Non più una bugia

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"Come stai?" Mi chiese Alessandro appena varcai la porta dello studio. La sua domanda mi sorprese.
"Tutto bene. Perché me lo chiedi?"
"Pensavo che avresti cambiato idea per quello che era successo ieri." Sorrisi. Pensava che non lo volessi più e che mi fossi pentita.
"Non cambio idea facilmente io." Mi avvicinai e lo baciai senza timore. Alessandro era così dolce. Non pensavo che fosse così. Quando ci eravamo conosciuti era duro e scontroso con me e con tutti. Pian piano però aveva cambiato atteggiamento. Il suo carattere forte e arrogante però non l'aveva perso.
"Cosa faresti senza di me?" Mi disse lui poco doco. Ecco, appunto.
"La mia vita sarebbe più tranquilla" gli risposi a tono. In realtà non era vero: era lui che mi dava una certa tranquillità. Al contrario Mattia con quel suo comportamento mi avrebbe fatto prendere un infarto prima o poi.
Pensando a lui abbassi lo sguardo.
"Stai pensando a Mattia?"
"Si. Mi sono ricordata che stasera devo incontrarlo."
"Dovrei essere geloso di lui?"
"No, tranquillo. Mi sono preparata psicologicamente a questo incontro. Niente e nessuno potrà farmi vacillare. Nemmeno Mattia" in realtà non ne ero sicura però non volevo far preoccupare Alessandro.
"Ok, mi fido allora." Mi abbracció e mi stampó un bacio sulla fronte.
"Ora meglio che torni al lavoro, non credi?" Gli dissi cullandomi tra le sue braccia.
"Hai paura che mio padre possa vederci?"
"No però adesso che mi ci fai pensare prima o poi dovremo dirglielo."
"Lo so" rispose lui facendo trasparire una certa inquietudine. Chissà se Alessandro aveva mai avuto una fidanzata e se questa gliela aveva presentata al padre.
"Non ora però. Prima devo parlarne con Mattia." Gli dissi interrompendo i suoi pensieri.
"Come vuoi. Un passo alla volta" e se ne andò lasciandomi un ultimo bacio prima di uscire dalla porta.

Ore 19.30
Uscì dallo studio salutando Fabio che era ancora molto impegnato con il suo lavoro. Speravo che Mattia non fosse ancora arrivato per accendermi la solita sigaretta. Di solito fumavo per rilassarmi e quella era una delle occasioni giuste per farlo.
Purtroppo però Mattia era già arrivato. Era appoggiato la muro con una sigaretta tra le dita e una nuvola di fumo che gli incorniciava il viso. Era vestito semplicemente con jeans e maglietta e ovviamente portava il suo solito cappello nero e bianco.
Appena mi vide si girò di scatto e io lo raggiunsi. Non mi feci molto scrupoli e accesi lo stesso la sigaretta. Mi dava fastidio fumare davanti ad altra gente ma ne avevo bisogno se non volevo fare figure di merda con lui.
"Non mi ricordavo che fumassi"
"Fumo solo quando sono nervosa" gli rivelai.
"Ah, quindi non sono l'unico ad essere in ansia." Mi disse sorridendomi.
Ci avviammo verso la macchina.
"Dove mi porti?" Gli chiesi
"Oggi ci siamo incontrati perché ti devo dire molte cose riguardo la mia vita privata e ho deciso di portarti in un posto che c'entra con me."
Il solito misterioso. Non poteva semplicemente dirmi dove saremmo andati? No sarebbe stato troppo semplice. Mentre percorrevamo sfrecciando le strade romane cercai di pensare a qualche posto in cui poteva portarmi. Se c'entrava con la sua vita poteva trattarsi di uno studio di registrazione, oppure il luogo dove trova ispirazione per le sue canzoni. Ero convinta che il luogo misterioso fosse in qualche modo collegato alla sua passione per la musica ma mi sbagliavo.
"Ecco. Siamo arrivati." Io rimasi un po' sorpresa. Ci trovavamo in un quartiere con una serie di palazzi e condomini. Niente studi discografici o roba simile.
"Sembri delusa. Cosa ti aspettavi? Un ristorante a 5 stelle?"
"No, niente di quello che pensi. Ma dove siamo?"
"Questa è casa mia" e indicò il grande palazzo di fronte a noi "Abito in un appartamento al quinto piano."
Cosa? Mi aveva portata a casa sua? No, non potevo entrarci per un motivo in particolare.
"Ma tu vivi con la tua ragazza? Non ho intenzione di incontrarla"
Lui sorrise.
"No, vivo ancora da solo. La convivenza è una cosa molto impegnativa."
Scesi dalla macchina e buttai il mozzicone della sigaretta ormai consumata.
Appena entrata nell'atrio notai subito che quello era un condominio di lusso. Molto diverso dal mio. Dopo essere salito in ascensore raggiungemmo finalmente il suo appartamento.
Era molto spazioso e altrettanto spoglio. A differenza del mio non aveva grandi elementi di decorazione però era pieno zeppo di libri. In ogni angolo della casa potevi trovare qualche libro vecchio o nuovo che sia.
"Non sapevo che leggessi così tanto" gli dissi.
"Ehm, leggere è necessario per il mio lavoro." Mi rispose. Io non gli chiesi niente. Ogni cantante deve infatti leggere molto per cercare l'ispirazione o qualche suggerimento. Come avevo fatto a non pensarci prima? Il problema era che Mattia non sapeva che io conoscevo il suo lavoro. Anzi diciamo che oltre a conoscere la sua carriera sapevo a memoria quasi tutte le sue canzoni!
Anche se i libri riempivano l'appartamento si vedeva che in realtà Mattia non rimaneva a lungo a casa. Probabilmente a causa dei tuor doveva viaggiare molto e non riusciva a passare molto tempo a Roma.
"Non ho preparato niente per cena. Mi sembrava inopportuno organizzare una cena romantica non trovi?"
In effetti sarebbe stato tutto molto più difficile parlare al lume di candela e con la musica classica che accompagnava i nostri discorsi.
"Si hai ragione. Non era il caso. Io in realtà non ho voglia di mangiare. Dobbiamo prima chiarire alcune cose."
"Per me è lo stesso. Dai siediti." Io mi accomodai sul divano e lui si sedette sulla poltrona di fronte a me.
"Da dove comincio?" Disse più a se stesso che a me.
"Dal fatto che non mi hai mai detto che hai una ragazza"
"Ok. Allora io non te l'ho detto perché avevo paura di perderti. Il nostro rapporto non sarebbe stato più lo stesso se ti avrei detto di Ludovica. Ah, scusa non ti ho neanche detto che si chiama Ludovica."
"Si lo so già, me lo ha detto Alessandro."
"Perché non si fa i cazzi suoi quello là?"
"Beh, lui pensava che lo sapessi già e almeno Ale non mi ha ma mentito."
"Adesso è diventato Ale? Da quant'è che ti sei presa tanta confidenza con lui?"
No,non ce la facevo a dirgli che stavo insieme a lui. L'avrebbe presa troppo male. Non risposi.Mattia fece finta di niente e continuò.
"Non sono qui per parlare con te di Alessandro. Quindi voglio solo dirti che con Ludovica le cose non vanno poi così tanto bene e..."
"E niente. Voi due state insieme e non mi interessano i vostri problemi di coppia. Dovevi dirmelo subito Mattia. Non trovare delle scuse inutili."
"Ok, ho sbagliato. Ma non puoi rinfacciarmelo per tutta la vita!"
"Mi hai mentito Mattia! Io non ti riconosco più!" Sentivo già le lacrime che si stavano formando ma cercai di trattenermi. "Non so neanche cosa ci faccio qua. Me ne dovrei andare. Questa discussione è inutile" Volevo dirgli 'Tanto so già tutto' ma mi trattenni.
"Mi dici che rimani poi scappi da me.Cos'è 'sta novità?" Mi disse Mattia.
Questa volta a differenza delle altre avevo riconosciuto la frase. Si trattava di una strofa della canzone 'Non più una bugia' e a parte il titolo che calza a pennello, mi ricordavo anche la strofa successiva. Forse era giunto il momento di rivelargli che sapevo tutto della sua carriera e lo feci utilizzando il suo linguaggio.
"Dici che mi ami e poi ti allontani da me. E' questa la verità?"
Dissi tutto d'un fiato guardandolo negli occhi.

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