Tristezza e depressione

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Appena se ne andò dalla porta tutto il mio coraggio scomparve. Non riuscivo a stare in piedi e barcollando mi sedetti sul divano e cominciai a piangere. Non riuscivo a trattenere le lacrime e questo fece preoccupare Claudia che aveva ascoltato tutto.
"Dai Chiara non fare così! È stato uno stronzo. Ti porto dell'acqua?"
Claudia era sempre molto gentile con me e nell'ultimo periodo mi ero avvicinata soprattutto a lei. Però non avevo voglia di sfogarmi con lei perché stavo male e non volevo parlare con nessuno. Anzi volevo andarmene da quella casa perché tutto mi ricordava Riccardo e il suo tradimento.
"No, Claudia. Non voglio niente. Grazie ma preferisco starmene da sola."
"Sicura? Ascolta adesso sei disperata ma ti assicuro che dopo un po' di tempo passa tutto"
"Magari fosse così semplice." Mi alzai e raggiunsi la porta.
"Dove vai? Chiara non fare cazzate" forse lei pensava che volessi andare da Riccardo ma non era così. Non volevo rivederlo mai più.
"Vado a camminare un po'. Devo uscire da qui. Non voglio continuare a deprimermi in questo modo"
"Ok, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami"
"Certo. Grazie."
Mi sistemai un po' il trucco che si era completamente rovinato. Presi il cellulare e il mio pacchetto di sigarette e me ne andai.
Non avevo una meta precisa. Continuavo a camminare con lo sguardo basso. Stavo ancora molto male e non volevo far pena a qualcuno. Cercai di evitare i posti affollati e mi accesi una sigaretta. Forse mi avrebbe aiutato a calmarmi anche se non era semplice.
Avevo sempre pensato che Riccardo fosse un ragazzo fedele. Aveva tanti difetti ma non avrei mai pensato di essere presa in giro in questo modo da lui. Pensavo tenesse a me. Certe volte non lo dimostrava ma io continuavo a pensare che mi amava. Evidentemente mi sbagliavo. Negavo l'evidenza e cercavo di convincere me stessa che la nostra relazione poteva funzionare.
Per anni avevo cercato di mandare avanti il nostro rapporto senza grandi risultati. Io sono sempre stata molto arrogante e diffidente ma forse era anche per causa di Riccardo che non avevo molti amici. Mi aveva praticamente obbligato a non avere amici maschi perché li considerava degli avversari in amore. E io come una stupida ho interrotto tutte le mie amicizie per lui. Avevo perso le amicizia di una vita per far contento Riccardo. Avevo fatto molti sforzi per lui ma al contrario Riccardo non si era degnato di fare lo stesso. Aveva continuato a frequentare i suoi amici e conosceva diverse ragazze. Anche io ero gelosa ma per non pregiudicare il nostro rapporto cercavo di sopportare tutto.
Ero accecata da un amore falso e me ne stavo rendendo conto solo ora.
Mattia aveva cercato di dirmi più volte che Riccardo non era il ragazzo giusto per me ma io non gli avevo dato ascolto.
Ah Mattia. Se non ci fossimo allontanati a quest'ora lui mi starebbe consolando. Purtroppo a causa della mia stupida curiosità e della sua testardaggine avevamo troncato qualsiasi rapporto. Non so che rapporto fosse il nostro, d'amicizia forse. Ma non lo avrei mai capito perché quello che stava nascendo era già finito.
Mi ritrovai a passeggiare vicino al parco. Decisi di andare lì per sedermi in tranquillità.
Guardai il telefono per dieci minuti buoni e dopo aver spento la sigaretta decisi di riprovare a chiamare Mattia. Era da due settimane che non lo chiamavo. Magari non era più arrabbiato con me e mi avrebbe risposto.
Passarono tre, quattro squilli ma niente. Dovevo parlargli. Dovevo sfogarmi con lui. Con l'unica persona che mi capiva veramente.
Riprovai di nuovo ma a differenza delle altre volte attesi il bip della segreteria. Non avevo mai mandato dei messaggi vocali perché preferivo chiamare le persone o parlare faccia a faccia. Purtroppo però Mattia non mi dava nessun'altra scelta.
"Mattia ti prego rispondimi. Mi dispiace se ti ho causato dei problemi o se sono stata inopportuna. Non ti chiederò nient'altro della tua vita privata. Però adesso smettila di fare l'offeso perché ho bisogno di te. Sul serio, sto malissimo e non so con chi parlare. Io sono al parco nello stesso posto dove mi hai riportato Luna quel giorno. Se..."
Ricominciai a piangere come una fontana e non riuscì a spiccicare parola. Il messaggio si interruppe e la voce metallica della segreteria mi informò che era stato inviato correttamente al destinatario. Sperai che Mattia capisse la gravità della situazione.
Avevo bisogno di incontrarlo ma evidentemente non mi aveva creduto.
Dopo due ore passate a deprimermi da sola al parco mi resi conto che Mattia non sarebbe venuto.
Ormai si stava facendo buio, il parco infatti era quasi vuoto e probabilmente Claudia era preoccupata per me. Mi alzai dalla panchina e con lo sguardo sempre basso mi avviai verso l'uscita.
Ad un certo punto sentì una persona che si stava avvicinando a me. Non alzai lo sguardo perché non volevo che qualcuno vedesse lo stavo pietoso in cui stavo.
Quando mi riconobbe però si fiondó su di me e mi abbracció. All'inizio rimasi sorpresa. Ma poi mi resi conto di chi si trattava. Sentì subito il suo profumo inconfondibile penetrare nella mia pelle. Non mi serviva alzare lo sguardo per capire che quello che mi stava abbracciando era Mattia.
Ricambiai l'abbraccio stringendolo forte a me e mi lasciai andare in un pianto liberatorio.
Quanto mi era mancato! Forse le lacrime non erano solo per quel bastardo di Riccardo ma anche per Mattia. Ero felice di averlo ritrovato e non volevo lasciarlo andare mai più.

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