Una nuova amica

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Passai una settimana orribile. Quando ero a casa pensavo a Mattia, poi ad Alessandro e mi deprimevo ancora di più mangiando yogurt e gelato in continuazione. Quando invece andavo a lavoro dovevo convivere continuamente con Alessandro che non mi degnava neanche di uno sguardo e a malapena mi calcolava.
Non ero mai stata così male per uno, anzi due, ragazzi. In realtà non avevo mai vissuto una situazione simile. Mi sentivo uno schifo soprattutto perché non sapevo come si stava comportando Mattia. Non lo avevo mai visto così fragile e addolorato come quando mi aveva visto baciare Alessandro. Non sapevo come avrebbe potuto reagire. Lui, a differenza mia, aveva una carriera importante da mandare avanti e viveva a stretto contatto con le emozioni.
Avevo paura che potesse cominciare a scrivere canzoni depressive e tristi da un momento all'altro. Ma forse non conoscevo Mattia. Magari si era già dimenticato di me e se la stava spassando con Ludovica.
Io intanto continuavo a ingozzarmi di gelato fino a scoppiare. Non potevo continuare così.
"Basta!" Urlai talmente forte che Claudia mi sentì dall'altra parte dell'appartamento.
"Ehi cos'hai?" Mi chiese dopo avermi raggiunto in cucina. Io intanto chiusi la vaschetta di gelato e la rimisi nel frigorifero.
"Scusa, mi è scappato. Stavo pensando ad alta voce."
"E il centro dei tuoi pensieri era un certo Mattia Briga?"
Le avevo raccontato tutto qualche giorno fa quando, dopo aver visto che avevo finito il gelato, si era resa conto che qualcosa non andava. Io, che non mi ero confidata con nessuno, le dissi tutto sperando che non lo raccontasse ai quattro venti.
"Beh, si stavo pensando a tutto quello che è successo. Devo cercare di riprendermi, non voglio ingrassare per colpa dei miei sbagli" e indicai il frigo.
"Hai ragione. Secondo me ti servirebbe un bel pomeriggio di shopping terapeutico. E io ti posso accompagnare."
Quando si trattava di fare compere Claudia era sempre in prima fila. La adoravo quando si preoccupava per me. In fondo era da un bel po' di anni che condividevo l'appartamento con lei, potevamo anche considerarci amiche. E forse mi serviva proprio avere un'amica con cui parlare. Il gelato non mi stava aiutando a superare tutto quello che era successo. Come amico non vale niente.
"Ok, ci sto. Andiamo al centro commerciale!"
Dopo essermi preparata velocemente, prendemmo l'autobus e ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Era da in sacco di tempo che non uscivo con una mia coetanea. Insomma, avevo delle amiche quando frequentavo il liceo ma dopo aver finito la scuola avevamo perso tutti i contatti. Io poi non avevo avuto l'occasione di incontrare altre persone che potevo considerare degli amici. Uscivo solo con Riccardo e con i suoi amici che non sopportavo.
Solo ora mi resi conto che avevo bisogno di un'amica che mi potesse capire. Fino a poco tempo prima c'era Mattia che riusciva a capirmi ma dovevo riuscire a cavarmela anche senza il suo aiuto. E a quanto pare dovevo cominciare dallo shopping.
"Allora come mi sta?" Chiesi a Claudia mentre mi stavo provando un abito corto.
"Mmmh, secondo me ti stava meglio quello blu"
E continuammo così a provare finché non mi stancai, Non ero abituata a cambiarmi vestiti su vestiti in cinque secondi. Claudia invece era completamente a suo agio.
Mentre si stava provando dei jeans mi accorsi che sul bancone del negozio c'erano dei volantini che raffiguravano un corso di fotografia che si teneva lì vicino. C'erano scritte tutte le informazioni e i prezzi.
Il commesso notò il mio interesse e mi disse:
"È molto interessante questo corso. Se sei appassionata di fotografia te lo consiglio. L'ho frequentato anche io per alcuni mesi"
"Ok, grazie" risposi.
Mi interessava davvero. Ormai lavoravo da Fabio da più di un mese e avevo guadagnato abbastanza soldi da potermi permettere di frequentare questo corso.
"Potrebbe essere una buona idea per ricominciare da zero" mi disse Claudia appena uscì dal camerino. Era quello che pensavo anche io. Potevo dedicarmi completamente alla fotografia senza pensare a Mattia o ad Alessandro.
Niente più ragazzi nella mia vita. Volevo concentrarmi solo sulla mia passione, l'unica cosa che riusciva veramente a 'tirarmi fuori dai guai' in quel momento.

Mi ero divertita un casino con Claudia. Era perfino riuscita a farmi ridere cosa che non accadeva da giorni ormai.
"Dovremo rifarlo ogni tanto" mi disse lei tutta eccitata. Non so dove trovasse tutte quelle energie dopo una giornata di shopping selvaggio. Io faticavo a reggermi in piedi.
"Certo. Mi sono divertita oggi. Ehi ma non sei un po' stanca?"
Lei si girò a guardarmi. Stavamo salendo le scale che portavano al nostro appartamento e lei era gia quasi in cima. Io invece ero ancora indietro.
"Devi abituarti. Anni e anni di duro allenamento in tutti i centri commerciali. Dai muoviti che ho fame!"
Io cercai di sbigarmi ma lei arrivò per prima davanti alla porta.
Si bloccò di colpo.
"Ehi perché non entri?" Dovevo assolutamente posare tutte le borse che avevo in mano.
Lei però non si spostò, ne entrò. Era ferma davanti alla porta e guardava in basso. All'inizio cercò di non farmi guardare cosa l'aveva sconvolta ma poi io riuscì a vedere dalla sua spalla.
Lei si scansó e mi trovai davanti ad una borsa rigida bianca che era stata messa per terra. Quel sorriso che mi era spuntato grazie a Claudia si spense all'istante.
Fuori dalla borsa era attaccata con una graffetta, una busta. Lì in bella mostra era scritto in corsivo "Per Chiara"
Riconobbi subito la scrittura. Era di Mattia.

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