Calamita di guai

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Cosa dovevo rispondere? Non potevo evitare il suo sguardo perché mi stava osservando per capire la mia reazione. Ero nervosa. Solo allora mi resi conto che ero a casa da sola, in camera, con un ragazzo che non era il mio fidanzato.
Riccardo, mi ero completamente dimenticata di lui. Non potevo trattarlo così. In fondo lui aveva fiducia in me e anche se non provavo niente per Mattia mi sembrava scorretto quello che stavo facendo.
"Mattia tu sei sempre capace a mettermi in difficoltà eh? Mi fa piacere che ti piacciano le mie fotografie."
L'unico modo per evitare di commettere qualche sbaglio era allontanarmi da lui. Mi alzai di scatto e mi allontanai dal letto con la scusa di pettinarmi i capelli. Si erano asciugati perfettamente ma erano ancora scompligiati, così approffitai dell'occasione per avvicinarmi allo specchio e cominciare a pettinarli.
"Sarebbe meglio avere te che avere successo" sussurró appena ma io sentì perfettamente le sue parole. Anche Mattia si accorse di aver pensato ad alta voce e rimase in silenzio. Ogni tanto se ne usciva con le sue frasi senza senso che capiva solo lui.
Il motivo per cui non avevo ancora cacciato Mattia da casa mia era la curiosità. Non capivo le sue intenzioni nei miei confronti. Non sapevo perché continuava a seguirmi, a parlarmi. Smisi di pettinarmi. Non volevo guardarlo negli occhi così rimasi girata di schiena e gli parlai guardandolo dallo specchio.
"Perché fai tutto questo? Perché continui a parlare con me?"
Ero sempre stata una ragazza diretta e sincera. A differenza sua non mi nascondevo dietro delle frasi senza senso.
"Non ho mai incontrato una persona come te. Mi incuriosisci molto anche se fai di tutto per non farmi entrare nella tua vita. Sai di solito succede il contrario. Sono io quello che non apre la porta della mia vita a nessuno."
"Beh evidentemente a me non interessi. Te lo sei mai chiesto?" Non era proprio la verità ma non volevo dargli ragione. Non un'altra volta.
"No perché non è vero. Non so cosa provi tu per me però di certo non ti sono indifferente."
"Oh Mattia quanto sei complicato! Io voglio vivere la mia vita senza di te ok? Mi hai causato un sacco di problemi e mi hai stravolto i piani"
Mi interruppe uscendo con una delle sue frasi
"Stravolgimi il domani, portami in alto come gli aeroplani"
"Ma si può sapere perché ogni tanto te ne esci con una frase in rima? Tu sei completamente matto"
"La vita di un artista è un po' sopra le righe. Tu dovresti capirmi."
"Ma tu sei un artista?"
"Stiamo parlando di te ora"
Chi era quello che si chiudeva in se stesso?
"Va bene come vuoi. Parliamo di me. Ieri per colpa tua ho perso il lavoro, ho litigato con Riccardo e mancava poco che me la prendessi anche con mia madre che ti adora"
Sorrise.
"Non pensavo di aver colpito anche tua madre. Ma sul serio hai perso il lavoro?" Sembrava realmente dispiaciuto.
"Si e per tua informazione ne sto cercando un altro per potermi pagare i corsi di fotografia. Adesso sai tutto della mia vita noiosa. Sei contento?"
"No, tu non sei noiosa. Sei la persona più interessante che abbia incontrato nella mia vita"
"Io però non voglio che ti interessi alla mia vita, ok? Io non ti ho chiesto nulla. Se questo per te è solo un capriccio, ti prego vattene"
La conversazione non aveva senso. Perché continuava a insistere così?
Gli indicai la porta con la mano.
"È vero tu non mi hai chiesto niente ma hai bisogno di me. Adesso sei triste e confusa ma non puoi trascurare i tuoi sentimenti"
Si alzò e mi passò davanti raggiungendo il corridoio. No, non potevo lasciarlo andare via così. Io non avevo bisogno di lui.
"Ho sempre vissuto senza di te. Perché adesso dovrei sentire la tua mancanza? Ti conosco da due giorni e.."
"E ti ho già stravolto la vita. Lo hai detto tu. Non respingere tutti quelli che cercano di aiutarti"
"Mi fai pena. Non è che sei tu quello che ha bisogno di me?"
Non mi rispose. Fece per andarsene ma lo bloccai.
"Quindi adesso cosa succederà? Ritornerai tra qualche giorno per incasinarmi di nuovo la vita?"
"Non lo so. L'unica cosa certa è che non ti libererai tanto facilmente di me. Sono un tipo un po' difficile ma non potrai fare a meno di me"
"Non sei difficile. Sei impossibile da capire e oltretutto ti stai dimostrando anche egocentrico"
Stava per uscire quando si fermò sulla porta. Rimase lì per qualche secondo come se fosse indeciso sul da farsi. Poi si girò mi raggiunse e mi diede un bacio sulla guancia.
"Calamita di guai, campione di sogni" mi sussurró all'orecchio.
Rimasi a fissarlo mentre se ne andava e continuavo a pensare a quello che mi aveva detto. Certe volte non lo capivo proprio.

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