Depressione e malinconia

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Era evidente che Mattia aveva scritto quelle canzoni per una ragazza. Quello che mi dava più fastidio era che mi piacevano e più le ascoltavo più me ne innamoravo.
Non avrei pensato di ascoltare musica rap ma con Mattia tutto è possibile.
Quella notte la passai ascoltando le sue canzoni e continuavo a deprimermi per non aver capito prima il segreto di Mattia.
Forse però è stato meglio così. Mattia non mi avrebbe mai rivelato che aveva una fidanzata e forse non avrei mai scoperto il suo vero lavoro. Se lo avessi saputo magari tra mesi o anni ci sarei rimasta troppo male.
Dovevo troncare i rapporti con lui finché ero ancora in tempo. In pochi mesi mi ero avvicinata troppo a lui e se avessi continuato così mi sarebbe stato difficile allontanarmi da Mattia. Non potevo continuare a vederlo.
Non ero più arrabbiata con lui. Ero solo un po' delusa dal suo comportamento però dovevamo separarci una volta per tutte.
Io credo dell'amicizia tra uomo e donna, mi è capitato di avere amici maschi, ma tra me e Mattia non c'era una semplice amicizia e lo avevo capito da quando ci eravamo baciati.
Lui anche se mi aveva respinto, mi aveva fatto capire che in realtà lui voleva continuare a baciarmi. Probabilmente in quel momento si era reso conto che stava tradendo la sua ragazza.
È proprio per lei che dovevo allontanarmi da Mattia. Lei di sicuro non sapeva niente di quello che era successo e non volevo che soffrisse come avevo sofferto io quando Riccardo mi aveva tradito. Non se lo meritava.
Il giorno seguente lo passai a casa mangiando gelato e continuai a pensare a Mattia e al fatto che non potevo continuare a essere triste per lui. Però era più forte di me. Mi resi conto che stavo più male per lui che per Riccardo quando ci eravamo lasciati.
Questo dimostrava quanto tenevo a lui e quanto stavo diventando dipendente da Mattia. Non potevo continuare così. Però quella giornata continuò in maniera deprimente. Non avevo altro da fare purtroppo.Avevo lasciato il lavoro da dog sitter per concentrarmi in quello da fotografa che sarebbe cominciato l'indomani.
Non vedevo l'ora di andare da Fabio, almeno mi sarei distratta un po' da Mattia.
Intanto però continuavo ad ascoltare le sue canzoni che mi ero scaricata nell' iPod. Mi resi conto che alcune le sapevo già a memoria.
Da quando mi aveva riportato a casa Mattia non mi aveva più scritto. Meglio così. Non avrei saputo cosa rispondergli soprattutto se mi chiamava. Ero sempre stata una ragazza sincera che difficilmente riusciva a mentire. E forse a causa della mia trasparenza Mattia era riuscito ad ingannarmi. Aveva distrutto lo scudo che avevo creato per proteggermi da tutto e da tutti e aveva colpito la mia fragilità. Lui stesso mi aveva definito una ragazza all'apparenza forte ma allo stesso tempo anche molto fragile. Questo però non gli dava l'autorizzazione di trattarmi come se non valessi niente, come se non fossi all'altezza per conoscere la sua vita privata. Ad ogni modo se mi avesse chiamato io sarei crollata subito e gli avrei rivelato che sapevo la verità. Invece io avevo intenzione di dirglielo di persona il prima possibile.
Il giorno seguente arrivai puntuale da Fabio che mi stava aspettando in studio. All'inizio mi insegnò come utilizzare le apparecchiature ma poi dovette andare via per un servizio fotografico. Era un uomo molto impegnato.
"Allora Chiara. Hai capito come funzionano le cose qui? Posso fidarmi di lasciarti lo studio?"
"Si certo. Ma tra quanto torni?"
"Tranquilla, rimarrai da sola per una mezz'oretta. Tra un po' dovrebbe tornare mio figlio."
"Ah hai un figlio? Non lo sapevo"
"Che sbadato, non vi ho neanche presentato. Non preoccuparti, lui sa che ho assunto una nuova dipendente. Sai all'inizio volevo lasciare lo studio nelle sue mani ma a lui non piace la fotografia. Ogni tanto però viene qui ad aiutarmi."
"Quindi anche lui è un esperto in fotografia?"
"Si beh,è da quando è piccolo che gironzola per lo studio. Qualcosa avrà imparato. Per qualsiasi dubbio puoi rivolgerti a lui. Ora vado che sennò arrivo in ritardo."
"Ok. Ci vediamo dopo."

Nello studio arrivarono alcuni clienti che però dovevano solo ritirare delle fotografie. Niente di importante o difficile. Dopo un'ora buona arrivò in studio un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età. Era alto, con i capelli biondo cenere e gli occhi verdi. Immaginai che fosse il figlio di Fabio ma potevo anche sbagliarmi così gli chiesi:
"Buongiorno, cosa desidera?"
Lui rise come se avessi appena fatto una battuta.
"Tu dovresti essere la nuova assistente di mio padre. Solo lui poteva assumere una senza esperienza."
A quanto pare Fabio gli aveva raccontato tutto di me. Lo odiavo già. Era completamente diverso dal padre. Fabio era gentile e paziente. Questo qui assomigliava molto più a un tipo arrogante e strafottente. Insomma era un po' come Mattia.
"Scusa. Non sapevo fossi suo figlio."
Purtroppo conoscevo il genere di persona e imparai a non dargli retta. Probabilmente lui mi voleva stuzzicare perché io gli rispondessi male ma io non continuai il giochetto. Non volevo perdere il mio nuovo posto di lavoro per un semplice insulto. Lo avrei ignorato.
Se avessi fatto così anche con Mattia adesso non sarei triste per lui. Non mi volevo far fregare una seconda volta ma lui continuò.
"E non mi dici neanche come ti chiami?"
"Non me lo hai detto tu. Perché dovrei dirtelo io?" Ok era davvero difficile controllarsi in certe situazioni.
"Mi chiamo Alessandro. Contenta?"
"Chiara."
"Ok. È sempre un piacere conoscere persone gentili come te."
"Lo stesso vale per me." Risposi a tono. Era davvero insopportabile.
"Io vado di là. Mio padre mi ha chiesto di rimanere a farti da baby sitter finché non torna quindi cerca di non rompere niente nel frattempo."
"Stavo benissimo anche senza di te."
"Sono sicuro che diventeremo amici io e te."
"Ma certo. Sarebbe davvero un peccato se non fosse così"
Lui per risposta se ne andò e sbattè la porta. Bene, non mi avrebbe dato fastidio per un po'. Non ero mai entrata in quella stanza. Dopo qualche minuto sentì che aveva messo su la musica a volume altissimo. E faceva proprio schifo.
Dopo aver ascoltato per un'altra mezz'ora quella musica di merda decisi di andare da lui. Quando stavo per dirigermi verso la porta vidi che Fabio era tornato.
"Ma cos'è questo rumore? Non dirmi che è mio figlio."
"Si ed è insopportabile questa musica. Puoi dirgli di spegnerla?"
"Ma certo."
Se Mattia avesse ascoltato quella roba se ne sarebbe andato. La musica di Mattia era molto diversa. Non potevo neanche paragonarlo a quello che le mie orecchie stavano ascoltando. Mi mancavano già le sue canzoni. Non vedevo l'ora di uscire da quel baccano per ascoltarle con il mio iPod.

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