Pianti e sofferenza

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Per la prima volta capì come si sentiva Mattia. Ci giardammo negli occhi per una frazione di secondi, ma questo tempo bastò perché mi rendessi conto del dolore che traspariva dal suo sguardo. Era deluso, sconvolto e arrabbiato. Tutto questo per causa mia.
Io non riuscivo a spiccicare parola. Ero nel panico. Non sapevo cosa fare. Ci pensò Mattia a spezzare il silenzio che si era creato tra di noi.
"Non avrei mai pensato che tu potessi farmi una cosa del genere."
"Io non..." cercai di dire qualcosa ma non riuscì a finire la frase. Stavo per mettermi a piangere.
"Pensavo di conoscerti ma mi sono sbagliato."
Non urlò, non si scompose, non si avvicinò. Dopo avermi guardato un'ultima volta con uno sguardo sprezzante e colmo di delusione, si girò e se ne andò sbattendo la porta.
Dovevo inseguirlo, dovevo spiegargli come stavano le cose. Dovevo sì, ma non lo feci. Non avevo la forza, il coraggio di affrontarlo. Anche se lo avessi raggiunto cosa gli avrei detto? C'era veramente qualcosa da spiegare? Probabilmente sarei rimasta zitta a singhiozzare davanti a lui. Non sarei riuscita a sostenere il suo sguardo e me ne sarei andata. Non era il momento per parlargli, chissà se prima o poi avrei trovato il momento giusto per farlo.
Poi, avevo un altro problema altrettanto grave da risolvere. Alessandro era lì, in piedi, che mi stava guardando. Voleva delle spiegazioni per quello che era successo.
Non riuscivo a rimanere in piedi, cosi mi accasciai sulla poltrona vicino all'entrata. Dopo qualche secondo iniziai a piangere. Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro. Avevo aspettato troppo tempo. Dovevo mettere le cose in chiaro subito. Dovevo dire ad entrambi la verità.
"Cos'è successo?" Mi chiese Alessandro dopo che mi ero sfogata.
"Mi dispiace tanto. Io non pensavo che andasse a finire così"
"Dimmi cos'è successo. Non mi interessano le tue scuse" il suo tono era duro. Tutta la dolcezza che lo caratterizzava era scomparsa. Aveva già capito tutto ma voleva sentire la storia da me. Fu ancora più umiliante.
"Sono andata a letto con Mattia. E non gli ho detto che noi ci stavamo frequentando"
Tutto quello che era successo il giorno prima poteva essere riassunto in queste due frasi. Sembra semplice dirlo ma viverlo è tutt'altra storia.
"Perché lo hai fatto? Perché non me l'hai detto subito?" Anche Alessandro era deluso da me. L'amarezza nelle sue parole era percepibile.
"Non ho avuto il coraggio di dirtelo. Non ho avuto il coraggio di rivelarti che amo Mattia e che..." mi bloccai. Non riuscivo ad andare avanti. Dirlo ad alta voce è sempre più difficile.
"Che cosa? Dai dimmelo, tanto ormai è tutto finito"
Io alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi.
"Non ti ho mai amato Alessandro. Me ne rendo conto solo ora. Ho cercato di dimenticare Mattia rifigiandomi nella sicurezza che solo tu potevi darmi. Ho sbagliato, lo so."
Ammetterlo a me stessa e ad Alessandro era sconvolgente.
"Ti rendi conto di quello che mi hai fatto? Ti rendi conto di quanto hai fatto soffrire me e Mattia?"
"Lo so, lo so. Non rinfacciarmelo ancora. Ho commesso un errore e vi ho fatto soffrire entrambi."
"Neanche io mi sarei mai aspettato un gesto simile da te. Non pensavo che potessi nascondere un tradimento simile. Io mi sono fidato di te. Sempre"
"Io non ho mai mentito nella mia vita. Ho sempre cercato di dire la verità. Ma in questo caso non potevo, non volevo farti soffrire dicendoti quello che era successo veramente."
"E invece hai peggiorato la situazione. Io sospettavo che amavi ancora Mattia ma ho sempre creduto in te. Ho sempre creduto che magari tra qualche mese ti potessi dimenticare di lui. Mi sbagliavo. Tu non hai mai cercato di dimenticarlo. Hai pensato solo a te stessa e non agli altri."
Non poteva continuare ad insultarmi in quel modo. Mi stava dipingendo come una persona orribile. Non ero così. Non volevo far soffrire nessuno. Ammetto di aver sbagliato ma non ero una persona cattiva ed egocentrica che non pensa agli altri.
"No, smettila. Io ho sempre cercato di aiutarti, non ho mai pensato di farti del male. Alla fine l'ho fatto senza rendermene conto e mi dispiace. Sul serio, io non volevo tutto questo"
Stava per rispondermi di nuovo quando entrò un cliente. Cercai di ricompormi sistemando il trucco e sfoggiai un sorriso finto soffocando le lacrime.
Per fortuna era arrivato qualcuno perché in caso contrario io e Alessandro saremo andati avanti per tutta la giornata.
Dopo che il cliente se ne fu andato anche Alessandro stava uscendo ma lo bloccai.
"Potrai mai perdonarmi per quello che ho fatto?"
"Mi fa male solo guardarti negli occhi, come potrei perdonarti?"
"Ti capisco" e abbassai lo sguardo. Sentivo le lacrime che scendevano copiosamente ma non volevo farmi vedere debole da Alessandro. Lui però si accorse che stavo ancora piangendo e mi disse:
"So che non sei una persona orribile ma per il momento è meglio mantenere le distanze"
E dopo avermelo detto se ne andò.

Quando tornò Fabio si rese conto che non stavo bene.
"Ehi, cos'hai?"
"Ho fatto una grande cazzata" sapevo perfettamente che Fabio non sapeva niente della relazione tra me e suo figlio e probabilmente Alessandro non gli avrebbe raccontato la storia del tradimento. Decisi di lasciarlo fuori da questa storia. Avevo già troppo problemi, non volevo rischiare anche il posto di lavoro.
"Vuoi parlarmene?"
"È meglio di no." Risposi.
"Vuoi andare a casa?"
Senza rispondere lo abbracciai forte e dopo averlo ringraziato tornai a casa.

Ero preoccupata per Mattia. È un ragazzo impulsivo e dopo quello che gli avevo fatto chissà come poteva reagire. Non potevo contattarlo, era ancora troppo presto. Dovevo aspettare anche se non mi avrebbe perdonato tanto facilmente. Anzi probabilmente non mi avrebbe perdonato mai più. Lo avevo fatto soffrire troppo.

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