Campione di sogni

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"Stai bene?" Mi chiese Claudia. Probabilmente dovevo sembrare una vera idiota. Stavo fissando la borsa da qualche minuto.
"Tutto a posto" risposi anche se dalla mia faccia si capiva perfettamente non stavo bene.
Finalmente entrammo in casa.
"Io vado in camera" annunciai a Claudia che intanto continuava a guardarmi.
"Sicura che vuoi stare da sola? Non è che tra qualche minuto arrivo e ti sei suicidata?" Stava scherzando. Forse voleva farmi sorridere. La accontentai e cercai di rassicurarla.
"Tranquilla. Non sono così disperata."
Appena entrai in camera sprofondai nel mio letto. Ero stanchissima, non solo per la giornata di shopping ma anche perché sapevo che se avrei letto la lettera mi sarei messa a piangere. Dovevo prepararmi psicologicamente ad un evento particolarmente emotivo.
Mi feci coraggio e con le mani tremanti staccai la busta dalla borsa. Ero curiosa di vedere cosa c'era dentro la borsa ma evidentemente Mattia voleva che leggessi prima la lettera. E così feci.
"Scrivere delle lettere è più semplice che parlare ad una persona. Poi se quella persone sei te è ancora più difficile spiegare a parole quello che provo.
Da quando ho scoperto cosa mi stavi nascondendo mi sono reso conto che non ti conosco affatto. Non avrei mai pensato che tu potessi tradirmi. So perfettamente che io ho fatto la stessa cosa con Ludovica e mi sono pentito talmente tanto che gliel'ho detto.
La differenza tra me e te è che io ho avuto il coraggio di rivelare tutto, tu invece hai continuato la tua vita come se niente fosse. Cosa pensavi di ottenere? Io e Alessandro siamo amici, prima o poi avrei scoperto che uscivi con lui. Hai mai pensato alle conseguenze del tuo gesto? Ci hai preso per il culo entrambi.
Lo sai perché ero venuto in negozio quel giorno? Volevo dirti che avevo lasciato Ludovica per te. Volevo dirti che finalmente potevamo vivere la nostra relazione alla luce del sole. Volevo che non ci fossero più segreti tra di noi. Volevo urlare ai quattro venti che ti amavo senza aver paura delle conseguenze. Ma appena ho visto che ti baciavi con Alessandro ti ho odiato, e ho odiato anche me stesso per averti creduto, per averti amato.
Il giorno prima avevamo passato dei momenti meravigliosi ma tu, come se niente fosse, te ne sei dimenticata e te la sei spassata con Alessandro.
Anche io ho sbagliato con te in passato. Ti ho mentito, non ti ho detto che avevo una ragazza e me ne pento. Tu però hai fatto la stessa cosa e sinceramente non ti capisco proprio. E io che mi sentivo una merda per essere andato a letto con te.
Io avevo preso la decisione di lasciare Ludovica per te. Perché pensavo che il nostro amore fosse veramente forte. Pensavo che tu fossi migliore di me invece mi sbagliavo. Mi sono sbagliato su tutto. Ma al cuore non si comanda e il fatto che non riesco a dimenticarti mi fa capire che ti amo veramente anche dopo tutto ciò che hai fatto.
Io però non riesco a perdonarti, mi risulta difficile anche scrivere questa lettera. E ti assicuro che in questi giorni non ho fatto altro che dedicarmi completamente al mio lavoro. Ho perfino chiarito con Ludovica. Lei mi ha perdonato. Non dovevo farla soffrire.
Ti ho scritto questa lettera soprattutto perché avevo un bisogno disperato di dirti come stanno le cose. Sto cercando di vivere senza di te Chiara. Non voglio che tu mi renda più difficile il tutto quindi: non chiamarmi, non contattarmi, non cercarmi. È meglio così, per entrambi. Forse un giorno mi pentiró di aver tagliato i ponti con te ma in questo momento è quello che voglio.
Dentro la borsa troverai due cose che mi legano a te. Non volevo buttarle via ma solo guardarle mi facevano star male quindi ho preferito regalarle a te. Fanne quello che vuoi, a me non servono più.
So per certo che, se l'amore che provi per me è vero, ora stai piangendo. È dura per entrambi ma è giusto così.
Addio Chiara,

Mattia"

Aveva ragione. Stavo piangendo. Cercai di trattenermi perché ero sicura che Claudia se mi avesse sentito, sarebbe corsa da me a consolarmi. Io però volevo stare sola. Avrei tanto voluto rispondere a Mattia "Come cazzo vuoi che faccia a dimenticarti se mi mandi queste lettere?" Ma non potevo contattarlo. Me lo aveva chiesto lui.
Stavo ancora più male di prima perché sapevo il motivo per il quale era passato in negozio quel giorno. In realtà non avevo minimamente pensato al perché era piombato lì all'improvviso senza avvisarmi. Solo ora tutto mi era più chiaro: aveva lasciato Ludovica per me. Voleva continuare la nostra storia ma io lo avevo deluso.
Molte delle cose che aveva scritto su di me non erano vere. Per esempio lui mi aveva accusato di non aver pensato a lui, di essermi divertita con Alessandro senza tener conto delle conseguenze. Ovviamente niente di tutto ciò era vero.
Io continuavo a pensare a lui da sempre. E mi ero pentita per quello che avevo fatto.
Ma in un certo senso lo capivo. Capivo la sua rabbia repressa, la sua delusione e anche la sua difficoltà nel dimenticarmi. Non gli avrei fatto pressioni, non lo avrei chiamato, non sarei andata sotto casa sua in cerca di perdono. Era giusto che prendevamo le distanze senza troppi addii o troppe lacrime. Di quelle ne avevo già versate abbastanza.

Cercai di ricompormi e aprì la borsa. La prima cosa che notai al suo interno mi fece provare un certo senso di malinconia.
Era una maglietta. Precisamente la maglietta che avevo indossato quel giorno a casa sua.
Attaccato con lo scotch c'era un biglietto con scritto:
"Era la mia preferita ma da quando l'hai indossata non riesco più a mettermela. Sa ancora del tuo profumo e ogni volta che la vedo penso a te e a quel meraviglioso giorno che abbiamo passato insieme. Troppi ricordi"
Stavo per rimettermi a piangere quando notai un particolare che non avevo mai visto prima. Mattia mi aveva scritto che era la sua maglia preferita ma all'inizio non ne capivo il motivo. Non l'avevo osservata bene. Davanti cerca scritto "CAMPIONE DI SOGNI" ossia il titolo di una delle sue canzoni più belle. Dietro inoltre era stampato "BRIGA" in maiuscolo e sotto l'anno della sua nascita "89".
Ora capivo perché era la sua preferita. È una maglia che lo rappresenta e molto personale. Mi sentì ancora più male di prima. Solo allora mi resi conto che lo avevo distrutto, non solo per la maglietta ma anche per tutto il resto. Ad ogni modo non avrei buttato quella maglietta. Forse era l'unico ricordo che mi legava ancora a lui.
Poi però notai che c'era qualcos'altro in fondo alla borsa.
Era un CD. All'inizio non capì perché mi avesse dato un CD. Avevo già scaricato tutte le sue canzoni, non mi serviva una copia del suo disco. Poi però, mi resi conto, anche senza leggere il biglietto appiccicato fuori, che non si trattava del CD con tutte le sue canzoni. Non avrebbe avuto senso.
In quel disco era contenuta la canzone che aveva scritto per me e che nessuno conosceva.

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