel giro di cinque minuti ritrovai la ben richiesta calma e pacatezza di vivere, indossai la maglietta che Brian aveva gettato per terra la sera prima e mi avviai verso il salotto alla ricerca dell'oggetto del mio amore.
Notai la porta finestra che conduceva in terrazzo semi aperta così uscii e trovai Brian che fumava una sigaretta mentre contemporaneamente teneva la testa tra le mani.
"Buongiorno" dissi tutta sorridente lasciandogli un bacio sulla guancia e accarezzando la sua schiena piegata in avanti.
"Da quanto va avanti tutto questo?"
"Che cosa?"
"Lo sai cazzo, lo sai benissimo" rispose con un tono di voce molto allarmato.
Mi accovacciai di fronte a lui e presi il suo volto tra le mani, accarezzandone le guance.
"Posso smettere quando voglio"
"Che cosa ti è saltato in testa?!"
"É degenerato tutto dopo la mia cattura"
"É per colpa mia non è vero? Per come ti ho lasciato?" domandò lui in procinto di scoppiare in lacrime.
A quell'affermazione sentii un sentimento di commozione farsi strada nella mia mente ma ero troppo sballata per riuscire a percepirlo e manifestarlo concretamente.
"No Bri, non è colpa tua. È stato un errore mio, nell'eroina ho trovato un rifugio lontano da tutti gli orrori e le sofferenze che la guerra mi ha causato. I traumi che porto nella mia memoria spariscono quando mi buco e.."
"Tu..tu lo sai che quella merda ti ammazza vero?!"
"Sì"
"Io voglio solo che tu sia felice"
"Ora lo sono, non ho bisogno di nient'altro dalla vita se non la tua presenza"
"Che situazione del cazzo..tu..da quanto tempo ne fai uso?"
"Qualche mese, non ne sono dipendente Brian, io sono diversa dai tossicodipendenti"
dissi ingenuamente e con poca convinzione.
"Se non ti avessi lasciato ripartire probabilmente oggi non avresti tutti questi problemi"
"Brian! Il mio non è un vero problema, ti ho già detto che non ne sono dipendente!"
"Ah no?! Da quanto é che non ti buchi?! Rispondi!"
"Io.."
"Cazzo, ti ho chiesto di rispondermi!"
"Brian..calmati per favore..l'ultima è di stamattina"
"Porca puttana" sospirò lui al vento, cominciando a camminare avanti e indietro lungo il terrazzo, passandosi distrattamente le mani tra le ciocche corvine.
Trascorsi cinque minuti, si tornò finalmente a sedere e si accese una sigaretta per scacciare la tensione.
"Io non ti abbandonerò più, te lo prometto. Ma tu devi essere abbastanza forte e affrontare questa situazione prima che sia troppo tardi, se non vorrai farti aiutare ti porterò di peso in un centro specializzato"
"Brian, non sei costretto a fare questo per me"
"E invece lo desidero più di qualunque altra cosa"
"Grazie.." risposi con dolcezza ed insieme ci alzammo.
In realtà non avevo la benché minima intenzione di smettere ma non volevo deludere Brian, non di nuovo.
Avevo la certezza di amarlo e non mi sarei mai perdonata se lo avessi fatto soffrire ancora.
Dunque, anche se ero fatta come una pigna, decidemmo che avrei buttato il resto della roba giù per lo scarico e che nei giorni a venire avrei dovuto cominciare la disintossicazione; anche se, nella mia testa, non ne ero minimamente dipendente.
Da quel momento, l'unica mia preoccupazione reale fu che mio fratello non venisse a conoscenza del mio "problema", così come lo chiamava Brian, altrimenti sarebbe stato capace di dirlo a mia madre e farmi tornare in Texas per essere sottoposta alla sua tutela.
Non volevo gravare maggiormente su mia madre, lei del resto mi aveva cresciuto nel migliore dei modi e non mi aveva mai fatto mancare nulla.
Nonostante la perdita del marito aveva avuto la forza ed il coraggio di lottare per l'educazione e la miglior crescita dei suoi angeli, io ed Arin.
La sofferenza che le avevo causato scegliendo lo stesso lavoro per cui mio padre venne ucciso prematuramente era già abbastanza per essere aggravata dalla consapevolezza di una presunta tossicodipendenza della sua unica figlia, della sua principessina innocente e sempre diligente, che tanto aveva lottato per i suoi sogni e ora lo stava distruggendo con le sue stesse mani.
La avrei distrutta e non me lo sarei mai perdonato.
Quel pomeriggio trascorse pressoché tranquillo, dopo essermi liberata dell'eroina rimasta infatti Brian mi portò a prendere un gelato e successivamente facemmo un bagno nell'oceano, riuscii a non pensare al resto.

Missing in Action (M.I.A.) || (DA REVISIONARE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora