Il suo lato dolce

1.1K 69 1
                                    

"Wow, sei proprio nei casini" fu il primo commento di Alessandro dopo che aveva ascoltato tutta la storia.
"Grazie per le importanti parole di conforto eh. Lo so anche io che sono nei casini. Non mi servi tu per ricordarmelo."
"Non saprei come aiutarti. Anzi in realtà non ho intenzione di ficcarmi negli affari degli altri. Soprattutto se riguarda Mattia."
"Sei sempre molto utile vedo."
"Non ho capito una cosa? Mattia non sa che tu conosci il suo 'segreto'?"
"Certo che non lo sa! Infatti devo assolutamente dirgli che so che è un cantante. È inutile che continua a nascondermi la verità"
"Non so perché l'abbia fatto. Non è nel suo stile mentire" sembrava confuso e pensai che in fondo neanche lui conosceva molto Mattia. Non gli aveva raccontato niente di me e questo mi fece star ancora più male. È vero che neanche io avevo raccontato molto del nostro rapporto alle mie coinquiline (ovvero le uniche persone che potevo definire amiche) ma almeno loro sapevano dell'esistenza di Mattia. A quanto vedevo invece né Alessandro né tutti gli altri sembravano sapere chi ero.
"Forse non voleva che la sua fidanzata sapesse che usciva con un'altra ragazza." Questo era l'unica ragione che mi veniva in mente. Infatti se avesse raccontato tutto ai suoi amici, loro avrebbero di sicuro pensato che io e lui stavamo insieme. In effetti tutto quello che avevo passato con lui era molto più vicino a una storia d'amore complicata piuttosto che a una semplice amicizia.
"Ludovica dici? Beh, forse hai ragione. Non è mai stata una tipa gelosa ma di sicuro non gli avrebbe fatto piacere sentire quanto tu e Mattia avevate legato."
"Si chiama Ludovica? Non ero ancora arrivata a sapere il suo nome. Ho dedotto che avesse una ragazza perché tutte le sue canzoni parlavano d'amore e di sicuro le aveva dedicate ad una persona."
"Non sono io quello che ti deve raccontare la vita di Mattia. Si, si chiama Ludovica e sinceramente non si merita quello che sta succedendo."
"Lo so ed è per questo che voglio allontanarmi da Mattia. Ho vissuto in prima persona una situazione simile con il mio ex e non voglio che lei soffra."
"Ti ha tradito?" Questa domanda poteva evitarla. Era già difficile parlare di Mattia e non avevo intenzione di raccontare ad Alessandro anche la mia storia con Riccardo.
"Si e non me l'ha detto. L'ho scoperto da sola. È stato bruttissimo e..." ricominciai a singhiozzare. Era troppo forte di me. Non riuscivo a smettere di piangere.
Alessandro, che fino ad allora era rimasto seduto dall'altra parte del divano si avvicinò.
Mi strinse forte a sé. Non so perché lo fece, probabilmente gli facevo pena, ma mi resi conto che era l'unico gesto carino da quando ci eravamo conosciuti.
Io affondai la testa nel suo petto e continuai a piangere. Restammo così per diversi minuti senza parlare. Percepivo solo il suo respiro e la sua mano che mi accarezzava i capelli. Se fosse entrato Fabio in quel momento chissà cosa avrebbe pensato. Forse era meglio se mi staccavo da lui.
Appena lo feci sorrisi notando che la sua camicia era bagnata e sporca di trucco. Del mio trucco che era colato quando stavo piangendo.
"Ehi, perché ridi?" Mi domandò lui. Non si era accorto di quello che era successo.
Io al posto di rispondergli gli indicai la camicia e lui finalmente si rese conto di quello che avevo combinato.
"Ma io dico: perché le ragazze devono truccarsi ogni santo giorno per poi piangere per qualsiasi cazzata e rovinarmi la camicia?" Non era veramente arrabbiato per fortuna. Stava solo scherzando e finalmente mi stava facendo ridere un po'.
"Dai basta lavarla un po'. Non è mica la fine del mondo!" Guardai l'ora nel telefono. Era tardi e dovevo tornare a casa. Claudia mi aveva già chiamato diverse volte.
Intanto Alessandro continuava a parlarmi, anzi a sgridarmi, ma io non lo ascoltavo.
"Mi puoi riportare a casa?" Gli chiesi non curandomi di quello che mi stava dicendo.
"Vuoi anche che ti riporti a casa dopo che mi hai rovinato la camicia e la giornata?"
"Dai, smettila di lamentarti per una stupida camicia. E poi quella che ha passato una giornata di merda sono io."
Lui rimase zitto di fronte alla mia affermazione. Io intanto stavo per rimettermi a piangere.
"No basta. No ne posso più di sentirti piangere. Sei peggio dei bambini. Ok ti riporto a casa ma niente più lacrime." Si avvicinò di nuovo e mi asciugó le lacrime con un dito.
Certe volte quel ragazzo mi sorprendeva! Sapeva essere molto dolce quando ci si metteva.
Per l'ennesima volta quel giorno mi rimisi il casco e partimmo questa volta diretti a casa.
"Tu abiti in questo condominio?" Mi chiese indicando il palazzo
"Si, puoi fermarti qui"
Scesi finalmente dalla moto e gli porsi il casco.
"Abito qui con altre due ragazze."
"Interessante. Potresti farmele conoscere."
"Sono già impegnate entrambe, mi dispiace. Puoi entrare se vuoi."
"No, adesso devo andarmene. Mio padre mi starà aspettando." Non potevo andarmene così. Anche se mi costava molto dirlo a lui, gli dovevo dire almeno grazie perché a modo suo mi aveva aiutata.
"Grazie per oggi. Non pensavo che potessi essermi d'aiuto. E pensare che ero uscita con te solo con lo scopo di farti ragionare."
"Mi sa che non hai ottenuto quello che volevi con me."
"Non è detto. Ti ricordo che mi hai promesso che parlerei con tuo padre."
"Ho detto che ci penserò, è diverso. Io non ho bisogno di parlare con lui."
"Dai, se non lo fai per te, fallo per me" solo quando pronunciai quella frase mi resi conto di quanto fosse ridicola. Non ero nessuno per lui. Pensavo mi rispondesse con una delle sue frasi da strafottente e invece mi sorprese.
"Allora per parlargli dovrei tenere a te. Se Mattia ci sentisse sarebbe geloso."
"E chi è Mattia per me? Penso che qualunque cosa noi eravamo ora non ci sia più" abbassai lo sguardo. Perché stavo così male per Mattia?
Alessandro si avvicinò e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
"Mi costa dirlo ma non sopporto vederti soffrire."
"Anche io odio vedermi soffrire ma non posso fare a meno di pensare a Mattia."
"Mattia è un bravo ragazzo e di sicuro ti ha nascosto tutto questo per un motivo."
"Perché mi sono innamorata di un ragazzo così complicato?"
Alessandro non rispose. Quella domanda non aveva risposte.
"Ti do un consiglio: se vuoi evitare di soffrire devi parlargli al più presto ok? Non ci devono essere segreti tra voi due"
Mi resi conto solo allora che eravamo a pochi centimetri di distanza. Ero talmente presa da Mattia che non avevo minimamente pensato ad Alessandro e alla sua presenza.
Come ogni volta che mi trovavo in imbarazzo, le mie guance si infiammarono e per nascondere la mia vergogna lo abbracciai forte.
"Lo so. Ci parlerò. Grazie per tutto. Davvero."
"Grazie e te." Mi disse lui sorprendendomi. Stavo per chiedergli 'Grazie per cosa?' ma lui si staccò e si avviò verso la moto.
"Ci vediamo in giro Chiara!" Mi salutò prima di partire.
"Certo, a domani" risposi io. Ero convinta che il giorno seguente l'avrei rivisto.
Non so perché ma pensavo che d'ora in avanti andare al lavoro sarebbe stato molto più bello.

Il nostro amore è polvere da sparoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora