Pensieri e parole

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Me ne andai dal locale correndo.
Dopo qualche minuto mi fermai e guardandomi intorno capì che Mattia non aveva cercato di fermarmi o di seguirmi. Per fortuna aveva capito che era meglio lasciarmi sola. Mi resi conto che avevo cominciato a piangere.
Non so perché né per chi però stavo veramente male. Mi accesi una sigaretta sperando che potessi calmarmi almeno un po'. Per la prima volta neanche il fumo riusciva a farmi rilassare ed era strano perché ogni volta che litigavo con Riccardo mi accendevo una sigaretta e tornavo ad essere più tranquilla. Adesso no, era diverso forse perché il problema non era Riccardo ma Mattia.
Come potevo stare male per una persona che conoscevo appena? Eppure sapevo perfettamente che mi aveva colpito da subito. E per colpire una ragazza cinica come me ce ne vuole.
Quando arrivai al locale ero distrutta un po' per la corsa ma sopratutto per il casino che Mattia aveva combinato. Di sicuro Riccardo non mi avrebbe perdonato facilmente.
I miei pensieri vennero interrotti dal mio capo che mi stava aspettando sul ciglio della porta. Ci mancava solo lui. Lo avevo sempre odiato fin dalla prima volta che avevo messo piede e in quel bar. Si chiamava Francesco e aveva circa 50 anni. Non era molto loquace ma quando si trattava di rimproverarmi non si risparmiava con le parole. Quella volta però era diverso.
"Finalmente sei arrivata. Sei in ritardo e anche stamattina lo eri"
"Lo so e mi dispiace. Ho avuto una brutta giornata"
"Non mi interessa. Il lavoro viene prima di tutto. Devi imparare a separare il lavoro dalla vita privata"
"Okay. Non succederà mai più"
Stavo per entrare ma lui mi bloccò.
"Beh questo è sicuro. Forse è meglio se ti trovi un altro impiego. Non ho il tempo ne la voglia di ascoltare i problemi di una ragazzina che non sa distinguere il dovere dal piacere"
Non potevo crederci. Cioè mi stava licenziando? E io come facevo a pagarmi le lezioni di fotografia?
"No la prego. Mi dia un'altra possibilità!"
"Mi dispiace Chiara ma non posso. È da un po' che sto notando che hai un comportamento inadeguato per questo lavoro. E prima ne ho avuto la conferma. Sbaglio o picchiavi un cliente che stava entrando nel locale?"
"No, non è vero. Non era un cliente. Stava cercando me per parlarmi." Ero arrabbiata ma allo stesso tempo anche molto stanca. Non avevo voglia di litigare con quel deficiente.
"La smetta di trovare scuse inutili. Okay me ne vado. Non ho voglia di discutere."
Lui ricominciò a parlarmi dicendomi che comunque ero stata brava nel mio lavoro e bla bla bla.
Voleva essere gentile e, forse provava pietà per me. Ad un certo punto decisi di andarmene lasciando Francesco lì a parlare da solo.
Mi era venuto il mal di testa e non vedevo l'ora di tornare a casa ma non potevo.
Dovevo risolvere la questione con Riccardo.
Andai a casa sua. Lo vidi che stava per uscire e lo raggiunsi.
Quando mi vide fece una smorfia e proseguì il suo cammino.
"Dai Riccardo aspettami. Lo so a cosa stai pensando ma non è come sembra"
"Come ho fatto a sopportarti per tutti questi anni? Ho perso una parte della mia vita per cercare di costruire una relazione e poi cosa fai? Mi tradisci?"
Continuava a parlare camminando sempre più forte. Ad un certo punto lo raggiunsi e mi misi davanti a lui. Non volevo perdere anche lui.
"Basta. Smettila di accusarmi di una cosa che non ho fatto. Non so cosa ti abbia detto quel ragazzo ma io avevo perso il cellulare e lui me l'ha riportato. Riccardo non farti tutte queste paranoie."
"Come faccio a crederti?"
"Sono la tua ragazza. Devi fidarti di me. Ti prego. Ho appena perso il lavoro per colpa di Mattia"
"Ah adesso ha anche un nome quello stronzo?"
Avevo perso la pazienza. Stava esagerando. Non meritavo questo trattamento perché non lo avevo tradito.
Mi girai e stavo per andarmene quando lui capì che con quel suo comportamento mi stava perdendo.
"Non voglio litigare con te. È solo che è difficile, Chiara. Tutto con te è complicato, capisci?"
"Lo so ma se non sei disposto a fare qualche sacrificio per questa relazione è inutile che andiamo avanti. Non sei l'unico che sta soffrendo, ricordatelo."
"E cosa dovrei fare?"
"Prima di tutto devi credermi. Io non ti ho tradito e lo sai."
Lui come risposta mi abbracció e io mi persi tra le due braccia scoppiando in un pianto liberatorio.
Quel giorno ero riuscita a riconquistare la fiducia di Riccardo. Però avevo perso il lavoro e sopratutto Mattia. Anche in quel momento mi venne in mente lui. Perché tra i miei pensieri c'era sempre Mattia? Anche se ci provavo non riuscivo a togliermelo dalla testa.

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